16

La profezia.

-Rob...credo che abbiamo un problema...- Nut lo fissò con un viso sorpreso.
Rob alzò un sopracciglio. -Che problema?-
-Spiegarlo a voce non sarebbe credibile, devi vederlo tu stesso...-
Rob seguì Nut verso il giardino. -Hai presente le scene dei film horror dove gli uccelli attaccano gli umani?-
Rob annuì.
-Bè, siamo appena entrati in quella scena...- Spalancò la porta e Rob fissò le centinaia di uccelli che fissavano lui.
E sì lo stavano proprio fissando. Erano posati dappertutto, sugli alberi, sulle siepi, facevano anche baccano tutti insieme. Finché lo videro.
Nut vicino a lui gli sussurrò. -La cosa si fa più inquietante...-
Rob uscì senza paura. Alcuni uccelli posati per terra si spostarono. Al centro del giardino c'era un enorme aquila. Su una zampa legato un foglio. "Seraphin" pensò e l'aquila spalancò le ali gridando.
Si avvicinò con calma verso l'enorme rapace che lo fissava maestoso. Lasciò che prendesse il biglietto dalla sua zampa e nel medesimo istante tutti gli uccelli spiccarono in volo sparendo poco dopo in mille direzioni diverse. Nut uscì guardando la faccia crucciata di Rob.
-Cristo, ma è in grado di fare una cosa simile?-
Rob annuì. Poi gli tese il biglietto.
-Merda!- Ringhiò.
-Portalo ai miei...- Rob guardò ancora in alto vedendo l'aquila che sorvolava la zona per poi sparire alla vista.

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-Se hanno messo Seraphin in mano sua...la cosa è peggio di quanto mi aspettassi...-Suo padre non gli era mai sembrato più preoccupato di quel momento.
-La profezia...-Mormorò sua madre. -Se lei...se lei...-
-Quella è una stupida favoletta che si racconta ai lupacchiotti quando sono piccoli...non dirmi che ci credi veramente?- John guardava la moglie con un sorriso bonario.
-Secondo le tue "favolette" non dovrebbero nemmeno esistere mannari, licantropi, vampiri, stregoni, e tutti gli altri che fanno parte del nostro mondo...-
Suo padre sbuffò infastidito.
-Che profezia?- Rob guardò i suoi.
Suo padre guardò per aria, infastidito.
-Ci fu un tempo...di lotte, interne ed esterne ai clan, guerre, che coinvolgevano tutti i mondi, il nostro, quello umano, e tutti gli altri...- sua madre sospirò. -fino all'arrivo della figlia della Dea luna e del Dio Sole...-
-E quindi? Seraphin sarebbe la figlia?-
Sua madre scosse la testa, guardò suo padre preoccupata. -No ella morì, diede la vita per tutte le creature, per tutti gli esseri viventi, fossero umani, semi umani, animali, semi animali...-
Rob si spazientì. -Vai al sodo, mamma...-
-La profezia dice che la Dea luna si disperò per quella morte, tanto da far scendere le sue lacrime fin sulla terra, le sue lacrime caddero su alcune creature, quelle creature divennero immortali, e il loro sangue poteva curare anche qualcuno in fin di vita...ma...-
-Ecco il ma...-Sbuffò lui.
-Ma se le creature avessero procreato...il figlio che ne sarebbe nato avrebbe avuto tutto...- sospirò. -Le due creature vennero così cacciate ed uccise. La Dea pianse di nuovo e ne creò altre due....e così via nei secoli. Ogni volta, una o entrambe le creature vengono uccise per paura di cosa ne sarebbe nato...-
Rob sorrise divertito.
-Lei avrebbe potuto mutare gia dalla tenera età, scegliendo il suo compagno, avrebbe avuto il dono di poter comunicare con altre creature, animali o umanoidi...-
Rob divenne serio. -Seraphin comunica con gli animali...-
Sua madre guardò suo padre che ora sembrava più preoccupato.
-Mostrami il polpaccio...-Gli disse sua madre vedendo che continuava a sfiorarlo.
Quando tirò su il pantalone una scia di tattoo partiva dal morso salendo. -Ma che ca...-
Si strappò il tessuto guardando i disegni. Forme tribali, di un qualche significato a lui sconosciuto si inerpicavano verso l'alto su tutta la gamba.
-E chi è Malphas?- chiese guardando i suoi.
-L'essere che uccise la figlia della Dea Luna e del Dio Sole...suo marito...-
Rob emise un ringhio, camminò avanti ed indietro di nuovo.
-Cosa significa che il figlio che ne sarebbe nato avrebbe avuto tutto?- Mormorò ripensando a tutto il discorso.
I suoi si strinsero nelle spalle. -Non lo sappiamo...-
-Dove troviamo sto tizio?-
-Credo che sarà qui molto presto...- Rispose suo padre guardando in lontananza delle nuvole nere come la pece.

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