pov di Harry
Guardo Amy andare avanti ed indietro nella sala d'attesa. Niall è in corridoio che sta parlando al cellulare con chissa' chi e Lou è seduto vicino a me con il volto tra le mani.
Non posso crederci.
Lisa...l'amica di tutti noi si trova in una cazzo di sala operatoria con un'equipe medica che sta cercando di salvarle la vita.
L'atmosfera che si respira in questi cinque metri quadrati è disarmante. Non so cosa fare... Mi avvio verso l'uscita e rivolgo un sorriso appena pronunciato ad Amy non appena il mio sguardo incrocia il suo.
Sembra che non vedesse l'ora che mi alzassi perché, un secondo dopo, si mette seduta lì al mio posto vicino a Louis. Accompagno la porta dietro di me, mentre si chiude, e saluto una giovane infermiera che, alle macchinette, si sta prendendo qualcosa di caldo.
La voce di Niall riempie il corridoio, mentre io scruto, avviandomi verso l'ascensore, i suoi occhi disperati.
"Tesoro. È inutile che tu venga, davvero... Si ti amo anche io. Qualsiasi cosa ti aggiorno...a dopo.ciao"
Chiude la conversazione telefonica nel momento stesso in cui le porte dell' ascensore si spalancano davanti a me.
"Scendo anche io!" mi dice, seguendomi all'interno.
I dodici piani in discesa paiono interminabili ed il silenzio che c è tra noi viene rotto solamente da una signora che sale al sesto piano e che ci saluta con un "buona sera" educato.
Non è per un cazzo una buona sera per noi, penso tra me e me, ma ricambio il saluto facendo il sorriso più falso della mia vita. Niall, invece, non le risponde e continua a martoriarsi il labbro superiore con i denti.
Arrivati al piano terra, Niall rompe il silenzio tra noi due.
"Era Terry. Voleva venire ma gli ho detto di no."
"Hai fatto bene. Siamo gia in troppi." dico, chiudendo la cerniera del mio cappotto fino al collo, a causa dell'aria fredda che troviamo uscendo dall'ospedale.
"Ho paura" dice un attimo dopo e capisco che è quella sensazione indefinita che provo anche io in questa notte di merda.
"Anche io" do' un calcio ad un sassolino che incontro davanti a me camminando.
L'unico pensiero che ho in questo momento è Lisa.
Cerco di essere positivo, ma non ci riesco.
Ho paura che muoia per davvero. L'incidente è stato spaventoso. Dal mio appartamento ho sentito una fortissima frenata ed un botto assurdo. Pochi minuti dopo sirene a tutto spiano. La telefonata di Lou sul mio cellulare. E il nulla.
Lou al telefono piangeva disperato. Non riuscivo a capire un cazzo. Ma quando ho captato le parole "Lisa. La stanno portando all'ospedale." sono andato a buttare Niall giù dal letto e ho provato a chiamare Amy per avvisarla...
Tutto sembra essere durato un attimo. Quando succedono cose cosi, non ti rendi nemmeno conto del tempo che passa. Fai tutto freneticamente. Disperatamente.
"Cosa facciamo se...be...insomma..."
"Non provare nemmeno a dirlo, Niall!" rispondo con un po'troppa aggressività. Lo sto pensando anche io...se mai Lisa morisse cosa cazzo farei.. ma non accetto che qualcuno esprima a voce i miei pensieri rendendoli quasi reali.
"Scusa- dico subito dopo, pentendomi del tono con cui mi sono rivolto a lui- È che dobbiamo cercare di essere per lo più positivi, cazzo!"
Niall resta in silenzio interminabili secondi. Un automobile si ferma a pochi metri da noi e ne escono una donna, un uomo ed un ragazzo.
Hanno i volti sconvolti e si dirigono velocemente verso l'ingresso dell'ospedale senza degnarci di uno sguardo.
"Sono i genitori di Lisa" dico a Niall distogliendo lo sguardo dalla loro corsa verso una figlia in fin di vita, come segno di rispetto.
Niall mi guarda con uno sguardo interrogativo.
"Li ho conosciuti con Lou quando è morta la nonna di Lisa." sentenzio, guardando l ora sul cellulare.
"Che ore sono?" mi domanda Niall guardando davanti a se'.
"Le cinque e quaranta!"
"Sono già due ore che è li dentro."
"Stanno facendo il possibile, fratello."
Niall si siede sul muretto che incontriamo e affonda il volto tra le mani.
Mi siedo vicino a lui e lo abbraccio.
"Qualunque cosa accadrà, io e te staremo sempre insieme."
Niall inizia a singhiozzare ed io con lui.
"Ci conviene rientrare" mi dice dopo un po, asciugandosi le lacrime con le maniche della giacca.
Io annuisco ed entriamo nell'atrio deserto dell'ospedale.
"Tu inizia ad andare. Io arrivo subito!" dico non appena una freccia che inidica a destra attira la mia attenzione.
"Dove vai?"
"A riordinare un po' le idee." non mi dilungo troppo e Niall mi abbraccia.
"Ci vediamo su, allora" dice e, un attimo dopo, è gia davanti all'ascensore che si apre davanti a lui.
Prendo il corridoio a destra dell' ascensore e cerco la cappelletta indicata dalla freccia.
Sono anni che non mi siedo davanti a Dio. Ogni tanto ne ho sentito il bisogno, ma fondamentalmente non ne ho mai avuto voglia, né coraggio...
È sempre piuttosto disarmante parlare a qualcuno che non ti ascolta, o a qualcuno che ti risponde alla cazzo ad un discorso che invece senti proprio nel profondo.
Parlare a Dio è, in momenti come questo, ancpra peggio. Parli a qualcuno che non ti dara' mai una risposta. Parli a qualcuno che probabilmente neppure esiste.
Ma ho bisogno di pregare. Sento che lo devo fare.
Trovo la porticina aperta ed entro. Mi faccio il segno della croce e mi stupisco del fatto che ancora mi ricordi come si fa. La cappella è piccolina ed illuminata da un neon posto sul soffitto. Ci sono solo io, insieme ad una statua della Vergine Maria posta affianco all'altare. Ha un volto rilassato ed un sorriso appena pronunciato, ma la sua figura, da subito, mi infonde un senso di tranquillità. Le panche sono poche e tutto, intorno a me, è di una semplicità disarmante.
Mi siedo su una panca di fronte all'atare ed istintivamente unisco le mani tra loro.
Guardo la Vergine Maria ed inizio a parlare con lei con il pensiero. Lacrime calde scorrono veloci mentre i pensieri e le richieste nella mia testa si susseguono in modo rapidissimo.
Chiedo Lei di mantenere Lisa in vita. Lei è una mamma e sa cosa vuol dire perdere un figlio. Prego per la madre di Lisa. Per suo padre.
Le chiedo di stare vicina alla mia amica e di darle la forza di continuare a vivere. Ha tanta gente che le vuole bene e non puo ' finire tutto cosi.
I miei pensieri si fermano per un istante, mentre chiudo i miei occhi pieni di lacrime.
Ho idea che con gli occhi chiusi io riesca a pregare più intensamente e mentre recito un Ave Maria immagino il volto di Lisa davanti a me.
Ho un groppo alla gola, e fatico a deglutire. Ho male allo stomaco e ho ansia. Paura. Terrore.
Recito un altro Ave Maria e, questa volta, mi inginocchio.
Dopodiché piango di nuovo, mi arrabbio. Le dico che è ingiusto quello che ha permesso. Che con tutta la gente di merda che c'è in giro è una stronzata aver fatto fare l'incidente proprio a Lisa. Le chiedo di farla guarire. Le domando con tutto il mio cuore di ridarla a me, ai suoi amici e alla sua famiglia così come l'abbiamo sempre avuta.
Il silenzio intorno a me è rotto solo dai miei pensieri e la Vergine continua ad osservarmi con il suo sorriso tranquillo.
Le giuro che non bestemmiero' piu' né lei né suo Figlio e chiedo perdono per tutte le volte che l ho fatto.
Sento dei passi lenti entrare in chiesa e, automaticamente, mi alzo e mi siedo sulla panca senza guardare dietro di me. Mi vergogno del fatto che qualcuno mi abbia visto pregare inginocchiato, ma chiedo subito perdono alla Signora per questo pensiero poco rispettoso nei suoi confronti.
"Posso sedermi un po' vicino a te?" mi volto verso Amy che mi sorride con il volto tutto sfatto per le troppe lacrime che ha versato questa notte.
"Certo!" le dico, spostandomi un po' dal bordo della panca su cui sono seduto per farle più spazio.
Si siede vicino a me e poggia la testa alla mia spalla.
"Cosa le hai detto?" mi chiede, indicando la statua davanti a noi con un cenno del mento.
"Tante cose." sussurro.
"Belle o brutte?"
"Belle, credo."
Amy si scosta da me e si mette comoda. Continua a guardare la statua della Madonnina.
"Io, invece, sono venuta qui per dirle solo cose brutte."
La voce di Amy è strozzata e mentre parla il labbro inferiore vibra leggermente.
"Io penso che tu possa dirle tutto cio che vuoi. Se sei arrabbiata, credo che tu possa dirglielo."
"Anche se non potessi, lo farei"
So che è vero. E resto in silenzio.
Anche lei rimane in silenzio vicino a me. Trascorriamo molto tempo qui.Ogni tanto noto che Amy si asciuga gli occhi. Ogni tanto stringe i pugni. Ogni tanto piange a tutto spiano.
Io non sto pregando. Quello che dovevo dire l ho gia detto e ciò che dovevo chiedere l ho gia domandato. Ma resto tutto il tempo qui vicino ad Amy.
Resto, per tutto il tempo al suo fianco, perché è dove in questo momento ho bisogno di stare.
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