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Il fondotinta, il mascara, il brush e l'eyleiner non bastano a coprire i segni di sofferenza che si sono accumulati sul mio viso in questi giorni.

Esco dall'appartamento accompagnata da Scott ed Adam, che si lamentano del freddo di stamattina.

Non ho voglia di parlare nè, tantomeno, di ascoltare i loro lamenti, ma non posso accellerare il passo per depistarli. Penserebbero che mi sono rincretinita tutto d'un tratto.

Per fortuna Dio mi aiuta e una voce familiare echeggia alle mie spalle.

Mi volto sorridendo.

"Ciao Lou!" esclamo.

Louis saluta Adam e Scott battendo il pugno.

"Che fai fratello. Salti lezione?" chiede Scott con la voce ancora assonnata.

"No, aspetto Lisa che per prepararsi ci impiega mezze giornate!"

Scott ed Adam gli lanciano un'occhiata comprensiva.

"Andate pure, ragazzi. Aspetto Lisa con Louis!" dico, abbracciandoli.

Quando sono abbastanza lontani da non sentirmi, mi rivolgo a Louis.

"Grazie al cielo sei arrivato!"

"E si, ogni tanto il destino mi manda a salvare le belle ragazze!" ride Lou, capendo al volo che per me Adam e Scott oggi erano solo un peso.

"Sono due bravi ragazzi, ma a volte sembrano due vecchie zitelle!"

Loius ride, mentre mi metto a sedere sul muretto che costeggia la strada pedonale che porta direttamente al cortile dell'istituto.

"Come stai?" mi domanda, sedendosi vicino a me.

"Una merda!" rispondo.

Lou resta in silenzio qualche attimo.

"Non abbiamo ancora avuto modo di parlarne, ma mi dispiace davvero tanto per te ed Harry."

Sento, dal tono della sua voce, che è piuttosto imbarazzato.

"Grazie, Lou. Ma riusciremo a vivere anche da lontani."

Il mio amico alza le spalle per un attimo, inconsciamente. Poi si gratta la nuca, prima di continuare a parlare.

"Credi che sia tornato con Summer?" mi domanda, titubante.

"Credo di si. Ma mi abituerò anche a questo." rispondo, fingendo tutta la serenità del mondo.

Non credo che accetterò mai all'idea di vederli insieme, in realtà.

Inizio a sentire l'ansia crescere dentro di me ed inizio a respirare lentamente con il diaframma, tirando fuori sbuffi di fumo ogni volta che espiro.

"Stai male?" mi domanda Lou, preoccupato.

"Tranquillo, è già passata!" lo tranquillizzo, mentre riesco a sentire di nuovo tutti i muscoli del corpo rilassarsi..

Oramai sono un'esperta. Potrei scrivere un manuale su come illustrare tutti i metodi per sopravvivere ad un attacco di panico.

Non è una cosa di cui vantarmi, ovviamente.

Solo, ho imparato a conviverci.

Louis estrae un pacchetto di caramelle dallo zaino grigio decorato con spille di cantanti metal.

"Ne vuoi una?" mi domanda, porgendomi la scatolina gialla e verde.

"Grazie!" gli sorrido, mentre prendo una delle sue caramelline ovali.

Il gusto zuccherato riempie subito la mia bocca, abbracciando le papille gustative.

"Che buona!" esclamo, mentre succhio il ripieno di sciroppo alla fragola della caramella.

"Tieni, te le regalo." mi dice Lou, offrendomi tutto il pacchetto.

So che, se dicessi di no, insisterebbe. Perciò prendo il pacchetto di caramelle e lo infilo nella taschina anteriore della mia borsa gigante.

"Grazie mille!" dico, dandogli un bacino sulla guancia.

"vedrai che passerà anche tutto il resto, Amy!" dice Louis, quasi sussurrando, guardando la punta dei suoi stivali neri.

"Lo so, Lou. Lo so."

Alzo la sciarpa fino a coprirmi il naso.

Non lo faccio per il freddo pungente che preme contro il mio viso.

Potrebbe sembrare questo il motivo, ma non lo è.

Prima di uscire di casa, un quarto d'ora fa, ho messo due gocce di profumo di Harry sulla lana colorata del mio scalda collo e, ora più che mai, ho bisogno di sentirlo vicino a me.

Non so se sono più masochista o patetica.

Ma non me ne frega niente.

Il profumo di Harry entra nelle mie narici e raggiunge il cervello, dandomi un senso di serenità, ma anche di inquietudine.

Un giorno, molti anni fa, ero a fare spese pazze con mia sorella quando, in una bancarella di libri, ne trovai uno che attirò la mia attenzione.

Mi era piaciuta la copertina e il prezzo scontato e lo acquistai.

La trama era un po' pesante per me. Ma una frase mi colpì talmente tanto, che decisi di scriverla sul mio diario personale.

" Non si può rifiutare la forza di persuasione del profumo, essa penetra in noi come l'aria che respiriamo, penetra nei nostri polmoni, ci riempie, ci domina totalmente, non c'è modo di opporvisi."

Ed è proprio ciò che mi sta capitando in questo momento.

Harry mi penetra nei polmoni, mi domina totalmente.

*Non ti lascerò mai* diceva ogni volta.

Ed ora mi ritrovo ad accontentarmi dei ricordi provocati da un cazzo di profumo.

I miei pensieri vengono interrotti dal rumore di un portone che sbatte, chiudendosi.

Alzo lo sguardo e vedo Lisa correre verso me e Lou, che scende dal muretto per andarle incontro.

Io lo seguo ed abbraccio Lisa che mi guarda pensierosa.

"Oggi pomeriggio andiamo a comprarci un profumo nuovo, ok?" mi domanda, anche se sembra più un ordine.

Lou la guarda come se fosse impazzita.

Evidentemente non si è accorto che ho addosso il profumo di Styles e mi fa tenerezza questo suo modo di vivere sempre un po' *fuori*.

Ci incamminiamo verso l'edificio universitario e, ogni passo che faccio, mi sento sempre più sprofondare.

"Posso ritirarmi?" domando, camminando tra Lisa e Lou.

I miei amici non dicono niente.

Lisa prende solo la mia mano nella sua e la stringe forte.

Arriviamo nel cortile e ragazzi che fumano a gruppetti sparpagliati qua e là coperti da pesanti giacche attirano la mia attenzione.

Vorrei non guardare, non cercare Harry con lo sguardo.

Ma è più forte di me.

Scruto ogni viso, per cercare quello a me più familiare.

Quel viso che ho tanto amato e che tanto mi tormenta apparendomi davanti ogni istante della mie giornate.

"c'è Niall, laggiù!" esclama Louis, accelerando il passo verso una panchina poco distante da noi.

Niall sta guardando qualcosa sul suo cellulare all'ultima moda e, appena ci vede arrivare, si alza per venirci incontro.

Abbraccia me e Lisa affettuosamente e saluta Louis con il loro saluto da bimbominchia.

"Cosa avete la prima ora?" ci domanda, mentre ci sediamo tutti sulla panchina dove era seduto pochi secondi fa.

"Arte moderna." sbuffa Lisa.

"Io non lo so!" risponde Louis.

"Bè, te sei scemo, scusa se te lo dico!" lo riprende Lisa, in tono acido.

Io e Niall ridiamo, mentre lui mi guarda con un'espressione che sembra dirmi *poverino* e gli sorrido, d'accordo con lui.

Il primo gruppetto di ragazzi si avvia verso l'ingresso.

Sono i più diligenti e i più secchioni.

Si nota anche solo da come sono vestiti.

Pantaloni di tessuto che variano dalla tonalità più chiara del marrone a quella più scura e scarpe basse scamosciate.

QUando anche il gruppo di ragazzi più trash decide di entrare, mi alzo prendendo la mia borsa che ho appoggiato per terra.

"E' già ora?" domanda Lisa, mentre si alza controvoglia.

"Già!" risponde Niall, guandando l'orologio del campanile.

Lo stato d'animo di quasi tutti gli studenti, in questo momento, è depresso.

Dopo due settimane di vacanza rientrare a lezione è un patema.

Credo di essere solo io l'unica persona ad avere altri pensieri per la testa, questa mattina.

"Mi fermo alle macchinette!" li avviso, mentre procediamo lungo il corridoio che odora di prodotti chimici per la pulizia.

"Ci si vede a mensa!" dice Lou, mentre i tre mi sorridono allontanandosi da me.

Mi metto in coda davanti alla macchinetta sputa-schifezze, come la chiamava Harry, mentre metto il cellulare in modalità silenziosa.

Non vorrei mai che squillasse nel bel mezzo della lezione, attirando gli sguardi dei miei compagni di corso e della professoressa su di me!

Oggi ho solo voglia di passare inosservata.

E' il mio turno.

Guardo attentamente il vetro davanti a me e, dopo qualche attimo di tentazione, decido di evitare di comprare cose crea-brufoli o merendine spacca-fegati.

Prendo una bottiglietta d'acqua leggermente frizzante e prelevo il resto, infilandolo sovrappensiero nella tasca della giacca.

"Scusa, ti è caduta questa!" dice un ragazzo alle mie spalle.

io mi volto verso di lui e gli sorrido, prendendo dalla sua mano la moneta che mi è caduta per terra senza che io me ne accorgessi.

"Grazie!" dico.

Ed è proprio in quel momento che lo vedo camminare tra la fiumana di studenti.

I suoi capelli lunghi fino alle spalle.

I suoi occhi chiari penetranti.

La sua andatura.

Harry cammina preoccupato tra gli altri ragazzi e si guarda intorno, dandomi l'idea di stare cercando qualcuno.

*Scappa, Amy* mi dice una voce dentro di me.

*Scappa* continua a dirmi, senza che io le dia ascolto.

Io resto li, non so per quanti secondi, e non riesco a muovermi, nè a pensare a niente.

Harry è quasi affianco a me, quando i suoi occhi incrociano i miei.

Rallenta il passo per un attimo e distoglie lo sguardo riponendolo, subito dopo, sui miei occhi.

"Ehi Harry! Muoviti che sennò il professore si incazza!" grida Summer davanti a lui.

Harry la guarda e riprende a camminare a passo spedito senza degnarmi più di uno sguardo.

Credevo che rivederlo mi avrebbe fatto stare malissimo.

Pensavo che averlo di nuovo avanti a me avrebbe risvegliato ricordi che ho tentato di scordare con tutta me stessa.

Temevo che questo giorno sarebbe stato, per me, orribile.

E, mentre mi avvio verso la mia aula senza badare alle persone che camminano intorno a me, penso che oggi andrà decisamente molto, molto peggio di quello che ho temuto, creduto e pensato.












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