41
Il mio cellulare squilla e appena lo tiro fuori dalla borsa la foto di Luigi mi fa sussultare.
"Sono qui, tra poco arrivo a casa."
"Porca troia Amy. Vedi di muovere quel culo e arrivare qui tempo zero!!!"
"Cazzo c è?" Gli domando, allarmata. Luigi non è il massimo dell educazione, ma sento nel suo tono di voce uno scazzo fotonico... fin troppo fotonico.
"Abbiamo un ospite...È Ti dico solo che fino a cinque minuti fa pensavo che non ci poteva essere nulla di peggio che avere degli sbirri in casa. Ma ora che c ho una cazzo di suora di la in salotto che ti aspetta mi sono ricreduto porca merda!!!"
"Come una suora nel tuo salotto?"
Per un attimo capisco, ma spero di sbagliarmi!
"Non fare domande e cerca di muoverti. E sappi che dopo questa visita qui puoi anche farti le valigie e andartene con lei!!!"
Luigi riattacca, mentre io aumento il passo.
Arrivo al portone di casa credo in dieci minuti. Sono sudata marcia, ho l affanno e spero che sia solo uno stupido scherzo di Gigi.
Magari è strafatto e annoiato sul divano e voleva solo movimentarsi un poco il pomeriggio.
Ma, appena apro la porta d ingresso, capisco che è tutto vero, e per poco non mi cedono le gambe.
"Ciao Amy." Mi dice suor Virginia con un sorriso sincero ma un tono altrettanto severo.
Gigi spunta dalla cucina.
"Io esco. Chiamami quando state andando via." Mi dice vedendomi incontro.
Subito dopo si volta verso suor Virginia e con un "madre, è stato un piacere conoscerla" si congeda da entrambe.
Appena luigi senza neppue degnarmi di uno sguardo si chiude la porta alle spalle, mi cresce il desiderio di essere in questo momento in qualsiasi altro posto sulla terra tranne che qui.
Raggiungo il divano e mi siedo quasi barcollando.
Non so se è il pippotto che mi sono fatta un'ora fa, se è la mezza sbornia del dopo pranzo con quel tipo al pub che mi ha allungato cinquanta euro dopo un pompino nel cesso o se è l ansia di avere suor Virginia qui davanti, ma mi sento quasi svenire.
"Ora cerca di calmarti e poi ne parliamo un Po..."
Provo a chiudere gli occhi e a riaprirli dopo aver contato fino a tre
Magari è un cazzo di incubo e magari, facendo così, riesco finalmente a svegliarmi.
Ma quando li riapro, dopo aver contato a fatica addirittura fino a dieci, suor Virginia è ancora qui, davanti a me.
"Sono calma!" Le dico allora, per evitare che questa menata si prolunghi per molto...
"Se continui così mi deludi, lo sai vero?"
"Non le deve interessare della mia vita!"
So che sto entrando in un vicolo senza via di uscita, ma le parole escono da sole da sta cazzo di bocca.
"Si che mi interessa. Sappiamo entrambe cosa ti è costato fare questa vita anni fa. Sei come una figlia per me e aver saputo che ci stai ricascando, per me, è una grande sofferenza."
Il silenzio si impossessa di noi solo per qualche istante.
Ho la testa che mi scoppia e vorrei tanto non essere mai nata.
"Non so cosa si prova nell assumere sostanze strane, ma credo che nessuna droga del mondo valga lo stare con chi si ama ed aiutare chi ha bisogno di noi."
"Sta giocando una carta di merda, suora!"
"No, cara Amy. Sto solo dicendo la verità! Tu puoi credere o non credere a Dio. Puoi andare a messa tutte le settimane o non entrare in una chiesa per anni. Ma dell amore per gli altri no, quello non bisogna mai e poi mai farne a meno.Fatti aiutare, amy! Ti prego!"
"Continui a pregare il suo Dio, e cerchi di non fare la ramanzina a me." Mi da fastidio il tono con cui le parlo, ma non riesco a comportarmi diversamente.
Suor Virginia si alza dal divano e prendendo la borsa tracolla si avvicina a me. Si inchina e mi prende le mani.
Ho voglia di togliere le mie mani dalle sue e sembra che lei lo capisca.
Immediatamente stringe la presa e mi sorride.
"Hai una vita davanti. Hai tante persone che ti vogliono bene. Hai anche chi ti ama."
"Si, e mi dica qualcosa Anche su tutta la mia vita di merda!"
"La vita a volte è imprevedibile. Ci sono malattie incurabili, incidenti mortali, storie impossibili. E quando accade qualcosa di ciò che ti ho appena elencato non ci si può fare niente se non aspettare il proprio momento con fede o disperazione.
Ma quando la vita te la decidi in parte tu...be...una volta davanti al bivio non si torna più indietro.
È tutto uno schifo, Amy, un gran casino. Ma le persone forti i casini li affrontano. E tu sei forte. Fortissima."
"Non è vero, sono un completo disastro!!"
Inizio a piangere, ed un misto di rabbia, desolazione, vergogna riempie le mie lacrime.
"Ora tu non so se te lo ricordi...- dice suor Virginia sedendosi tennedomi le mani salde alle sue- ma quando eri piccolina, un sabato che venisti in comunità con la mamma e papà successe un qualcosa di molto importante."
Cerco di fare largo tra i miei ricordi, ma non so fin dove voglia andare...
"Eravamo tutti in giardino, il cielo era nuvoloso. Davano pioggia torrenziale a partire dal primo pomeriggio.
Ma con te e i tuoi genitori decidemmo di andare a fare due passi al parchetto prima di pranzo. Tua sorella era nel passeggino e tu eri una bimba vispissima. Correvi a destra e sinistra, ti arrampicavi ovunque, saltavi dai muretti e facevi a botte con i bambini più grandicelli. Tua mamma diceva che avevi il pepe addosso. E quando lo diceva ridevano tutti. Era impossibile per me comprendere quanta vivacità potesse avere in corpo un esserino così minuscolo.
In mezz ora che eravamo in giardino eri già caduta tre volte. E ti eri sbucciata le ginocchia già sbucciate tutte e tre le volte che sei caduta. Io ed i tuoi genitori ridevamo e parlavamo, interrotti ogni tanto da te che ci chiamavi dall alto del muretto. Un bel saltino ed eri giù, pronta a risalire.
I lampi in lontananza erano oramai vicini ed i tuoni ravvicinati spaventavano tua sorella.
"Ci conviene entrare." Disse tuo papà.
"Vieni Amy, andiamo dentro. Ti chiamò tua mamma."
Un brivido, ed il ricordo arrivò nitido davanti ai miei occhi. Probabilmente in tutti questi anni è stato un qualcosa di addormentato dentro di me...Ma ora ricordo tutto come se fosse successo ieri.
Suor Virginia continua il racconto ed io continuo ad ascoltare.
"Tu iniziasti a piagnucolare. Non volevi rientrare e ti eri intestardita sul fatto di quanto potesse essere meraviglioso saltellare sotto la pioggia.
La mamma ti chiamò di nuovo a gran voce, severa.
Tu la guardasti, puntasti un po' i piedini per terra ma poi la seguisti a passo veloce. Pochi secondi dopo un fulmine cadde su un albero immenso che precipitò con tutta la sua forza sul muretto sul quale poco prima facevi le acrobazie."
Le mie lacrime ora iniziano ad essere accompagnate dai singhiozzi.
Ricordo il rumore assordante del tuono.
L albero che precipita.
Ricordo mia mamma in lacrime che mi abbracciava forte.
"Ecco, ho sempre pensato che in quel momento fossi stata messa davanti ad una scelta. Quello era il tuo bivio.
E tu li hai preso la strada giusta!
Non buttarti via. Sogna cose grandi. E prendi sempre la via dell amore."
A questo punto suor Virginia mi stringe a se.
"Ora è diverso, suora!"
"No,non è diverso. È solo un Po più difficile. Ma devi scegliere se stare sul muretto o se andare al sicuro, tutto qui."
Si commuove mentre mi guarda piangere e mi stringe forte a se.
Non so quanto tempo stiamo abbracciate.
So solo che ogni volta che ho bisogno di lei, lei c è!
"Che ne dici se ti aiuto a fare le valigie e torniamo a casa?"
Casa...
Ora come ora non so nemmeno quale sia casa mia, ma devo scappare da qui. Da Luigi, dalla cocaina, da tutta sta merda in cui mi stavo di nuovo immergendo.
Ho bisogno di salvarmi.
Io voglio salvarmi con tutta me stessa.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top