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L'acqua calda della doccia ha un effetto rilassante.

Sto sotto l'acqua per un tempo indefinito e mi insapono il corpo ed i capelli più volte.

La musica che esce dal mio cellulare riempie la stanza e mi aiuta a non fossilizzarmi sui pensieri negativi che ogni tanto fanno capolino nella mia testa.

Esco dalla doccia dopo trentadue minuti e, dopo essermi coperta con l' accappatoio e dopo aver avvolto i miei capelli nel primo asciugamano che mi è capitato a tiro, decido di andare un po a sdraiarmi sul letto.

So che mia mamma mi rimproverebbe.

Tutta bagnata sul letto?

E, per di più, con i capelli fradici?

#stai scherzando Amy, vero???#

Appoggio la testa sul cuscino e chiudo gli occhi.

La mia migliore amica sta lottando tra la vita e la morte.

C è gente di merda, là fuori, che meriterebbe ben peggio, ma in realtà la gente di merda se la cava sempre nella vita.

I buoni, invece, devono sempre soffrire.

Mi chiedo spesso del perché di questa ingiustizia universale, ma non riesco mai a darmi una risposta sensata.

Lisa è in bilico tra il rimanere qui con me e il morire mentre, fuori da queste quattro mura, la vita continua ad andare avanti per milioni di persone.

Ripenso ai bei momenti trascorsi con lei e mi viene il magone.

Sento come un blocco in mezzo allo stomaco e mi fa male persino pensare.

Il giorno che ci siamo conosciute mi è stata subito simpatica. Mi ha accolto con il suo bellissimo sorriso nell'appartamento che condivideva con Niall. Mi ha offerto un succo all'ananas e un pacchetto monoporzione di arachidi.

"Abbi pazienza, ma non ho nient'altro da offrirti...quel trogolo del mio coinquilino si mangerebbe anche me delle volte."

Avevo riso e in quel momento ho capito quanto mi sarebbe potuto piacere vivere lì con lei.

La stessa sera mi ha aiutato a preparare il letto dove avrei dormito per molto tempo e abbiamo guardato twilight alla tv. I suoi commenti ad ogni scena erano esilaranti e, quando ci siamo date la buonanotte, ero felice.
Non sapevo ancora che da lì a poco sarebbe diventata la mia migliore amica, ma mi ero trovata subito bene con lei e avevo trascorso una giornata completamente a mio agio, come mi capitava raramente.

Come un fulmine, subito dopo, mi viene in mente la nostra prima litigata. "Dai, Lisa. Amy ha capito di aver fatto una cazzata. Facci pace e non rompere più i coglioni!" le disse Niall una mattina primaverile, dopo giorni in cui  Lisa non mi rivolgeva parola.

Il motivo me lo ricordo molto bene...ero uscita con Mery e non avevo detto a Lisa che avrei dormito da lei quella notte.

Mi si spense il cellulare e mi addormentai ancora prima di metterlo in carica.

Lisa, che all'epoca non conosceva tanto bene Mery da avere il suo numero di cellulare salvato in rubrica né da sapere dove fosse il suo appartamento, tentò di chiamarmi tutta la notte invano...si era spaventata da morire...pensava fossi finita in chissà quali mani assassine e non sapeva più cosa fare...finché non ho risposto alle 10 e mezza della mattina dopo. Lisa non mi rivolse parola per giorni... Finché una sera non mi telefonò dalla sua stanza (che distava dalla mia circa due metri) per invitarmi in cucina a mangiare un po'di gelato.

Quando ci incontrammo in corridoio ci abbracciamo cosi forte che mi sembra ancora di sentire le sue braccia intorno a me.

"Scusa Lisa!" dissi più volte durante quell'abbraccio riconciliatore.

"La prossima volta che mi fai una cosa del genere ti ammazzo, idiota!" mi rispose lei ridendo.

Finimmo la serata, e la vaschetta di gelato, davanti alla tv belle stravaccate sul divano a ridere guardando una puntata di "Mr Bean".

Lisa è una parte di me.

Mi completa.

Quando capita qualcosa che mi rende piu realista il suo essere un po' fra le nuvole mi sostiene e mi da la forza di guardare il problema da un'altro punto di vista.

Viceversa, quando sono troppo razionale, lei mi indica la strada un po' meno lineare, lasciandomi poi libera di scegliere quale via percorrere.

Lisa è l'altra mia prospettiva, senza cui non sarei più in grado di vivere.

Dà quel colore alla mia vita che rende tutto più interessante.

Conosce i miei segreti.

Le mie paure.

Lei è me, un po' più bella e un po' più simpatica, ma è me. In tutti i sensi.

Non riuscirei ad affrontare tutti i miei casini senza di lei.

Restare senza di lei così di punto in bianco mi ucciderebbe.

Ho una sorella di sangue, ma nemmeno con lei mi sono nai sentita così in sintonia come con Lisa.

Lisa non mi ha mai giudicato, non mi ha mai tradito, non mi ha mai guardato con compassione.

Mi ha sempre detto la verità, anche quando sapeva che mi avrebbe fatto male.

E non mi ha mai voltato le spalle.

Lei non mi ha mai abbandonato, lo so.

Ma io non ce la faccio a stare qui con le mani in mano ad aspettare qualcosa che mi terrorizza.

Se penso che Lisa potrebbe morire da un momento all'altro mi sento male.

Riprendo il telefono e cerco su whatsapp la chat con Rayan.

"Che fai?"

Mentre attendo una risposta mi alzo e mi avvio verso il bagno. Mi pettino i capelli ancora bagnati, li riempo di schiuma e attacco il phon alla presa. Do qualche passata calda alla mia chioma scura e poi sparo aria più fredda per non farli increspare, come Lisa mi aveva insegnato i primi giorni della nostra convivenza.

Guardo il cellulare più volte in attesa di una risposta da parte di Ray, ma nulla.

Mi trucco un po', giusto per eliminare le occhiaie che mi solcano il viso e per darmi un po' di colore su queste guance un po'troppo pallide.

Torno in camera ed inizio a vestirmi.

"Sono appena uscito dalla psico. News???"

Mi infilo il primo paio di scarpe da ginnastica che trovo nella scarpiera e cerco una borsa abbastanza capiente.

"No...ancora nulla."

Apro l'armadio e inizio a cercare alla rinfusa.

"Ci vorrà del tempo, tesoro"

Due maglie a manica lunga...

"Ho paura di si"

Anzi facciamo tre maglie a manica lunga.

"Ti chiamo tra poco che ora devo correre in posta prima che chiuda"

"Ok"

Due felpe col cappuccio...e tre senza.

"Ti voglio bene"

Tre leggins neri.

"Anche io, tanto!"

Cinque canottierine.

Due maglie manica corta.

Calzini e slip senza fine.

Beauty.

Piastra.

Scrivo un bigliettino a Zack e agli altri e, dopo averlo attaccato al frigo con una calamita a forma di squaletto kawaii, do una sciacquata alle tazze della colazione dei ragazzi da loro abbandonate nel lavabo stamattina.

Pulisco il tavolo con lo straccio e sistemo il divano meglio che posso.

Raddrizzo un quadretto nell'entrarmta raffigurante una donna mezza nuda a cavalcioni su una Harley Davidson e porto un paio di scarpe da ginnastica di Scott dal corridoio alla sua camera.

Non so se sto per fare la cosa giusta, probabilmente non me lo perdonero' mai.

Forse i miei amici ed Harry mi odieranno da oggi in poi ogni giorno della loro vita e, probabilmente, se Lisa potesse vedermi in questo momento, rimarrebbe molto delusa da me.

Ma io sono una vigliacca del cazzo e non ce la faccio a sopportare tutto ciò.

Prendo la borsa riempita alla rinfusa poco fa ed esco di casa.

Mi guardo intorno sperando che nessuno mi noti, ma c è poca gente in giro a quest'ora.

La maggior parte degli studenti è a lezione e il silenzio che c'è qui in giro in questi momenti della giornata mette quasi ansia.

Esco dall'edificio a passi svelti e in pochi minuti raggiungo la strada provinciale.

Controllo on line il saldo della mia carta e, dopo aver appurato di avere  milleduecento euro e qualche centesimo, vado sul sito della compagnia aerea più in voga del paese.

Faccio segno ad un taxi che passa dall'altra parte della strada, convinta di fare semplicemente un gesto che verrà ignorato.

Ma il taxista, in realtà, rallenta, mi fa un gesto con la mano come a dirmi di aspettarlo, qualche decina di metri dopo fa inversione di marcia e mi raggiunge.

"Grazieee!" dico, non appena apro la portiera posteriore.

"Si figuri. Dove desidera andare?"
Mi chiede educatamente, azzerando il conta chilometri sul cruscotto e pigiando un tasto rosso alla destra dello schermo.

"Devo andare in aeroporto!" rispondo, allacciandomi la cintura.

L'automobile parte.

Subito la parte buona di me prende il sopravvento.

Vorrei catapultarmi giù da questa macchina in corsa.

Vorrei urlare a questo uomo di mezza eta' di fermarsi.

Vorrei dirgli che sono una cogliona, che volevo scappare da una situazione troppo più grande di me ma che in realtà non posso.

Vorrei dire a tutti che staro' vicino alla mia amica e ai suoi famigliari, ai suoi amici.

Vorrei dire a tutto il mondo che le persone che vogliono bene a Lisa possono contare su di me e sulla mia forza. Che ci sosterremo a vicenda e che io  sarò lì quando Lisa deciderà cosa fare della sua vita...

Ma sono una vigliacca e non faccio nulla di tutto ciò.

Decido quale aereo poter prendere e, alla fine, prenoto su internet un posto solo andata per il volo delle 21.09 mentre mi allontano da tutto quel mondo che fino a ieri era tutto mio.

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