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"Ehi piccola!" sento dire in lontananza, mentre corro nel prato rincorsa da Laika, la cagnolina che avevo dai miei nonni quando ero una bambina.

Non capisco subito chi mi stia chiamando, ma al terzo richiamo mi convinco ad aprire gli occhi.

"Oddio! Che ore sono?" dico agitata, alzandomi dal letto.

Harry ridacchia e mi prende le mani, baciandomele.

"Stai tranquilla! Sono solo le quattro e un quarto!"

Ecco perchè non ho sentito la sveglia.

Non sono così totalmente rincoglionita, allora.

"Potevo dormire ancora un quarto d'ora!" borbotto io, sdraiandomi di nuovo con la testa sulla metà del  cuscino che condivido con Harry quando dormiamo insieme.

"Così, invece, possiamo coccolarci un quarto d'ora di più!" mi dice, sorridendo.

Chiudo gli occhi per il sonno.

"Ehi, Amy!" sussurra Harry.

"Si, resto sveglia. E' il tuo sguardo che mi acceca!"

Con questa mia scusa lo faccio ridere, mentre mette il suo braccio tatuato sotto alla mia testa.

Mi accoccolo vicina a lui e mi piace quando siamo così vicini.

Io e lui.

E tutto il mondo fuori dalla stanza.

La sveglia suona in modo insopportabile, ma non posso permettermi di addormentarmi di nuovo.

Non oggi.

"Vai a prepararti! Ci penso io alla colazione!" mi dice.

Accetto e mi alzo a mò di zombie per raggiungere il bagno e darmi una lavata per svegliarmi un po'.

Come mi infilo sotto la doccia, i miei sensi prendono vita e ripenso alla serata che abbiamo trascorso ieri sera io ed Harry.

Sono felice che non abbia fatto scenate a Zayn quando è tornato a casa, mentre preparavo la valigia.

L'ha salutato come se nulla fosse e so che si è sforzato davvero tanto, soprattutto quando, prima di andare via, Zayn mi ha abbracciato e augurato buon viaggio.

Una volta usciti di casa,  ho fatto notare ad Harry quanto io gli voglia bene per tutto ciò che fa per rendermi serena. E quanto io lo ami per come è.

Mi sciacquo velocemente, mentre sento profumo di mangiare provenire dalla cucina.

Esco dalla doccia e indosso un paio di leggins e una magliettina a maniche lunghe.

Dò una rapida asciugata ai capelli con il phon e li lego in una coda di cavallo.

Sono pronta per raggiungere Harry, che ha già apparecchiato e sta cuocendo chissà cosa.

"Bacon alle cinque di mattina?" domando, curiosando dentro alla padella ed arricciando il naso.

"Non c'è un orario per mangiare il bacon!" mi riprende lui, sventolando in aria il forchettone che ha in mano.

Mi posa il piatto davanti ed io inizio a mangiare la mia colazione.

"Davvero credi che Lisa non sia arrabbiata con Lou?" mi chiede Harry con la bocca piena.

"Non lo so. Ieri sera, quando mi ha chiamato, non abbiamo affrontato troppo la questione!"

Rimaniamo un po' in silenzio e nella stanza si sentono solo i rumori delle nostre posate che si scontrano con il piatto.

"Mi mancherai!" dice ad un certo punto.

"Mi mancherai anche tu, Harry!"

"Non abbiamo mai passato così tanti giorni lontani!"

"Si, invece!" ribatto, ricordandomi la settimana d'inferno che ho passato un po' di tempo fa, sapendo che fosse con Summer.

"Da fidanzati ufficiali, intendo!" puntualizza lui.

"Spero che passeranno in fretta!" commento io.

"Sarà un'agonia lontano da te!"

Per fortuna Harry si è offerto per accompagnarmi in città, da dove prenderò il pullman che mi porterà direttamente all'aeroporto.

Avessi dovuto prendere l'autobus anche per arrivare in centro, non ce l'avrei mai fatta.

Nemmeno psicologicamente.

Finiamo di mangiare e posiamo tutto nella lavastoviglie.

Harry mi aiuta a mettere la giacca e d usciamo di casa senza fare troppo rumore, per evitare di svegliare Niall.

Raggiungiamo l'auto nel grande posteggio e, quando salgo, accendo subito l'autoradio.

Harry esce dal parcheggio lentamente, sbraitando perchè un ragazzo ha posteggiato il proprio suv troppo attaccato alla sua macchina.

"Questo cretino dovrebbe ringraziare il fatto che non so che faccia abbia. Sennò gli andrei subito a citofonare per dirgliene quattro."

Io resto in silenzio, mentre guardo dallo specchietto retrovisore dalla mia parte e dò indicazioni ad Harry per non rischiare di fare la fiancata alla macchina parcheggiata affianco a noi.

Finalmente usciamo dal posteggio e ci immettiamo nella strada principale.

"Mi tieni un attimo il volante?" chiede Harry guardando la strada.

Io, con un po' di ansia, faccio ciò che mi ha chiesto.

Per fortuna il tratto di strada che stiamo percorrendo è rettilineo e devo tenere il volante solo fermo. Non è difficile, ma sono attentissima a ciò che c'è davanti a me per evitare di sbandare o fare qualsiasi altro casino.

"Grazie!" mi dice Harry, dopo essersi tolto la giacca.

"Uscire da quel cazzo di posteggio mi ha fatto sudare!" dice, riprendendo il controllo dell'auto.

Ripenso a tutto ciò che avevo deciso di portarmi dietro per questo breve viaggio, e mi viene un colpo.

"Harry!- piagnucolo.

Harry mi guarda preoccupato, rallentando un po'.

"Ho scordato Shadowhunters a casa!"

Il tono della mia voce è depresso, e dentro lo sono il triplo.

Harry mi sorride.

"Lo sapevo che sei una sbadata! Quindi te l'ho messo io in valigia stamattina, quando sei andata a farti la doccia!"

"Veramente?" chiedo, spalancando gli occhi, sperando che non mi stia prendendo in giro.

"Si, lo giuro su ciò che vuoi!"

Oramai riesco a capire quando è sincero.

E Dio! In questo preciso istante il desiderio di saltargli addosso, di baciarlo e di stringerlo a me è più forte di ogni cosa.

Ma sta guidando, e sarebbe pericoloso.

"Harry!" grido nell'abitacolo, saltellando sul sedile e facendolo ridere a crepapelle.

"Grazie, grazie, grazieee!" dico, sempre con la mia vocina da deficiente, ma non me ne frega nulla.

Amo quei libri, e pensare di non poterli leggere per così tanti giorni mi stava facendo venire la tentazione di obbligare Harry a fare retro front e riaccompagnarmi immediatamente a casa, solo per poter recuperare il mio piccolo tesoro.

"E se ti dicessi che vengo anche io con te e il tuo libro di Shadowhunters? Cosa faresti?" mi chiede divertito.

Io mi immobilizzo sul sedile e lo guardo, seria.

"Aspetta, aspetta! Non ho detto che vengo, ma se ti dicessi che vengo...cosa faresti?"

"Cazzo, Harry. Mi hai dato una pugnalata al cuore! Per un attimo ho pensato alla sorpresa!"

MI accarezza una gamba con la mano, mentre con l'altra continua a guidare.

"Bè, diciamo che le mie sorprese non sono state tanto male fino ad ora!"

"No, sono state le migliori!" dico, appoggiando la testa sulla sua spalla.

"Comunque non mi hai risposto!"

E' vero, non l'ho fatto.

"Bè, se mi dicessi che vieni con me e il mio amato libro, potrei essere anche la ragazza più felice del mondo."

Harry ride e approfitta del primo semaforo rosso per darmi un bacio.

Inizio a intravedere il posteggio dei pullman che portano all'aeroporto, e sento un nodo dentro il mio petto.

Non voglio andare via.

Non ora che con Harry le cose stanno andando bene.

E' come se avessi paura che, al mio ritorno, non lo trovi più.

Non so perchè ho queste paranoie.

Sono l'amica di tutti, quella che convince sempre gli altri a non farsi castelli in aria, ma, in realtà, sono io la prima a crearmi paure inutili.

Tra quattro o cinque giorni tornerò, ed Harry sarà qui ad aspettarmi.

Raggiungiamo il grande spiazzo affianco agli uffici comunali ed Harry ferma l'auto qualche metro dal pullman bianco con le strisce blu.

"Credo che sia il tuo!" commenta, restando fermo al posto di guida.

"Si, ho idea di sì!"

Guardo l'ora sul display della macchina.

La corriera dovrebbe partire più o meno tra un quarto d'ora.

Ci sono già alcune persone assonnate a bordo e l'autista è fuori che sta fumando una sigaretta, mentre legge qualcosa sul cellulare.

Harry mi abbraccia stretta a sè.

"Mi sta prendendo malissimo!" sussurra vicino al mio orecchio.

Io gli accarezzo i capelli e respiro il suo profumo.

E' ora di andare.

Scendiamo dalla macchina ed io mi tolgo la giacca.

Sento abbastanza caldo.

Forse per la temperatura.

Forse a causa dell'ansia per il viaggio.

Più probabilmente per il fatto che devo salutare Harry.

L'autista prende la mia valigia dalle mani di Harry e la va a mettere nel bagagliaio.

Mi avvicino un'ultima volta ad Harry, che mi sorride con il suo sorriso dolce.

"Dimmi che mi aspetterai!" chiedo.

So che cinque giorni non è la morte di nessuno, ma ho bisogno di sentirmelo dire da lui.

"Ti aspetterò, piccola!" mi dice, premendo con forza le sue labbra contro le mie.

L'autista, nel frattempo, sale a bordo e accende il motore del pullman.

"Ti amo, Harry!" sussurro.

"Ti amo, Amy!" mi risponde, abbracciandomi ancora.

Salgo sulla corriera e mi vado a sedere in uno dei tanti posti liberi vicino al finestrino, mentre le portiere si chiudono.

Accarezzo il vetro, guardando Harry. e gli sorrido.

Harry cerca qualcosa nelle tasche dei pantaloni neri e, dopo aver assunto un'espressione soddisfatta, tira fuori un pezzetto di carta piegato su sè stesso.

Dopo qualche secondo lo apre e me lo mostra.

La scritta è in stampatello maiuscolo, ed è fatta con un pennarello nero.

*  I love you, Amy Thompson*

Sento il mio cuore sciogliersi d'amore, insieme alla donnina di età avanzata seduta davanti a me che dà una gomitata al marito addormentato.

"Guarda e impara!" gli dice, guardando Harry.

E' scemo.

Lo so.

Abbiamo trascorso settimane odiandoci profondamente.

Ma ora che lo amo, capisco sempre di più che è lui l'unica persona che mi rende davvero felice.

In lui ho trovato l'amore, quello vero.

Quello che leggi sui libri e sogni di notte.

Quello che ti leva il respiro, ma anche quello che te lo dona senza chiedere nulla in cambio.

Quell'amore a cui pensi ascoltando una canzone in particolare, ma anche quello di cui tutte le canzoni ti parlano.

Lo amo.

Lo amo d'infinito.

E il mio cuore, in questo momento, ringrazia il cielo per avergli donato un raggio di sole così luminoso.








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