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Accompagno Amy sul divano, e mi siedo accanto a lei.
Ha il volto stanco.
Oggi non deve essere una giornata semplice per lei e la mia richiesta non farà altro che aggravare il suo stato d'animo, ma ho bisogno di sapere da lei tutto ciò che l'attanaglia.
Jake mi ha raccontato grosso modo ciò che gli ha confidato Ty, e ho ancora mal di testa.
Ma Amy è qui.
E dobbiamo affrontare il discorso.
"Chi te l'ha detto?" mi domanda tra le lacrime.
"Non si può dire!"
Se mai scoprisse come Jake è venuto a sapere quelle cose su di lei, sono sicuro che Ty avrebbe più poche ore di vita.
"Ma non è questo ciò che importa.- dico accarezzandole una mano- L'unica cosa importante è che tu capisca che di me ti puoi fidare!"
Amy mi guarda nel modo più triste in cui qualcuno mi abbia mai guardato, e una morsa allo stomaco si impossessa di me.
"Cambierai idea su di me!" Ne è veramente convinta, ma devo farle capire in tutti i modi che ciò non succederà.
"Tutti possono fare degli errori, Amy, nella vita. Ma l'importante, poi, è saperli affrontare e superare. Io voglio essere al tuo fianco, sempre, ma devo anche conoscere quella fase della tua vita!"
"Sto cercando di dimenticare!" Amy si asciuga gli occhi con la manica della felpa, mentre cerca di decidere su ciò che sarebbe meglio fare.
E, quando inizia a raccontare, decido di non interromperla per nulla al mondo.
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"Era una sera di maggio. Avevo diciassette anni e avevo appuntamento con mia cugina a casa di Emely.
I nostri genitori sapevano saremmo andate a mangiare fuori, al cinema, e poi io e Emely abbiamo detto ai nostri che ci saremmo fermate a dormire da Cassy, mentre Cassy disse a sua mamma che dormivamo da Emely.
Siamo andate a mangiare fuori, poi al cinema, e alla fine, siamo andate in discoteca.
Era una serata dedicata a persone maggiorenni, ma il cugino di Emely era tra gli organizzatori, quindi ci ha fatto entrare subito.
Appena siamo entrate, un ragazzo molto carino mi ha avvicinato e ha iniziato a chiacchierare con me, ignorando completamente i suoi amici.
Ero affascinata da lui, dai suoi piercing e dal suo modo di fare, e terminammo la serata a casa sua.
Emely e Cassy si intrattennero con me eun paio di amici di Ryan
Ryan offrì a tutti noi da bere e poi giocammo a Ruzzle.
Alla fine della quarta partita i ragazzi avevano già girato tre spinelli e, quando Ryan mi chiese se volessi accendere il quarto, dissi di si. Non avevo mai assunto droghe prima di allora, ma credevo che un tiro non mi avrebbe di certo uccisa.
Mi piaceva quel tipo e non volevo fare la figura della bambina.
Feci quattro tiri, nonostante quasi soffocai, ma poi, mezz'ora dopo, mi riuscì meglio.
Emely e Cassy all'inizio mi guardavano male, ma, alla fine, fumarono anche loro.
La mattina dopo tornammo a casa super emozionate.
Avevamo passato una serata troppo bella e poi avevamo fatto amicizia con gente più grande di noi.
Da quel giorno iniziai a frequentare sempre più assiduamente Ryan e la sua compagnia di sballati.
I miei genitori non erano d'accordo, ma non potevano fare nulla dato che, ogni volta mi impedissero di uscire, sfasciavo mezza casa o scappassi dalla finestra.
Una volta mi sono quasi uccisa cadendo da tre metri, ma non me fregava niente.
Ero in astinenza da Ryan e avrei fatto qualsiasi cosa pur di vederlo.
Una sera avevo litigato pesantemente con Ty.
Mi aveva detto che i nostri genitori non meritavano di avere una figlia come me.
Li stavo facendo invecchiare a vista d'occhio a causa delle preoccupazioni che gli stavo dando e alla fine le tirai una spinta talmente forte che cadde in terra sbattendo la testa contro il tavolo.
Perse i sensi e mio padre la caricò in macchina e la portò in ospedale insieme a mia madre.
Ovviamente, quando tornarono, non mi trovarono.
Ero corsa da Ryan e trascorsi la serata sdraiata sul divano, strafatta di cocaina.
Quando l'effetto di euforia svanì, mi prese la depressione.
Piansi per un'ora, finchè Ryan non ne preparò un'altra dose e me la fece sniffare tutta.
Da lì, da quel preciso istante capii che sarebbe stato impossibile per me tornare indietro.
la prima volta che abbiamo fatto l'amore, non me la ricordo neppure, e trascorrevo le mie giornate tra gli insulti di mia sorella, le lacrime di mia madre e i modi bruschi di Ryan.
Una mattina tornai a casa all'alba.
Ryan mi accompagnò dopo che avevamo litigato.
Lui aveva voglia di fare le solite porcherie, ma io avevo il ciclo.
Me ne fece una colpa e mi riaccompagnò a casa.
MIa madre e mio padre mi portarono da Suor Virginia ed io li lasciai fare.
Li insultai per tutto il viaggio, ma intanto sapevo che avrei trovato il modo per scappare.
Lo trovavo sempre.
Trascorsi giorni in astinenza.
Volevo spaccare ogni cosa e una sera scaraventai contro il muro la statua di un Santo, che andò in mille pezzi.
Suor Virginia cercava di starmi molto vicino, e quando ero in preda alle mie astinenze, pregava sotto voce, aspettando che mi calmassi.
La sera in cui scappai, avevo già progettato tutto.
Rubai la chiave che l'educatrice teneva in borsa, insieme a due banconote da cinquanta euro, presi la sua macchina e partii a tutta velocità.
Pensavo che volevo Ryan, lo volevo a tutti i costi, e poi non mi ricordo più niente.
Mi sono svegliata in un letto d'ospedale.
Harry mi guarda in silenzio.
E' stato zitto tutto il tempo e ho raccontato tutto ciò che voleva sapere.
"E la cicatrice?" mi chiede, poi.
"Me la sono fatta in macchina!"
Mi abbraccia forte a sè.
"Ne sei uscita, Amy. Ora devi solo dimenticare!"
Già, devo solo dimenticare.
Ma è impossibile.
Mi porge un fazzoletto pulito e mi soffio il naso.
Ho passato l'ultimo quarto d'ora a piangere, mentre le mie parole uscivano sincere e non oso immaginare quale sia il mio aspetto in questo momento.
Ma mi sento leggera.
Sento che il peso che portavo dentro di me, sia pian piano svanito.
Harry ora sa ogni cosa, e ha deciso di esserci, nonostante tutto.
Lo guardo vicino a me.
Sul volto leggo comprensione, sofferenza. E amore.
Quell'amore che mi dimostra sempre, e che ora, in questo momento, mi riempie di serenità.
Mi avvicino a lui e sfioro le sue labbra rosee con la mia bocca.
"Ti amo, Amy!" mi sussurra piano.
Mi siedo sul suo grembo e sento che ho bisogno di lui.
Adesso.
Qui.
Lo sfogo di questa sera è bastato per capire quanto sia importante per me.
Lo sapevo già.
Ma solo il fatto che non abbia commentato ciò che gli ho raccontato, ha trascinato i miei sentimenti ad un livello disarmante.
Ho chiuso con droghe, alcool, Ryan.
Adesso è Harry la mia unica dipendenza.
E sento che, oramai, non posso più farne a meno.
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