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"non è possibile che tu stia ancora dormendo!!" urla mia mamma, entrando come una furia in camera mia e dirigendosi verso la finestra per aprirla e farmi morire congelata.
Metto il cuscino sopra la testa e mi lamento, ma lei lo lancia in terra e mi tira giù le coperte, invitandomi poco delicatamente ad alzarmi.
Quando mi siedo sul letto e guardo l'ora la vorrei insultare.
Ma per davvero.
"Sono solo le otto di mattina!" dico, mentre lei mi guarda con uno sguardo assassino dalla porta.
"Devi lavarti, prepararti ed aiutarmi con Taylor a cucinare ed apparecchiare!" dice.
"non sono venuta qui per fare la schiava!" continuo io.
Sto camminando su un filo spinato, lo so.
"Amy Thompson!vedi di levare le tue chiappe da quel letto e vedi di non farmi tornare su un'altra volta" urla lei prima di andarsene dalla mia stanza..
Troppo spesso ultimamente sento dire Thompson, che quasi inizio ad odiare il mio cognome!
Mi alzo sbuffando di nuovo.
Capirai che allegria trascorrere tutto il giorno con gente straricca che per sentirsi migliore nella vita, decide di sentirsi importante sborsando una cifra esorbitante per dei bambini che vengono usati solo per far accrescere la propria fama.
In realtà mi pento subito di questo mio pensiero.
Ma la giornata è iniziata già male.
E non vedo l'ora che arrivi stasera.
Sento Taylor in camera che parla al cellulare con qualcuno e mi dirigo in bagno, sapendo di trovarlo libero.
Harry non mi ha più scritto da ieri.
E non so cosa fare.
Se gli scrivo io sembra che mi interessi qualcosa di lui, e non vorrei mai che pensasse una cosa del genere.
Ma non sentirlo mi fa provare qualcosa dentro come se mi mancasse.
Ma non è così.
Non mi manca.
O forse si.
Esco dalla doccia dopo un quarto d'ora e prendo i vestiti che mia mamma mi ha comprato ieri pomeriggio tornando dalla comunità.
Appena me li ha fatti vedere, quando è arrivata a casa, ho arricciato il naso.
Ma vabbè, per un giorno non morirà nessuno se mi vesto un po' elegante.
Indosso le collant ricamate e la gonna nera, una camicetta di seta bianca e un maglioncino azzurrino con rombi gialli e viola.
Che senso ha vestirmi ore prima dell'arrivo degli invitati? penso mentre mi asciugo i capelli col phon.
Sono pronta, quando decido di mettermi un po' di trucco leggero.
La mamma stamattina è agitata e non ho voglia di farla innervosire ancora di più.
Quindi decido di accontentarla, anche perchè so che ci tiene alla bella presenza.
La mattinata procede abbastanza bene, a parte che Taylor ha rovesciato sulla tovaglia pulita una parte di salsa di more che avevo appena terminato di preparare, e la mamma è entrata in crisi, cercando per tutta la casa una tovaglia adeguata all'occasione.
per fortuna l'ha trovata.
Dopo mezz'ora.
Ma l'ha trovata.
Papà scende dal piano superiore urlando "Sono arrivati gli ospiti ragazze!", attirando l'attenzione mia e di Taylor che corriamo verso l'ingresso.
Gli ospiti non hanno nemmeno il tempo di suonare al campanello, perchè mia mamma ha già aperto la porta di casa e sta sorridendo con una faccia da scema.
Potrei dirglielo, ma rovinerei il suo momento idilliaco. E decido di starmene zitta.
"Che piacere avervi qui!" esclama lei, non appena i ricconi escono dall'auto.
Io sono seduta sulle scale, e mi sta venendo una gran voglia di scappare al piano di sopra e chiudermi in camera mia.
Papà mi guarda severo ed io sbuffo quando incrocio lo sguardo di Taylor che mi fa cenno di sorridere.
Entra una donna bellissima, con dei grandi occhi chiari e dei lunghi capelli neri che le accarezzano delicatamente la schiena.
"Piacere, io sono Valery!" esclama porgendomi la mano.
Saluto poi Mark, il marito, che mi invita a dargli del tu, mentre io continuo a sorridere per finta.
"E questi sono Ken, Jake e lui è il nostro figlio minore!" sento la donna dire ai miei genitori.
Quando mi volto per vedere i figli dei benefattori, sono curiosa.
Taylor ha pregato tutto il giorno fossero fighi e simpatici.
E quando i miei occhi lo vedono, mi domando se non stia vivendo un sogno.
O un incubo, dipende dai punti di vista.
"E' un piacere, signor Thompson!" dice Styles, porgendo la mano a mio padre.
Quando mi vede, rimane di sasso.
"presentati anche alla signora Thompson, caro!" lo invita sua madre, dopo qualche secondo di imbarazzo.
Si presenta a mia mamma e poi viene verso di me.
Io gli sorrido imbarazzata.
"Piacere, Harry!" mi dice, ricambiando il mio sorriso.
Io resto imprigionata nel suo sguardo.
"Piacere, Amy!"
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