18

"Quindi, signorina Thompson, alla fine delle lezioni si presenti in segreteria!" mi ricorda il Preside, mentre esco dal suo studio.

Attraverso il corridoio, ripensando ad Harry e al motivo per cui fosse in Presidenza.

Arrivo davanti alla mia aula e resto lì per qualche secondo.

In questo momento ho voglia di tutto, tranne che di entrare in classe.

Credo, però, che mi convenga tornarci, se non voglio un'altra punizione.

Entro nella mia aula, e il prof sta interrogando Samantha.

"Si sieda pure!" mi invita il professore del cazzo, mentre continua a tartassare la mia compagna di domande ultra-difficili.

Quasi lei si mette a piangere. Ha gli occhi rossi, ed è in difficoltà.

Ma quanto può essere bastardo un mezz'uomo come lui?

L'unica cosa a cui penso ora è togliermi da sta merda di lezione.

E poi penso penso anche ad Harry.

E ai suoi occhi sui miei.

L'ora, per fortuna finisce, e il professor Smith saluta la classe, guardando me.

"Buona giornata!"

Tutti rispondono in coro, tranne me, e, appena esce dalla classe, metà compagni vengono da me.

Gli altri vanno intorno a Samantha.

"Cosa ti ha detto il Preside?" mi chiede un ragazzo, che conosco solo perchè frequentiamo qualche lezione insieme.

"Che oggi, dopo le lezioni, sarò in punizione" rispondo, infastidita da tutte queste attenzioni.

Mi avvicino a Samantha.

"Mi spiace!" dico, riferendomi all'insufficenza che ha appena preso.

Lei piange.

"Mi rovinerà la media!"

Io le accenno un sorriso, comprensiva, ed esco, avviandomi verso la macchinetta del caffè.

Resto qualche minuto in coda e, quando tocca a me, prendo i pochi spiccioli che ho in tasca per inserirli nella fessura mangia soldi, quando Harry appare dal nulla.

"Te lo offro io!" mi dice, mentre schiaccia il pulsante che dà il resto.

"Non devi!" dico, scocciata.

"Tranquilla! mi fa piacere."

Mentre mi porge il mio caffè macchiato pieno di zucchero, mi sorride.

"Anche tu dal Preside!"

"Si!"

"E come mai?" mi chiede.

"Perchè il prof di astrofisica è un bastardo." rispondo, ustionandomi la punta della lingua con il caffè bollente.

Devo ricordarmi di soffiare la prossima volta che berrò un caffè davanti ad Harry, penso, mentre lui ridacchia.

"E tu? Perchè?" sono curiosa di sapere cosa ha combinato.

"Mah, in realtà ho fatto solo un po' di casino in corridoio, niente di più!" mi risponde, vago.

"Ci vediamo!" Harry mi saluta, per andare alla lezione successiva.

"Grazie, per il caffè!" dico, sorridendo.

Lui si volta verso di me, mi fa l'occhiolino, e si avvia verso la sua aula.

Le ultime due ore di lezione trascorrono lentissime.

Se penso che dovrò stare qui dentro fino al tardo pomeriggio, mi viene un colpo!

E poi che punizione sarebbe scrivere un articolo per il giornalino scolastico analizzando il motivo per cui bisogna essere educati e rispettosi nei confronti degli insegnanti e dei luoghi condivisi con gli altri?

Ok che il Preside è giovane, moderno e tecnologico.

E che ha portato un po' di modernità in questi sei mesi in cui ha ottenuto l'incarico, ma cazzo.

Ora come ora preferivo pulire tutta la palestra o, in alternativa, prendermi qualche bacchettata sul dorso delle mani e farla finita li!

Arrivo al mio armadietto per posare i libri, e prendere la mia borsa, quando qualcuno mi raggiunge.

"Ehi, ho saputo tutto!" mi dice Lou alle spalle, facendomi prendere un colpo.

"Si, penso che lo sappia già tutta la scuola!" esclamo, notando alcune studentesse nel corridoio che parlano a bassa voce tra di loro, guardandomi.

"Anche Styles ha combinato un bel casino, oggi!" mi informa.

So che ha combinato qualcosa che non doveva fare.

L'ho incontrato mentre lui usciva dalla Presidenza ed io entravo, ma non ho idea di cosa abbia fatto.

"Ah si?" chiedo con indifferenza, ma attenta alla risposta.

"Si. Ha litigato con Summer per qualcosa e ha spaccato l'anta di un mobiletto in corridoio al secondo piano!"

"Ha litigato con Summer?" chiedo io.

"Si, e ha spacc...!" Si interrompe, mentre vede Harry passarci affianco, attraversando il corridoio.

Harry sembra non notarci, e quando lo perdo di vista tra la folla di studenti che stanno uscendo dall'edificio, lo sprono a continuare.

"Quindi?" Chiedo a Lou.

"Niente, quindi litigavano per qualcuno e lui si è incazzato!"

Guardo l'ora, mentre il megafono informa tutti gli studenti della mia esistenza.

"La signorina Thompson è attesa in segreteria!"

La voce acuta rimbomba nel corridoio e io sbuffo.

"Mi sa che qualcuno ti sta aspettando!" mi canzona Lou.

Io lo guardo male, e poi lo saluto.

"Ciao Lou!"

"Ciao Amy, non divertirti troppo oggi!" ride, e se ne va, mentre io chiudo l'armadietto e mi avvio verso la segreteria.

"Buongiorno, signorina!" dice la signora dietro la scrivania.

"Può firmare questo foglio, e quando ha finito, si ricordi di passare per firmare l'uscita!" mi informa.

Io prendo la penna che mi sta porgendo e faccio uno scarabocchio che vorrebbe significare Amy Thompson.

"Benissimo, ora può andare in aula informatica. Ricordatevi di chiudere a chiave, prima di uscire."

Io saluto la signora, e mi avvio verso l'aula che mi ha indicato.

La porta è aperta e sento il rumore di un computer avviarsi.

Immagino di trovare il professore di informatica, o Paulina, la ragazza che si occupa del giornalino della scuola ma, quando entro, trovo Harry.

Lui mi guarda.

E mi ipnotizza.

I suoi riccioli ribelli.

Il suo sorriso.

I suoi occhi.

Tutto si ferma, intorno a me.

"Ehi, Amy!" mi dice, riportandomi alla realtà.

"Harry!" dico.

"Non dirmi che anche tu..." chiedo.

"Si, anche io devo scrivere con te quella boiata di articolo!"

"Chepppallle!!!" dico, avvicinandomi al computer acceso e sedendomi.

Harry si siede vicino a me e inizia ad aprire il documento vuoto sul monitor.

"Bè, scusa se devo per forza stare qui!" risponde con lo scazzo.

Io subito non capisco.

Poi realizzo.

"Ma noooo. Chepppallle per l'articolo, mica perchè lo devi scrivere con me!!" lo rassicuro.

Lui mi guarda e mi sorride.

Il tramonto più bello, non potrebbe mai essere paragonato ad Harry, in questo momento.

"E così hai trattato male il tuo professore?" mi chiede, sogghignando.

"Si, lo odio!" esclamo.

"Diciamo che tu odi un po' tutti!" ride Harry, e io gli tiro una sberletta giocosa sulla testa.

Inizia a scrivere il titolo a caratteri cubitali, e cerchiamo qualche immagine in Internet da incollare sul nostro articolo.

Rido quando cerca su google Ralph Spaccatutto e incolla l'immagine su words.

"Daiii!" rido io.

Harry ride con me, ed è la sensazione più bella del mondo.

Dopo quella che ho provato durante il nostro bacio.

Ok, ora entro nella fase "mi-incupisco-ma-non-chiedermi-perche" e divento seria, tutto d'un tratto.

"Non farai mica di nuovo i musi eh!" mi rimprovera Harry, vedendo che non rido più al suo giochetto.

"Dai, continuiamo, non ho voglia di fare notte qui dentro!" sbuffo.

"Che palla che sei, Amy!" mi dice Harry.

Iniziamo a scrivere il nostro articolo, mentre sentiamo un vocio di persone uscire dall'edificio.

Il silenzio, ora, regna intorno a noi.

"Dobbiamo per forza finirlo oggi?" gli chiedo.

"Temo di si, lo pubblicheranno lunedi, e domani inizia il week-end!"

Mio Dio! Non ci pensavo più!

Domani verrà Liam!

E sento un po' di agitazione crescere dentro di me.

Finiamo il nostro articolo dopo circa due ore. E' difficile scrivere cose che non pensi realmente, soprattutto quando devi pensare ai motivi per cui non dovresti mandarei a cagare il professore più stronzo sulla faccia della terra.

"Questo articolo fa schifo!" rido io, mentre Harry me lo rilegge ad alta voce.

"Non ci provare neanche!- mi riprende- Com'è, è. Non ho intenzione di stare altre due ore qui!"

Io rido, e faccio spallucce.

D'altronde il Preside ci ha detto di scrivere un articolo, non di scriverlo bene.

Ci alziamo e, mentre prendo le mie cose, Harry spegne il computer.

Usciamo dalla stanza e chiudiamo la porta a chiave.

"E' stato divertente, dai!" mi dice lui, mentre raggiungiamo il mio stipetto, per prendere la mia giacca.

"Si, diciamo di si!" rispondo io "Specialmente quando stavi zitto!" lo prendo in giro.

"io sono divertente, quando sto zitto, solo quando faccio una cosa!" mi dice, a un centimetro da me.

"Ah si, e che cosa?" chiedo io, pensando a nulla.

"Questo!"

Si avvicina a me, ed io chiudo d'istinto gli occhi.

Quando le sue labbra toccano le mie, li riapro per un attimo.

E' tutto così bello, quando sono con lui.

E' tutto così tremendamente bello da fare quasi male.

Non posso innamorarmi di lui.

Non posso.

Mi farà soffrire, lo so.

Chiudo di nuovo gli occhi ed assaporo questo momento, come se fosse l'ultimo istante della mia vita.




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