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Dopo che tutti quanti se ne furono andati Marco mi chiese se volessi che rimanesse un altro pò con me, ma ripensando al fatto che i miei genitori sarebbero potuti arrivare ad ogni ora quella notte, quindi ci limitammo a salutarci con un bacio, poi lui tornò a casa ed io entrai in camera mia e stetti un pò sui social a scorrere la pagina principale di insta per poi addormentarmi e svegliarmi il giorno dopo con la voce di mio padre che bussava alla porta della mia camera.

La giornata inizia ed è già abbastanza noiosa, faccio colazione con i miei per poi salire a studiare per l'esame di Analisi 2 al quale ancora manca un eternità nonostante ormai sappia ogni singolo concetto del mio libro meglio di quanto conosca i testi delle mie canzoni preferite.

Provo a disegnare un pò, poi mi assale un momento di noia, afferro il pc dalla mia scrivania e mi siedo sul letto, ieri Gabriel era riuscito ad insinuare una piccola curiosità in me, cerco i vibratori a coniglietto e guardo un pò i vari modelli.

Li avevo già visti altre volte, non è neanche tanto strano vedermi d'avanti tutte quelle immagini di vibrstori dalle forme e dai colori più strambi, ma il fatto che li stia guardando per il semplice fatto che Gabriel mi vedesse conto come una tipa da coniglietto mi fa sentire in parte strana.

Chiudo di scatto il sito e cerco di cancellare tutte le immagini e anche Gabriel dalla mia testa.

Anche se... tutte quelle immagini...

No, devo rimanere seria, non ho tempo da sprecare, anche se non penso mi concentrerò sui libri, voglio liberarmi un pò la mente dal sesso, sono stata tutto questo tempo senza.

Peccato che la mia concentrazione non sembra voler durare molto, è ancora presto, ma ho già una chiamata persa da Marco e un sacco di messaggi dal gruppo oltre che suoi.

Il buongiorno e un invito a passare il pomeriggio a casa sua al mare insieme.

Lo ignoro un altro pò, poi gli rispondo che possiamo vedere, intanto di uscire un pò in giro, sento il bisogno di stare in gruppo, quasi come se sentissi il bisogno di avere persone intorno, oppure non voglio rimanere sola con Marco, ieri é stato strano vederlo affettuoso in quel modo è in più credo di esserci rimasta male per il rifiuto di passare la notte scorsa da soli.

Certo, anche sapere che anche non essendo vergine sono tre anni che non mi tocca neanche con un dito mi ha infastidito.

Ma dovrei parlarne con lui di queste cose, se le tengo per me che razza di fidanzati saremmo?
Quelli che non si dicono le cose e stanno insieme cercando di non ammazzarsi a vicenda?

Eppure quella parte di me, orgogliosa non vuole mostrarsi vulnerabile neanche con lui, come se non volessi dargli vinta il fatto che abbia il potere di farmi stare male.

Le cose sembrano peggiorare,non capisco cosa c'è che non va, ma so che sicuramente c'è qualcosa.

Molto spesso mi è venuto il dubbio di stare portando avanti una storia a senso unico, ma voglio ancora convincermi che non è così, conosco i sentimenti che provo per Marco e so anche quanto sia stata importante per lui, che ha deciso di stare con me nonostante non parlassi con il suo migliore amico con il quale era sempre stato come un fratello.

Marco mi ama, anche se a modo suo, come io amo a modo mio.

Il telefono squilla, è Gabriel.

<Chicca, ho sentito Marco, Anto e le altre, oggi ho casa libera io, si pranza da me>

Quasi mi annoio a dover uscire di casa oggi, ma si prospetta sicuramente un pranzo eccellente e non riesco a rifiutare.

<va bene Gab, dimmi solo per che ora devo arrivare>

< Anche fra mezz'ora, quando vuoi in realtà, mangiamo sul tardi>

< Il tempo di prendere la moto, oppure si beve?>

Lo sento ridere.

<Vado a prenderti una bella bottiglia di vino, ho capito, oggi bevi e strip per il gruppo>

Difficile, di solito se bevo a livelli da ubriacarmi a schifo la maggior parte delle volte mi sento come rintontita e finisco a stare ferma e buttata su divani, sedie, letti o qualsiasi cosa mi trovi accanto.

Effettivamente il vino mi da assai alla testa.

< Mi sa che passò, comunque penso che mi farò accompagnare>

<Va bene, ti aspetto>

È così gentile nei miei confronti, mi sembra quasi strano non aver mai avuto un vero rapporto con lui, credo che a parlare di più, saremmo stati buoni amici.

Arriva il messaggio di "cambio piano" di Marco e inizio a frugare in giro per cercare una maglietta decente, anche se sembra che di pulito mi restino solo dei top, passerò la giornata a cercare di non rimanere con le tette al vento, ho capito.

Jeans, top nero, scarponi anche se ci sono 50 gradi e si va, fortunatamente mia madre ha voglia di guidare oggi è non mi tocca stare in piedi.

<Carlò, spero tu stia anche studiando oltre cazzeggiare sempre con i tuoi amici>

Alzo gli occhi e annuisco, poi scendo ad aspettarla in macchina, non ci mette nulla a scendere fortunatamente.

Il rapporto con mia madre è di amore odio, lei non capisce il mio modo di essere e io non capisco le sue preoccupazioni, ho sempre pensato che non si fidasse di me, anche se a volte la capisco, non posso perdonarglielo, dopo tutte le cose fatte per dimostrare di essere responsabile nonostante il mio stile di vita discutibile.

<Da chi ti devo accompagnare?>

<Gabriel.>

So che vorrebbe dire "Non è che siete soli?" O cose simili, ma si limita ad annuire e partire.

Per tutti i minuti insieme in macchina regna un silenzio snervante.

Poi arriviamo e la saluto con un cenno della testa prima di suonare al campanello.

Gabriel apre immediatamente, come se già sapesse che stavo per suonare.

< Giorno Chicca, sei la prima, wow, a puntualità non ti fotte nessuno>

Si, il ritardo non è fra i miei difetti, mi innervosisce l'idea che qualcuno debba aspettarmi.

Però è strano come io non mi faccia problemi ad aspettare gli altri, non so, sarò fatta male io.

<Beh tanto piano piano arriveremo tutti ad aspettare Lucia per tre ore>

<Giusto, quella ragazza ha un potenziale per passare tre ore a prepararsi per uscire quando siamo persone che potrebbero venire anche in pigiama per quanto ce ne frega>

Io sono una che potrebbe uscire in pigiama per una serata di gala, ma detta da uno che è a casa sua con la camicia non ha molto senso.

< Bello il tuo pigiama>

Sorride e basta, mi fa strada per potermi sedere in sala dove trovo la tv aperta sui Griffin.

< Il mio paradiso>

Lo vedo confuso.

< Beh mangiare la tua cucina che è ottima, un divano e i Griffin, il mio paradiso>

<Ti manca solo un Long Island di Francesco>

Giusto, in verità mi piacerebbe avere una casa con un angolo bar dove Ciccio prepara costanti cocktail, anche se penso che cambierò in questi giorni.

<Ciccio e il suo Shaker fanno parte del paradiso Delux, quello dove fumo ganja con Snoop Dogg e uno shottino con De Andrè.>

< Minchia, qualcosa'altro?>

<Magari una sveltina con James o Marilyn>

<Pensi solo al sesso, sei incredibile, non è che con Ciccio fai Marcolino cornuto eh?>

Mh no, penso all' alcol, alla bamba e poi al sesso, ho delle priorità nella mia vita, che non quelle giuste tipo laurearmi e lavorare, ma che comunque sono delle belle priorità.

<Nah sono off-limits>

<Giusto giusto, prendo qualcosa da mangiare, tu fai come se fossi a casa tua>

A casa mia ... e fu così che mi ritrovò a testa in giù sul divano, comunque mi siedo e mi fisso al cartone finchè non lo vedo arrivare con un tubetto di pringles all'erba cipollina, effettivamente quelle nel mio paradiso non possono mancare.

<fantastico, ora sì che si>

Prendo una patatina ed inizio a sgranocchiarla, potrei divorarle tutte, ma cerco di mantenere quel briciolo di faccia che mi resta.

<Dici che arriveranno presto?>

<Magari hanno deciso di prepararsi bene>

Giusto, io sono l'unica frettolosa e non curante della sua immagine, è una delle mie peculiarità sembrare una barbona nonostante potrei permettermi probabilmente di avere ogni giorno vestiti firmati.

<che hai fatto fino ad ora?>

<Beh veramente ho ordinato il tuo regalo per il compleanno, sarà solo fra una settimana>

<Che sei idiota, non devi prendere niente, già mi mette ansia l'idea che ho un anno in più.>

Lui sorride e scrolla le spalle con indifferenza, in fondo è più dolce di quello che mi ha sempre mostrato.

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