XLI ~I Reali~
Un castello. Macchine lussuose. Un giardino enorme, ben curato e con una fontana al centro attiva ventiquattro ore su ventiquattr'ore. Gente altolocata.
Quello era il sogno di ogni bambina, sentirsi una principessa per una sera.
Eravamo appena arrivati davanti alla tenuta dei Reali di Northside, in auto non avevamo fatto altro che parlare dello svolgimento della serata. Avevo il cuore che scalpitava come un cavallo imbizzarrito nel petto e una morsa allo stomaco rischiava di farmi vomitare. Melinda era. nelle mie medesime condizioni, ma sia Sandel che Gabriel stavano provando a distrarci con assurde battutine fuori luogo; volevano aiutare noi, ma si vedeva lontano un miglio che erano loro quelli che avevano bisogno di aiuto.
Da come avevi capito, quella sera non sarebbero stati presenti solo i Sovrani di Northside, ma anche il Re dei lupi; colui che veniva considerato il più antico, potente e saggio. Ormai avevo accettato la loro presenza, non potevo più rinnegarla, ma tutto mi appariva ancora strano e sconnesso.
Scendemmo dalla lunga limousine e ci incamminammo verso un vialetto asfaltato. All'ingresso venimmo accolti da un cameriere che ci offrì un calice di champagne e ci indirizzò verso il salone principale.
Io e Melinda ci guardavamo attorno incantate, tutto era come avevo sempre immaginato, a partire dalla singola piastrella luccicante del pavimento al vistoso lampadario in vetro.
Gabriel mi prense a braccetto e mi trascinò verso il centro della sala.
I presenti parlavano animatamente tra di loro e si salutavano con una veloce stretta di mano. Il branco sembrava essere particolarmente teso, tant'è che se ne stava in disparte e sembravano non avere intenzione di interagire con gli altri invitati.
«Sembrano essere tutti molto tesi», diedi voce ai miei pensieri.
«Penso sia logico, la maggior parte degli invitati sono vampiri», rispose lui con noncuranza, facendomi sgranare gli occhi. Mi aggrappai maggiormente al suo braccio e lo sentì ridacchiare. «Puoi stare tranquilla, sono persone di cui ci si può fidare; non avremmo stretto un trattato di pace con loro altrimenti.»
«Io... Io non avrei mai pensato che lupi e vampiri potessero instaurare una pace, nelle leggende si narra da sempre che siete nemici.»
«Ed era così un tempo, il nostro Re è un uomo benevolo e pacifista, non ama creare inutili guerre. I sovrani di Northside sono da sempre i vampiri più stimati non solo nel loro mondo, ma anche in quello umano. Non hanno avuto problemi ad accettare la nostra proposta, anche perché nella storia del nostro mondo mai è successa una cosa del genere, saremo sicuramente in vantaggio nel caso in cui scoppiasse una guerra.»
«Da come ne parli sembrano essere persone a dir poco perfette, sono curiosa di incontrarli... Toglimi una curiosità, hanno occhi rossi e pelle pallida?»
Ridacchiò silenziosamente, «occhi rossi normalmente no, ma sono un po' pallidi.»
«Gabriel dobbiamo rendere omaggio al Re», si avvicinò Sandel e la mia amica subito si materializzò accanto a me.
«Qui ci sono solo nobili e, santo Cielo, come devo comportarmi davanti ad un Re?», mi sussurrò spaventata.
«Cosa vuoi che ne sappia, forse dobbiamo inchinarci...»
«Sì... Sì, hai ragione!»
«La finite di borbottare? Il Re vi sta fissando», esclamò decisamente a disagio Sandel.
Sobbalzai e mi guardai attorno, eppure non riuscivo ad inquadrare qualcuno che ci stesse fissando, anzi sembrava che nessuno si fosse accorto della nostra presenza.
Una mano calda si posò sulla mia schiena e mi invitò a fare qualche passo in avanti, nel frattempo una ciocca ribelle mi ricadde sul viso ed ebbi appena il tempo di spostarla dietro l'orecchio, che un uomo sulla cinquantina comparve davanti a noi.
Indossava un bellissimo abito elegante fatto su misura di seta, sul capo brillava una corona in oro arricchita con rubini rossi incastri perfettamente tra di loro. L'aspetto dell'uomo era ben curato, nemmeno un filo di barba rovinava quel viso quasi perfetto e privo di rughe.
«È un piacere avervi qui, Sandel e Gabriel, vi siete persi la mia entrata», esclamò l'uomo, bevendo un sorso dalla coppa che sorreggeva con la mano destra.
«Possiate perdonare il nostro ritardo, è un immenso piacere rivedervi», Sandel fu il primo a parlare, abbassando leggermente il capo in segno di rispetto.
«Negli ultimi anni siete cresciuti parecchio, a stento vi ho riconosciuti», puntò poi lo sguardo su Gabriel. «Gabriel, a quanto vedo sei migliorato parecchio. Sono felice che ti sia ripreso.»
«Si cerca sempre di migliorare.»
«Sicuramente. Queste due adorabili fanciulle chi sarebbero... Sono umane?», chiese quasi sorpreso, arricciando di poco il naso; possibile che ci avesse fiutate?
«Sì, per stasera sono le nostre accompagnatrici. Lei è Melinda, mentre la compagna di Gabriel si chiama Oks.»
«È un piacere fare la vostra conoscenza», Melinda fu la seconda ad avere il coraggio di parlare, improvvisando un banale semi inchino, seguita a ruota da me.
«È la prima volta che portare delle compagne, devo dedurre quindi che ricoprono un ruolo fondamentale per voi», il silenzio calò, eravamo importanti per loro? Bhe... Melinda lo era sicuramente per Sandel. «Comunque sia, i miei complimenti, sono delle bellissime ragazze, avete fatto una buona scelta. Mi piacerebbe conoscerle in un luogo appartato, vi invito tutti ad un pranzo prima della cerimonia del ventiquattro.»
Il nervosismo prense di nuovo il sopravvento, un pranzo con un Re? In quale assurdo sogno ero capitata?
«Vi ringraziamo per l'invito e siamo onorati di accettare.»
Accettare cosa Sandel? Era impazzo!?
Il Re fece per dire qualcos'altro, ma venne fermato da una gran voce. Tutti ci voltammo verso la lunga scalinata che vi era al centro dell'immenso salone. Davanti al tendaggio rosso, vi era un uomo che stava annunciando l'ingresso dei Reali. Ricollegai l'udito alla realtà, nel momento esatto in cui egli pronunciò: «Sua altezza Reale, in compagnia della Regina Jane e delle sue due figlie, la principessa Meredith e la principessa Elena.»
I quattro Reali fecero il loro ingresso ed io per poco non mi strozzai con la saliva. Dio mio, erano la perfezione in assoluto. Sul capo di ogni uno brillava una corona composta da diamanti e zaffiri, le donne della famiglia indossavano uno stretto corpetto seguito da un'ampia gonna, mentre il Re il classico smoking elegante che indossavano tutti presenti, eppure indosso a lui aveva un effetto totalmente diverso; era una tentazione per gli occhi.
«Lui... Lui sembra un Demone tentatore», esclamai, boccheggiando.
«Quasi», mi rispose Gabriel, «è un ibrido.»
Cosa intendeva?
Con eleganza li vidi scendere la lunga scalinata e si affrettarono a salutare amichevolmente coloro che si erano avvicinati per dargli il benvenuto. Le due ragazze sembravano essere gemelle e la loro bellezza era disarmante; due modelle prese da qualche rivista. Entrambe erano la miscela perfetta dei due genitori, con occhi chiari e capelli castani. Le divinità greche non erano nulla a paragone con loro.
Senza nemmeno rendermene conto, stavo camminando nella loro direzione in compagnia degli altri. Mi stavano letteralmente trascinando, mentre i miei piedi sembravano essere di piombo.
La prima a voltarsi nella nostra direzione fu la principessa con indosso l'abito rosso, ci sorrise radiosamente e piegò le ginocchia in una perfetta riverenza. «È un onore avervi qui, futuro Alpha», si rivolse a Sandel educatamente. «Ed è un immenso piacere conoscere tutti voi.»
Mi guardai attorno, rendendomi conto che il Re dei lupi non era più con noi, bensì si era appartato con due uomini di cui non conoscevo la provenienza; è assurdo pensare che lì ci fossero vampiri e lupi, così come era impossibile capire chi appartenesse ad una razza e chi all'altra, esteriormente mi sembravano tutti umani.
«Principessa Meredith, è da molti anni che non ci vediamo.»
«Sì, l'ultima volta che ci siamo incontrati avevamo undici o dodici anni, non ricordo.»
Subito dopo si avvicinò la sorella, anch'essa avvolta in un lussuoso abito verde scuro. «È un piacere rivedervi», si voltò poi verso di me, «tu devi essere Oks.»
Sgranai gli occhi e schiusi le labbra per poterle chiedere come conosce il mio nome, ma dalla mia bocca non uscì nulla, nemmeno una sillaba.
«Sono una strega, ho previsto il tuo arrivo.»
C'erano anche streghe lì? Lei era una strega?!
«La vedo leggermente pallida, sono umane le ragazze, quindi deduco che non siano abituate a questo genere di situazioni.»
«Sì, è la prima volta che partecipano ad una cerimonia di questa portata. Faticano ancora ad interagire con i membri del nostro mondo.»
«Ed è logico», prense parola la Regina, avvicinandosi. «Posso capire il loro smarrimento, anche mia madre era solo un'umana prima di conoscere mio padre.»
«Vi ringraziamo per l'invito», un'imbarazzata Melinda spiccò parola per la prima volta dopo tempo.
«Grazie a voi per aver accettato», la Regina venne affiancata dal Re.
«Bene, adesso basta con le formalità, non è di certo da noi. Godetevi al meglio la serata e rilassatevi... soprattutto tu, non devi temere nulla», la Regina mi aveva davvero rivolto la parola? Sarei potuta svenire in quel preciso momento.
«Silenziosa la ragazza...»
Oh, no, sicuramente mi avrebbe etichettata come maleducata!
«È molto timida», mi venne in soccorso Gabriel, mentre lo ringraziavo mentalmente.
La conversazione si concluse lì, dando poi inizio ai balli e alla presentazione di Sandel e Gabriel davanti a tutti gli invitati. In quei quattro mesi li avevo etichettato entrambi come miei nemici, eppure nel momento esatto in cui erano saliti sulla scalinata ed avevano esposto il loro discorso, non potei che fare essere orgogliosa di loro. Gli invitati li avevano osservati con amore e stima, con uno sguardo che a me non era mai stato rivolto.
Gabriel nonostante l'ansia aveva affrontato il pubblico con sicurezza e determinazione, il suo sguardo -però- era sempre posato su di me, come se io fossi la sua colonna. Non volevo assolutamente illudermi di qualcosa che non esisteva, ma mi ero sentita onorata in quel momento.
Speravo solo che il pranzo dell'indomani fosse piacevole come lo era stata quella serata.
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