LXXII ~Complici~
Gabriel
Le zampe calpestavano il terriccio ancora umido dalla scorsa pioggia. L'aria che si respirava sapeva di erba bagnata e fiori profumati.
Io e mio fratello ci fermammo nei pressi delle nostre terre sacre, sgranchendoci le zampe dopo una lunga corsa mattiniera. Entrambi avevamo bisogno di correre un po' e siccome i posti per la ronda erano vuoti, ci eravamo offerti noi.
«Non possiamo proseguire oltre, Oks dice che probabilmente il veleno inizia da lì», esclamò Sandel telepaticamente, sedendosi su due zampe e grattandosi il muso con una delle zampe anteriori.
«Mmm...», mi limitai a rispondere, ripensando agli ultimi avvenimenti e soprattutto alle perdire avute. Perché le nostre maschere non funzionavano più? Nemmeno la Regina aveva saputo dare una spiegazione a ciò. Cos'era realmente cambiato nel veleno dei Rosius?
«Gabriel», la sua voce mi riportò alla realtà. «Ti devo delle scuse. Mi sono comportato malissimo con la tua compagna, non ho mai visto Oks come una nemica, eppure l'ho etichettata come tale.»
«Tranquillo, eri stressato e preoccupato per il branco.»
«Ma ciò non mi giustifica. Ammetto che senza Oks non avremmo mai dato una soluzione ai problemi, né avremmo avuto belle informazioni su Beliel.»
Abbozzai un sorriso, «eh... Già, la mia volpe colpisce sempre.»
«La tua volpe eh?»
Entrambi ci zittimmo, quando avvertimmo la presenza di altre due persone. Subito ci alzammo ed usammo la vegentazione come nascondiglio, abbasando i musi fino quasi a sfiorare il suolo e restando immobili e in allerta. Rilassammo subito i muscoli, però, quando vedemmo avanzare tre vampiri, i quali ridacchiavano tra loro e parlavano di chissa cosa.
Sandel fu il primo ad uscire dal nascondiglio, forse un po' troppo velocemente, poiché i tre vampiri scattarono con un balzo indietro intimoriti e allarmati.
«Ah... È solo uno dei lupi», sospirò quello più alto. Evidentemente non avevano capito che quello era Sandel, nonché l'Alpha.
Ci squadrarono per brevi istanti, dopodiché continuarono con la loro perlustrazione. Sapevo che il Re li aveva incaricati di perlustrare la zona di tanto in tanto, ma non avrei mai pensato di trovarli lì; si erano inoltrati fin troppo nel bosco.
«Anche se siamo alleati non ci vedono di buon occhio», la voce di mio fratello mi riportò alla realtà.
«Mi sembra più che logico, sono comunque vampiri», scossi il muso, annusando l'aria. Era in arrivo un'altra tempesta maledizione. «Torniamo a casa, il nostro turno è finito», lo vidi annuire.
Ci impieghammo circa quindici minuti per tornare a casa, la voglia di restare nel bosco e di correre liberamente era tanta, ma purtroppo ero costretto a rincasare onde evitare qualche problema.
Mettemmo al corrente il branco delle poche informazioni ottenute e li avvisammo delle zone ormai a noi inaccessibili.
«Come mai sei a casa mia? Pensavo stessi con Melinda.»
«Dopo scuola lei ed Oks sono andate al bar dei suoi a studiare. Non so come facciano a pensare allo studio con tutti i problemi che abbiamo, ma a quanto pare riescono a distrarsi per un po'», rispose lui, cadendo sul divano con un tonfo.
«Ogni tanto fa bene un po' di routine, la loro vita è stata scombussolata di punto in bianco ed è giusto che abbiano a disposizione un po' di tempo da dedicarsi alle loro passioni.»
Accesi la televisione ed estrassi due joystick dal mobile sottostante. Ne lanciai uno a mio fratello con un sorriso ed inserii uno dei nostri giochi preferiti.
«Oks ti ha mai parlato dei suoi piani dopo il diploma? Quando tutta la situazione si sarà risolta?»
Perché mi poneva tale domanda?
«In realtà non ne abbiamo mai parlato, ma non penso che abbia grandi piani.»
«Mmm capisco.»
Misi il gioco in pausa e mi volai verso di lui, «cosa devo sapere?»
«Nulla, era una semplice domanda.»
«Non sei bravo a mentire Sandel, soprattutto con me.»
Emise uno sbuffo e si passò una mano tra i capelli, «non spetta a me dirtelo, inoltre non so nemmeno se sono sicure.»
«Sicure di cosa?»
«Oks e Melinda avevano programmato di partire dopo il diploma e di continuare gli studi, ma ovviamente non sanno nemmeno se verranno ammesse agli esami finali.»
«Partire...», ripetei, tamburellando i polpastrelli sul joystick. «Farebbe bene... Ad inseguire i suoi sogni, intendo.»
Potevo benissimo percepire lo sguardo di mio fratello su di me, per poi sbloccare il gioco e continuare la partita.
Certo, ero sicuro della mia risposta, volevo che Oks inseguisse i suoi sogni come non avevo potuto fare io; anche se ciò significava allontanarla da me. Se lei era felice, potevo accettare di tutto.
Il mio monologo venne interrotto dal bussare alla porta. Fui costretto ad alzarmi ed aprire, trovando con sorpresa la Regina.
«Ciao Gabriel, scusami se ti disturbo, ma ho scoperto un bel po' di cose e voglio tenervi aggiornati.»
Una Regina che si scusava?
«Non deve scusarsi, assolutamente, prego si accomodi», le feci spazio mentre anche mio fratello ci raggiungeva.
Mai nella mia vita avrei pensato di vedere una Regina sporcarsi le mani per il suo popolo. Solitamente i Reali dettavano ordini dall'alto e i sudditi eseguivano anche a costo della vita. Loro invece non erano cosi, loro si sacrificavano per il bene del popolo e non avevano paura di mettersi in gioco; erano dei sovrani esemplari e la mia stima non poteva che riversarsi su tutta la loro famiglia.
«Quindi è il materiale il problema?», pose la domanda Sandel.
«Non il materiale in sé, bensì il modo in cui è stato creato. Le vostre maschere sono state create con il ferro, ma nel momento in cui sono state forgiate, è stato usato il giglio che aveva il compito di proteggervi. Da quando il veleno dei Rosius è diventato più potente, la semplice protezione non basta. Le mie figlie hanno analizzato per bene il veleno e hanno scoperto che esso è stato potenziato con la magia oscura, ecco perché abbiamo bisogno di nuove maschere che siano in grado innanzitutto di purifarcarlo. Sappiamo come crearle e sappiamo cosa usare per quel determinato compito, l'unico problema è il materiale. Per far si che tutto vada secondo i piani, c'è bisogno di una pianta aromatica che raramente usiamo noi in magia, ossia l'alloro. Purtroppo esso ha un patere devastante sul ferro, lo squaglia quasi come se fosse un acide. Al mondo esiste solo un materiale in grado di resistere, ossia l'oro.»
«L'oro?», ripetemmo io e mio fratello all'unisono.
«Tecnicamente le maschere servirebbero ad ogni membro del branco più ad ogni componente della fazione vampira, dovremmo essere ultra miliardi per permetterci tutto quell'oro», continuò mio fratello.
«I vampiri, perdonatemi Maestà, non sono già morti? Il veleno non dovrebbe avere alcun effetto su di loro», riflettei.
«Hai ragione, Gabriel, i vampiri sono già morti e dunque immortali, ma non dimenticare che loro possono ri-morire e per riprendersi c'è bisogno di qualche minuto. Immagina in una battaglia, appena essi si inoltreranno nella nube di veleno moriranno uno ad uno, per riprendersi ci vorranno minimo tre minuti e in quel lasso di tempo voi lupi sarete da soli. Ricorda, però, che questa cosa viene ripetuta ogni qualvolta entreranno in contatto con il veleno e siccome Bilel, sono sicurissima al cento per cento, renderà la foresta il campo di battaglia, i vampiri saranno del tutto inutili; nel momento in cui si risvegliano, muoiono.»
«Il ragionamento non fa una piaga», sospirai, «ma da dove prenderemo tutto quell'oro, dovremmo rapinare come minimo dieci gioiellerie.»
«Nono, niente rapine tranquilli, abbiamo pensato anche a questo. Attualmente le mie figlie stanno parlando con le vostre compagne, a quanto pare sostengono che Oks sappia come aiutarci, lo hanno visto durante un incantesimo, ma non so altro.»
«Oks? Avete scoperto tutto questo nell'arco di un paio di giorni?»
«Certo che si, ho trecentocinquanta anni sulle spalle e un bel po' di esperienze in guerra», risponse lei quasi pavoneggiandosi.
Aveva appena detto trecentocinquanta anni??
Non pensavo fosse cosi vecchia! Era arzilla, dolce, comprensibile... Ma vecchia!!
«Sicuramente avete molta più esperienza di noi», ridacchiò mio fratello. «Vostro marito, il Re, ha vostre notizie?»
«Certo, anche se indirettamente ci sta aiutando molto», annuì lei, per poi sobbalzare quando dal nulla e nel bel mezzo della stanza comparve un pezzo di carta infuocato. Esso cadde sul tavolo e tutte le fiamme che lo avvolgevano si ritirarono lentamente. Lo prese tra le mani e ne lesse il contenuto. «Bene, ci aspettano tutte al bar di Melinda», afferrò la sua giacca, infilandola.
Solo allora mi resi conto che oltre la porta di casa mia percepivo la presenza di altri due vampiri, guardie per l'esattezza. Era scontato che la Regina non agisse senza protezione.
Ci affrettammo a raggiungerle prima che il sole tramontasse e, proprio come scritto, trovammo le quattro ragazze sedute ad un tavolo rettangolare.
Solutammo tutte e ci sedemmo nei posti liberi, mentre Melinda ci serviva dell'acqua.
«Ragazze siamo nel ventunesimo secolo, la prossima volta chiamate anziché inviare messaggi fluttuanti», esclamò la Regina.
«Scusaci madre, ma Oks e Melinda erano curiose di vedere un incantesimo. Guarda il lato positivo, come sempre, avevamo ragione, Oks ci ha aiutate e sappiamo a chi rivolgerci per la creazione di nuove maschere!», esultò tutta arzilla la Principessa Meredith.
«Sapevo che prima o poi qualcuno sarebbe venuto da me per una spiegazione, o un dubbio», si intromise Oks, sistemandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. «Ieri notte ho avuto una visione a cui non ho subito saputo dare una spiegazione, ma quando le principesse sono venute da me ho subito collegato. Mi hanno spiegato tutto, sia per quanto riguarda le nuove maschere che dobbiamo creare, sia per il materiare e l'alloro. Sono sicurissima che il parroco potrebbe aiutarci, nella mia visione una delle suore indossava un anello d'oro a cui sembrava tenerci particolarmente, inoltre hanno detto che stanno aspettando l'arrivo di un altro parroco da Northside, non ricordo di preciso il nome.»
«Un parroco? Perché il parroco dovrebbe essere coinvolto?», non capii.
«Bhe... A quanto pare lui è l'unico a poterci dare una risposta, dobbiamo andare in chiesa», annuì la principessa Elena.
«Perfetto», mi alzai, «meglio non perdere altro tempo.»
«Vengo con voi», mi affiancò Oks.
«Io purtroppo devo restare nel bar per aiutare i miei», sbuffò Melinda, «tenetimi comunque aggiornata.»
«Possiamo aggregarci a voi? Abbiamo il compito di creare le nuove maschere e potrebbero tornarci utili più informazioni», chiese Meredith.
«Non c'è alcun problema», abbozzò un sorriso Sandel.
Bene, un altro tassello fondamentale stava per essere inserito.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top