LXV ~Qualcosa che va oltre il ti voglio bene~
Oks
Ancora elettrizzata dall'incontro avvenuto con la Dea Luna, mi preparai ad affrontare una bufera decisamente più potente della precedente.
«Oks cosa ci fai qui? Pensavo che Bilel non ti lasciasse molta libertà, oltre la scuola intendo», prese parola la mia migliore amica, facendo un passo in avanti.
«S-Sì, solitamente è così, ma... Ecco, grazie ad un piccolo aiuto sono riuscita a non rincasare presto.»
«Sarebbe lei il piccolo aiuto?», inarcò un sopracciglio, guardando la ragazza al mio fianco. Questa, però, non le prestò la minima attenzione, concentrandosi invece su Sandel, il quale ricambiò con altrettanto ardore.
Dai loro occhi non lessi odio rancore, bensì nostalgia e tristezza; sembrava quasi che i due si stessero studiando a vicenda, rivivendo ricordi che solo loro potevano custodire.
«Da quanto tempo, eh Sandel?», prese parola proprio lei.
«Sì, troppo...», imbarazzato si strofinò il braccio energicamente e tale dettaglio non sfuggì a Melinda.
«Vi conoscete?», chiese infatti.
«Faceva parte del branco un tempo, ma ha deciso di essere un lupo solitario e da quel momento nessuno l'ha più vista.»
Ma certo, Sandel. Doveva solo aggiungere che lei era la sua vera compagna.
Probabilmente Stella stava pensando la stessa cosa, infatti la sua faccia aveva assunto una strana espressione a cui nemmeno io sapevo dare una descrizione.
Non era giusto mentire a Melinda, non lo meritava, ma io non potevo rivelare nulla; infondo il problema era loro.
«Comunque sia, noi qui abbiamo finito», la ragazza bruna mi afferrò una mano. «Scusateci se vi abbiamo ostacolato», mi trascinò sempre più lontano.
La mia camminata, però, si arrestò quando qualcuno mi afferrò il braccio libero.
«Se non ti dispiace dovrei parlare con Oks, in privato», la voce dura di Gabriel mi creò brividi sulle braccia e sulle gambe.
Stella mi lanciò una veloce occhiata, dopodiché annuì e mi lasciò il braccio, alzando -però- gli occhi al cielo quando si incamminò verso la coppietta.
Venni nuovamente trascinata lontana da tutti.
«Posso benissimo camminare da sola, smettila di trascinarmi», mi liberai dalla sua presa e sistemai la tracolla sulla spalla. «Dimmi.»
«In realtà sei tu quella che dovrebbe parlare, Melinda mi ha più volte detto che hai chiesto di me», si guardò intorno, come se non riuscisse a tranquillizzarsi.
«Io... Sì, giusto, hai ragione. In realtà non ho molto da dire, cioè, voglio capire cosa è successo quella mattina e perché hai reagito così male», i miei occhi -traditori- si posarono sulle braccia che la canotta lasciava scoperte e, nel vedere quei muscoli che venivano messi in risalto ad ogni suo movimento, mi si seccò la gola e fui costretta a deglutire diverse volte.
«Mi hai accusato di volerti scopare, ecco tutto.»
«È questo il punto! Io non l'ho mai detto, o almeno non ricordo. In quel momento non so cosa mi sia successo, ma avevo quella straziante sensazione di non riuscire più ad avere controllo sul mio corpo. Tutto mi sembrava lontano, gli oggetti, la tua voce, i suoni-»
«Dovrei crederti, Oks?», mi interruppe quasi con fare annoiato.
«Certo che mi devi credere, perché dovrei mentirti?»
«Non lo so, dimmelo tu.»
«Gabriel, non avrei il coraggio di mentirti. Sei più di un amico e-», mi zittii, quando mi resi conto di star per dire qualcosa di veramente imbarazzante, o almeno per me. Era un qualcosa di veramente aspro, qualcosa che non avevo mai detto a nessuno e che sulla mia lingua non prendeva forma facilmente.
«E?», mi incitò.
«E... Ti... Ti voglio bene», abbassai il viso ed iniziai a giocherellare con le dita. «No!», esclami improvvisamente, dovevo dirgli la verità o non mi avrebbe mai creduta! «Per me sei più di un amico e ciò che provo nei tuoi confronti va oltre ad un semplice ti voglio bene. Gabriel non potrei mai tradirti perché non so come, ma sei diventato importante per me», pregai affinché non mi facesse continuare oltre.
«Vorresti dunque farmi credere che sei innamorata di me?»
Quelle parole mi giunsero come uno schiaffo, una morsa terribile mi strinse lo stomaco e non fui capace di aggiungere altro.
Io innamorata?
La terribile Oks innamorata?
No... Non ero mai stata innamorata, come si provava l'amore? Come facevo a capire che era amore?
«Visto? Non puoi dirmi che provi qualcosa per me, ma rifiutare di essere innamorata. Esistono solo due opzioni al mondo: o una persona ti piace, o no.»
«Gabriel io... Ti prego, non complicare la situazione.»
«Non sto complicando nulla, ti stai scavando la fossa da sola.»
«Mmmm!!!», soffocai un urlo di frustrazione, battendo un piede per terra. Perché era così difficile capire un sentimento? Perché ero così problematica ed insicura? «Gabriel!», gli puntai un dito contro, «incontriamoci questa notte alle due al lago, sarò più lucida e potrò parlarti apertamente, chiaro?»
«Come farai ad uscire dal covo di Bilel?»
«Ci riuscirò!»
Detto ciò ritornai dal gruppo senza che lui potesse replicare ed andai via prima che qualcuno potesse farmi qualche domanda. L'espressione di Melinda non mi era piaciuta per nulla quando ero tornata, ma in quel momento dovevo pensare a me e al mio problema. Non potevo confidarmi con lei, ma conoscevo qualcuno con cui poterlo fare e quel qualcuno, quando tornai a casa e dopo cena, mi attendeva impazziente nella mia camera.
«Avevi detto che avremmo parlato e invece sei rimasta a scuola fino a tardi!», esclamò mia sorella, sedendosi sul mio letto.
«In realtà non sono rimasta a scuola», le risposi, sedendomi accanto a lei. «Sono rimasta con Stella.»
«Stella? Chi sarebbe?»
«È un'amica di Jack, il ragazzo che mi accompagna a scuola ogni giorno. Lei è un lupo e mi ha aiutata ad attivare il restante dei miei poteri.»
«Questa sì che è una scoperta scioccante, comunque sia, stai facendo grandi progressi e sono veramente orgogliosa di te», mi sorrise teneramente. «Volevo in qualche modo aiutarti e rendermi utile, quindi in questi giorni sono sgattaiolata nell'ufficio di Bilel e ho fatto delle ricerche. Ti giuro che sono rimasta veramente scioccata da ciò che ho scoperto, ho capito finalmente il motivo per il quale la mamma si è improvvisamente rincoglionita!», la sua affermazione mi mandò in confusione.
Estrasse dalla tasca dei jeans un foglio ingiallito e piegato in un piccolo quadrato, per poi aprirlo. «Non so se tu sei a conoscenza del veleno dei Rosius, o almeno delle conseguenze che esso ha sulle persone.»
«Sì, qualcosa so. So che è letale per i lupi e che, a quanto pare, solo io ho la facoltà di vederlo.»
«Inolte», alzò l'indice ed abbassò lo sguardo verso il foglio. «Ha una caratteristica particolare, se si entra in contatto con esso per troppo tempo può causare stordimento o illusioni, quasi come se fosse una droga. Ricordi l'improvviso cambiamento di Efrem a causa dell'iniezione del veleno? Ebbene, Bilel sta facendo la stessa cosa con mamma e con noi due!»
A quelle parole sgranai gli occhi e ripensai a tutti i momenti passati lì dentro. Non ricordavo che Bilel mi avesse iniettato qualcosa.
«Non è possibile, io non ricordo assolutamente una cosa del genere.»
«Infatti a noi non c'è lo sta iniettando, è nell'aria!»
«Ma che stai dicendo? Se ci fosse nell'aria lo vedrei, proprio come lo vidi nella foresta e durante l'attacco a scolastico.»
«Se rimasta qui per troppo tempo, ecco perché non puoi vederlo. Ti è entrato già nel cervello e ti sta annebbiando tutti i sensi. Più rimarrai qui, più le conseguenze si aggraveranno: Efrem è impazzito a causa della continua vocina di Bilel nella sua mente, nostra madre pensa di star vivendo la favola dei suoi sogni, persino io avevo cambiato atteggiamento. Mi sono resa conto di questa stranezza solo quando sono tornata a casa, è stato come risvegliarmi da un lungo sonno. Penso che tu non sia nella mia medesima situazione, poiché esci ogni giorno dal covo e ti disintossichi, se così si può dire.»
«Se ciò che dici è vero, sarebbe una spiegazione al mio strano comportamento nei confronti di Gabriel», ripensai al momento in cui lui sostenne di aver sentito cose da me che io realmente non pensavo. «Ecco perché improvvisamente ho cambiato la mia opinione su Bilel, ecco perché gli ho garantito la rivelazione delle mie visioni! Quel farabutto! Ho persino pensato che fosse docile e che mi facesse pena!», urlai quasi, alzandomi e iniziando a girare per la stanza. «Oh stanne certa che la pagherà, questa notte devo incontrare Gabriel e gli dirò la verità.»
«Questa notte? Come farai ad uscire dal covo? Inoltre sei sicura che lui verrà?»
«Uscirò dal passaggio secondario, i Rosius vengono sedati ogni sera, dunque dormiranno profondamente fino al mattino successivo. Sono sicura che lui verrà perché abbiamo lasciato in risolta una questione...», mi voltai verso di lei, guardandola intensamente. «A tal proposito, c'è una cosa di cui voglio parlarti», ritornai a sedermi, «cosa devo fare per capire se amo una persona?»
«Che? Che razza di domanda?», boccheggiò spaesata. «Io... Io non lo so, non ho mai amato qualcuno. Però... Ecco, sai come si dice in giro, no? Il cuore che batte a mille, le farfalle nello stomaco-»
«Quelle sono tutte stronzate», sbuffai, interrompendola.
«Mmm mi porgi questa domanda per Gabriel? È lui il ragazzo che presumi di amare?», annuii senza proferire parola. «Va bene, cosa pensi di lui?»
«Cosa penso di lui? Penso che sia un bel ragazzo fisicamente...»
«Non intendo queste cose superficiali, Oks, vai più nel profondo.»
Mmmm... Dove voleva arrivare?
«Penso che sia un ragazzo coraggioso che ha affrontato tanti ostacoli per essere il lupo che ora è. Penso che sia ammirevole l'amore e la fiducia che prova nei confronti di suoi fratello. Seppur inizialmente mi odiasse, mi ha sempre aiutata ed io farei di tutto per lui. Insomma, basta pensare a come sono arrivata qui, mi sono lanciata nella tana del nemico pur di sapere che stesse bene e di aiutarlo. In lui ripongo la mia più totale fiducia e sarei capace di uccidere coloro che oserebbero spegnere quel meraviglioso sorriso che ha.»
La vidi abbozzare un sorriso sincero, «ti sei risposta da sola.»
Aggrottai la fronte, non capendo, fin quando non realizzai ciò che avevo detto e con un balzo saltai giù dal letto. «Porco cetriolo: sono innamorata di Gabriel!»
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