VALLE STRETTA

Mi sono appena ustionata la lingua con la seconda fetta di crostata ai mirtilli.
L'avevo chiesta leggermente tiepida. Avevo anche detto leggermente, che in effetti era superfluo, bastava tiepida.
Giusta punizione per la mia gola insaziabile! 
La ragazza intercetta la mia espressione.
- Com'è, va tutto bene?
- Ustionata, ma va bene.
- Mi scuuusi...
- Tranquilla, la lingua non l'ho persa, solo il primo strato.
- Nooo... davvero?
- Ma no, scherzavo!
Mica tanto.
Dove sono?
In un rifugio in Valle Stretta.
Ho camminato sola. Ora è presto per la polenta, anche se al profumo di spezzatino e salsiccia è difficile resistere.
Resisto.
Ecco Renatino, il mio punto di riferimento al rifugio.
Mi viene incontro, mi bacia e abbraccia.
Il suo abbraccio è di quelli veri. Appoggia la testa sulla mia spalla e con la mano destra mi accarezza la schiena con energia.
- Chiaretta... è un po' che non ti vedo.
- Vero. Ora ricomincio.
Gli chiedo quando sarà la prossima Luna piena, prenoto la cena. Mi piace camminare con la luce della sola Luna. 
C'è poca neve e fa caldo, ma io sto benissimo lo stesso.

Okay, riparto!
Vado alla cassa e c'è sempre lei, la ragazza che ha attentato alla mia lingua.
- Quanto le devo?
La vedo trafficate sul lato sinistro della cassa.
- Si vergogna, si vergogna a usare la calcolatrice, mi dice un altro ragazzo che arriva di supporto.
- Perchè? La usiamo tutti la calcolatrice, abbiamo mandato in  vacanza il cervello, infatti non funziona più, dico io. L'aiuto se vuole. Quant'è la crostata?
- 4 euro.
- Il tè?
- 2 euro.
- 4 più 4 più 2, totale 10 euro.
Oddio, aveva bisogno della calcolatrice...
Riconosco che ha un bel sorriso. Le perdono anche il suo rapporto con la matematica oltre all'attentato.

E il ritorno? Di corsa, ovviamente.
Mi fermo soltanto di fronte al ciuffo di una graminacea ancora in splendida forma.
Mi inginocchio, poi mi sdraio per fotografarla in una posizione improbabile e in quel preciso istante passa un ragazzo biondo che osserva la scena, si gira anche dopo avermi superata.
Non importa, tanto sono abituata, è così quando fotografo.

La graminacea è su una piccola cresta oltre la quale c'è un dirupo. Per un istante ho la tentazione di salire per fotografarla dall'alto, ma ecco le voci della coscienza...
Possibile? Perché devi costantemente rischiare. Non vedi il pericolo. Come si fa a star tranquilli quando sei in giro per le montagne?, sono le voci di Guido e Carlotta, queste.
Okay, niente foto dall'alto.

Sono a casa e ora un piatto di minestrone poi, divano e camino acceso in compagnia di Barney Panofsky. Rido di gusto, "La versione di Barney" è esilarante!

Chiara, 28 dicembre 2018

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