TOUR DES CERCES

Cosa collezioni?
Laghi.
E dove li tieni?
Tra i ricordi.

Sono tornata da poco più di una settimana dal Cammino di Santiago.
Sto bene, ho fatto riposare il mio corpo, a parte una corsetta pomeridiana.
Ieri sera ho telefonato a Silvana e Franca, le mie amiche indigene.
Sono loro che mi hanno fatto scoprire i luoghi più belli delle montagne che frequento.
- Portatemi in un posto dove non sono mai stata, dico a Silvana.
Guardiamo la cartina, valutiamo diverse possibilità e poi scegliamo il giro dei Cerces.
È una delle escursioni più impegnative, ci vogliono mediamente 7 ore al netto delle soste.
Magnifico, sono anni che voglio fare quel giro.
C'è un cielo azzurro come non si è visto in tutta l'estate e tre gradi alla partenza.
La colazione a Nevache, nella solita boulangerie, è una coccola.

I Cerces sono rocce imponenti, offrono scenari dolomitici.
Si gira intorno a loro attraversando tre colli, incontrando numerosi laghi con continui cambi di panorama.
Alcuni tratti li conosco altri no, ma ció che mi attrae è l'intero giro.
E poi i laghi, se ne incontrano molti, i loro colori sono così diversi, hanno varie gradazioni di verdi e di azzurri, quando la luce consente al cielo di specchiarsi senza interferenze.
Acqua, sole, prati, cielo e rocce, la combinazione perfetta.
La partenza è impegnativa fino al primo colle (De Beraudes): salita ripida, passaggi esposti e un pezzo da fare con la corda che si trova quasi al colle.

Il punto più difficile è un canale tra le rocce, che percorriamo a ritroso, cercando con attenzione appigli per mani e piedi.
Per fortuna c'è Silvana. Mi da molta sicurezza quando attraversiamo tratti pericolosi.

- Attenzione alle rocce friabili...
Mettilo qui il piede destro...
Fai opposizione con piedi e mani...
È iperprotettiva.
Vediamo una donna che scende a carponi, sì è pericoloso quel tratto di sentiero.
Beraudes, Grand Lac, Ponsonniere, Cerces e i tre laghi di Rochilles sono i laghi più significativi, più tutti i laghetti: una meraviglia!

Pranziamo al lago dei Cerces.

Non vediamo stambecchi ma un gregge bellissimo che si sta spostando in un punto della montagna molto suggestivo.
Siamo estasiate dal movimento del gregge, ci fermiamo a lungo a osservarlo. Che spettacolo!

Parliamo di libri e del mio Cammino.
A qualche km dall'arrivo incontro il medico di base dei miei genitori.
Sono passati sei anni dall'ultima volta che ci siamo visti.

Nel 2012 persi prima mio padre, poi mia madre, a distanza di cinque mesi. Furono mesi pesanti, in cui cercai di dare qualità alla loro morte, soprattutto a quella di mia madre, perché le circostanze me lo permisero.
La figura del Dr. Humbert fu tra quelle che mi aiutarono in questo intento.

Beviamo qualcosa al rifugio poi camminiamo insieme.
Libri, passioni e sport sono gli argomenti di cui parliamo.

Il Dr. Humbert ha lasciato un segno indelebile nei miei ricordi.
Bello ritrovarsi, camminare insieme, raccontarsi e ascoltare.
Sono le diciannove passate quando arriviamo a casa.
È gratitudine reciproca quando ci salutiamo.

Sì, abbiamo fabbricato un altro bellissimo ricordo.

Chiara, 27 agosto 2018

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