RIFUGIO RE MAGI


Ogni volta che parto per questa escursione penso: stasera non scriverò nulla. Che cosa c'è ancora da scrivere?
Eppure il nuovo si presenta ancora.
È un inverno anomalo, c'è poca neve.
Mi adatto.
Non corro sul mio circuito solito a causa del ghiaccio, è pericoloso.
Cammino.
Se sono sola, come oggi, cerco scorciatoie nuove e scelgo la velocità fino a sentire forte il rumore del mio respiro.
Al rifugio è tutto prenotato, per il pranzo.

- Chiaretta dài, se mangi subito riesco a farti un posto in veranda, mi dice Renatino.
- Grazie, non è una forzatura mangiar subito con la fame che ho!
Mi siedo con le spalle alla sala.
- Sicura di volerti sedere qui?
- Sì, preferisco la vista della montagna. Questa vetrata offre immagini d'artista.

Polenta, salsiccia, un bicchiere di vino rosso, crostata ai mirtilli e poi la solita coccola: gli zuccherini sott'alcol alla lavanda. Mmm...

Poi, quando vado alla cassa:
- Posso offrirti un bicchierino di genziana? La fa la signora Anna. Non dà alla testa, mi dice la ragazza che non va d'accordo con la matematica.
- No, figurati, dopo il vino e gli zuccherini non dà alla testa...
Comunque sì grazie, la bevo volentieri.
Saluto Renatino col solito abbraccio e riparto.
Durante il ritorno mi fermo più volte a fotografare scorci mai notati.

È la luce, la luce diversa che cambia il paesaggio ed esalta particolari nuovi.
Alzo lo sguardo e vedo una spruzzata di nuvole illuminata dal sole, che spicca su una cresta; una cima che emerge in lontananza tra due alberi che contrasta con l'ombra della strada, e poi incontro del ghiaccio su una roccia.
Mi fermo e gioco con la fotografia.

Torno a casa presto.
Magnifico, Barney Panofsky mi sta aspettando!

E... giù risate sonore!

Chiara, 5 gennaio 2019

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