REFUGE BUFFÈRE

Esco di casa con un cielo demotivante. Nevischia, c'è tormenta.
Vado a prendere Marina a Claviere e andiamo a Névache.
Il paese in questa stagione non sembra più lo stesso, è deserto. Pensiamo di camminare e poi fermarci a pranzo, al caldo, in un rifugio.

Entriamo nell'ufficio del turismo e la signorina c'informa che tutti i rifugi sono chiusi.
Accidenti!
Con noi abbiamo tè caldo, frutta secca e qualche biscotto.
Scegliamo il sentiero di sinistra.
Fa freddo - 3. Guanti e berretto sono necessari anche se ci scaldiamo in fretta.
Gl'impegni dell'autunno hanno tolto tempo alle camminate, ricomincio oggi dopo due mesi.
Sento di nuovo il rumore del mio respiro, il corpo sudato nonostante il freddo e il piacere di percorrere sentieri innevati in compagnia di parole non vuote.

Chiacchieriamo io e Marina, nonostante amiamo il silenzio quando si cammina.
Abbiamo mille cose da raccontarci: film, libri, vita, il suo viaggio in Giappone.

Cominciamo a salire nel bosco. Incontriamo ruscelli, una cascata a lato della quale, alcuni caprioli si mettono a correre dandoci peró il tempo di goderci la scena.

- Sai Marina, ogni volta che parto per un'escursione col brutto tempo mi vengono in mente le parole di Nathaniel, la mia guida in Patagonia:
"Il buon avventuriero ha una buona attitudine verso l'inclemenza del tempo."
- Bella! Io ho fatto mio un motto di Marco "CQT"
- Sarebbe a dire?
- Con qualsiasi tempo.
- Efficace.
In effetti io e Marina camminiamo con qualsiasi tempo.

Marco.
Lo nominiamo spesso.
Ci sono persone che incontri ogni giorno, le guardi ma non le vedi, non lasciano segni signigicativi. Poi ce ne sono altre che transitano come fulmini nella tua vita, le vedi tre volte e ci chiacchieri una sera a cena, ma lasciano un segno indelebile, importante.
Marco.
Era un dermatologo, amante della montagna e della pesca alla mosca; un intellettuale, cinico, essenziale, un grande organizzatore, dice Marina.
Ho parlato con lui una sera a cena e l'ho ascoltato con ammirazione alla presentazione del suo libro "Forfora e scaglie" al Circolo dei Lettori di Torino. Aveva realizzato il suo sogno, quello di scrivere un libro. La presentazione avvenne negli ultimi mesi della sua vita.

Quel libro lo tengo sul comodino e rileggo la dedica spesso. Parla di "affinità elettive".
Ho usato il presente volutamente. Il suo libro resta, come la sua dedica.


Grazie a lui ho conosciuto Baricco conferenziere. Mi aveva regalato a Natale i DVD delle "Mantova Lectures". Ancor oggi gli sono grata. Fu un regalo di grande valore, i cui effetti, continuano a manifestarsi.
Il rimpianto di non aver camminato con lui in montagna, parlando di libri e vita, ce l'ho.
Il suo tempo era finito.

A un certo punto incontriamo il segnale "Refuge Buffère"
- Marina, che dici, andiamo?
Ci guardiamo.
- Andiamo, tanto qualcosa da sgranocchiare l'abbiamo.
Con Marina è sempre così.
Ci sproniamo a vicenda e pur partendo in condizioni atmosferiche non buone, finiamo col raggiungere mete ambiziose.
E molto bene facciamo a proseguire!
Termina la salita impegnativa ed ecco il sole, un sole velato, delicato, la neve fresca, poche tracce lasciate dagli sci e, in fondo al pianoro, il rifugio. Poco più avanti una piccola cappella graziosissima.
Torna il silenzio, parla ciò che ci sta intorno.
Mangiamo il nostro misero ma energetico pranzo, su una panchina riparata di una baita.
Non rimpiangiamo la polenta.
Sicura?
Non proprio.
Tre ore di salita e un'ora e un quarto di discesa. Certo, scendiamo di corsa!
- Tu sei bellissimo!, dico a un sorbo degli uccellatori. Non risponde.

Gli dico anche che è uno dei personaggi del racconto che sto scrivendo ora.
Nulla. Nessuna emozione, nessun entusiasmo. Insensibile!
Ora, seduta davanti al camino, stanca, ma con un ricordo in più, visualizzo la montagna - per rimanere in tema - di spaghetti aglio, olio e peperoncino che sbranerò tra circa 10'.

Chiara, 8 dicembre 2018

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