FINALE LIGURE - VARIGOTTI

I sentieri di ieri e oggi mi offrono un paesaggio completamente diverso.
Differenti anche le sensazioni.
Sono al mare.
Un tempo stavo volentieri un'intera giornata in spiaggia, ora non resisto, m'annoio terribilmente.
Dopo la colazione dedico due ore alla corsa, scelgo percorsi che mi portano in luoghi con viste magnifiche.

Finale e Varigotti  mi  regalano, in questo fine settimana, la loro bellezza.

Parto da Finale, corro lungo mare fino a Varigotti poi imbocco una stradina sulla sinistra che mi porta su un sentiero misto ciotoli e sterrato, molto ripido.
Fatica e caldo, caldo umido.
È una meraviglia il sentiero, in mezzo agli ulivi e altra vegetazione mediterranea. Mi fermo spesso, scorgo tra gli alberi scorci di mare attraenti.

Profumi.

La meta è la Chiesa di San Lorenzo.
La vista sulla baia e sui ruderi saraceni, che si trovano sulla collina di fronte e ciò che offre il panorama.

Arrivano due persone, le sento parlare.
Mi avvicino.
- Buongiorno, mi par di capire che lei sia una guida.
- Ha capito bene, Luca, piacere.
- Chiara.
Ci stringiamo la mano.
- Quali sono i posti più belli della zona?
Me li elenca e mi dà il suo biglietto da visita.
Insieme a lui c'è Anna, una signora di una certa età.
- Sono appena tornata dal Cammino di Santiago, dico.
- Davvero?! Io parto la prossima settimana per il Cammino, da Viterbo, con una cavalla, un cane, una gatta e un coniglio.
- Peró! Complimenti ha tutta la mia ammirazione, le dico.
Mi racconta.
Arriva una coppia, si fa un selfie.
- Volete una foto?
- Sì grazie!
- Okay, ora dovrete sopporttarmi...
Faccio loro un servizio fotografico.
- Mettetevi in quell'angolo, così riesco a prendere gran parte della chiesa e il mare; okay, ora ve ne faccio una accanto a questa porta in ferro: sì, bellissima!
E così via. Sorridono e fanno esattamente ciò che dico.
Ridiamo, mi sembrano contenti, leggo anche un po' si stupore nei loro occhi.
Saluto tutti e riparto.
Quaranta minuti il rientro in hotel.
Fa veramente caldo.
Faccio una doccia ma continuo a sudare.
Bevo, bevo, bevo.
Poi in spiaggia fino al tramonto.

Oggi invece torno a Varigotti ed entro nel borgo vecchio, il borgo saraceno: un gioiellino.
Vie strette, casette colorate dei rosa, rossi tenui e gialli liguri. Vedo una finestra che ha come zanzariera una rete da pesca.

Al fondo del borgo inizia un sentiero ripidissimo, a scalini da un certo punto in poi, immerso nella vegetazione mediterranea. Smetto di correre, cammino, è troppo ripido. Intanto grondo. Non mi ricordo di aver mai sudato così tanto. Sudano anche le gambe, mai successo, anzi sì, anni fa a Kuala Lumpur.
Man mano che salgo trovo dei punti panoramici.

Mi fermo in ognuno.
Arrivo in cima, ecco la Torre Saracena è del 1600.

Mi fermo una mezz'oretta, è magnifico!
Lo strapiombo sul mare offre macchie d'acqua verde smeraldo. Mi affaccio, vedo tre persone nuotare in un angolo di mare che mi fa tornare sulle pagine di Corniche Kennedy, di Maylis de Kerangal,  libro che ho appena letto e che ho amato molto. Eddy, Marco e Susanne si lancerebbero da uno di questi punti, sfidando la vita, vincendo le paure.

Entro in un rudere basso...
Oh, oh... quattro mura colorate da scritte, un sacco a pelo rigonfio, - uh, una persona sta dormendo! - un fornelletto e poco altro.
Forse è la sua casa...
Esco subito.

Rientro in hotel.

Saluto sempre le persone che corrono in senso contrario, alcune non rispondono al saluto, si voltano sull'altro lato per non incontrare il mio sguardo.
Facce seriose, anche un po' tristi.
Non tutte per fortuna.
Eh sì, mi manca lo spirito del Cammino.
Ah già, siamo nel mondo reale, non in quello parallelo! Quando arrivo mi siedo in terrazza e bevo una coca cola, che ogni volta mi par la più buona di sempre.

Anche il mare ha un grande fascino, tocca corde diverse, mi dà sensazioni meno intense della montagna.

La montagna mi viene incontro, il mare s'allontana.

Amo l'ora del tramonto, le nuvole all'orizzonte, l'onda carezzevole quando il mare è olio.
Leggo, scrivo, gioco con le parole. Le seleziono, guardo ciò che mi circonda. Le metto insieme. Cerco un senso, ecco che arriva. Parto dalla parola OLTRE e compongo un piccola cosa che non oso chiamare poesia. Sì, c'entra sempre l'Amore, il motore dell'universo.

Ascolto Chopin, guardo il mare e mi commuovo.

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