Cercavo conforto in qualcuno,
nonostante facesse finta di non sentire,
era come essere in una piazza affollata
fermo, immobile, quasi terrorizzato,
prendendo spintoni e spallate
dalla gente troppo impegnata e di fretta
per accorgersi del mio disperato grido d'aiuto.
Vagando in una penombra infinita,
con i sentimenti rimasti
chiusi a chiave nello scrigno di pandora.
Mi persi in un lungo corridoio
pieno di stanze vuote e scarne.
Rifiutando ogni invito da te offerto,
ballai passi di una danza a me sconosciuta
e proprio quando stetti per inciampare
in tentazioni tanto allettanti quanto sbagliate,
prendesti la mia mano senza esitare,
insegnandomi un valzer
degno di un ballo reale.
Avendo toccato ogni parte del tuo essere,
imparai a conoscere le tue mille sfumature,
ebbi timore di scoprire il tuo lato spietato,
così non ascoltai il tuo sincero sussurrio.
Ma col tempo,
sentivo un bisogno costante di stare insieme a te
e diventasti una piacevole dipendenza.
Facevo domande ma non rispondevi,
piangevo lacrime amare, ma non mi abbracciavi,
imprecavo furibondo, ma non ti arrabbiavi.
Di sicuro erano solamente capricci,
poiché quel tuo silenzio rassicurante
era ciò di cui avevo bisogno
o mia amata solitudine.