Capitolo 3

Gerard non aveva solo trascurato Mikey, ma anche il suo amico Ray Toro: ormai sentiva di non aver più bisogno di lui, e ogni volta che lo invitava fuori a cena trovava sempre una scusa per non andarci, per due motivi, il primo perché doveva sempre uscire con Frank, il secondo perché sospettava volesse allontanarlo da lui.

Era una fredda sera di novembre quando per la prima volta Way mise piede nella casa del suo Frankino, o meglio, si presentò a sorpresa.
-Gee, che sorpresa!-
-Non ci vediamo da giorni e... desideravo vederti-
-Entra pure-

Way si guardò attorno.
-Non è certo l'aspetto della ricchezza- disse il più piccolo. In effetti sia l'interno che l'esterno non lasciavano pensare che l'edificio e l'appartamento fossero stati fatti con cura, e in più era tutto disordinato, ma un disordine che a Gerard piaceva.

-Frank, chi è arrivato?- disse una voce femminile e subito dopo sbucarono una donna di mezza età con una ragazza.
-Gerard, loro sono mia madre Linda e mia sorella Jamia-
Le due allungarono il braccio per stringergli la mano e nonostante un po' di riluttanza iniziale, ricambiò il gesto: non si aspettava altre presenze.
-Ok Frank, noi andiamo- disse Linda prendendo la mano di Jamia -chiudi la porta-
Way fu felice nel vedere quelle due andarsene.

-Prego, siediti qui- disse Frank indicandogli il divano
I due si sistemarono bene su di esso e dopo un buon minuto di silenzio, Frank si alzò, prese un disco e lo mise allo stereo. Quando partì la prima traccia, Gerard fu sorpreso:
-Romance!- andando avanti poi ne sentì un'altra vagamente familiare: -Honey, This Mirror Isn't Big Enough for the Two of Us, è la canzone che avevamo composto... aspetta, non dirmi che...-
-Sì- disse Frank -ne ho registrato un disco! I Brought You My Bullets, You Brought Me Your Love, ti piace come nome?-
-Meraviglioso!-

Frank tornò sul divano, e abbracciato a Gerard continuarono ad ascoltare in silenzio le loro canzoni. Undici brani dopo si guardarono negli occhi, come per dire che avevano realizato un loro sogno, e si baciarono, ma quello non era un bacio a stampo e casto come quando uscivano, era più passionale, sentito. Mentre premeva sulle labbra del suo Frankino, Gerard gli prese anche i capelli, scompigliandoli. A quel punto Iero si divincolò per prendere fiato:

-Non qui, possono vederci dalla finestra-
-Abbassiamo le tapparelle-
-Non abbiamo tapparelle-
-E allora dove non possono vederci?-

Frank gli prese la mano e lo portò nella sua camera. Gerard lo spinse sul letto, si mise sopra di lui e ricominciò a baciarlo. Ad un certo punto alzò lo sguardo, notando una fotografia sul comodino di qualcuno che aveva già visto: Matt Pellissier.
-Sai che non mi piace quell'uomo?- disse retoricamente Way. Frank capì di chi si trattasse, così lo tirò verso di lui guardandolo negli occhi.
-Non rovinare questo momento. La tengo per compiacere mia madre, ma fosse per me me ne sarei già disfatto-

Gerard in un certo senso ci credette e si tolse la maglietta. Fece lo stesso con quella di Frank, ma con un po' più di rabbia.
-Mi piace quando sei geloso- disse Frank con una certa malizia
(Salto la parte a luci rosse perché ehm... non le so descrivere ciao)

Quando Frank si risvegliò erano le undici di sera. Per fortuna la madre e la sorella non erano ancora arrivate e si alzò piano dal letto, nudo, andando verso l'armadio. Prese una sua foto e la avvicinò alla guancia di Gerard, svegliandolo.
-Gee, ci sei?-
-Che ore sono?-
-Quasi mezzanotte. Mi chiedevo se... volessi tenere questa foto-
Way la prese e ammirò la bellezza che traspirava da quel volto professionale.

-L'ho fatta il primo giorno di lavoro-
-Chi te l'ha fatta?-
-Matt-
-Cos...-
Frank rise: -Scherzavo! Me l'ha fatta quell'idiota di Rob. Mi ecciti quando diventi geloso-
-Io piuttosto ti prenderei a schiaffi-

Iero poi si girò verso il comodino, prese la foto di Matt, la stracciò e gettò i pezzi fuori dalla finestra. Gerard guardò compiaciuto... il suo culo. Andò verso di lui per palparglielo e dopo qualche toccatina lo baciò. Frank con la coda dell'occhio vide che la madre e la sorella erano arrivate e preso dal panico spinse via Gerard:
-Sono giù-
-Chi?-
-Come chi, mia madre e Jamia!-

I due si rivestirono velocemente e tornarono sul divano, giusto in tempo.
-Guarda mamma, non stanno scopando come immaginavi- disse Jamia
A Frank venne da ridere e Linda diede uno schiaffo alla figlia, dicendole di andare subito a mettersi il pigiama.

-Scusala Gerard- si giustificò la madre -a volte è proprio una deficiente-
-Non si preoccupi- si alzò dal divano -Bene, grazie Frank per la serata-
-Di niente- rispose parecchio imbarazzato

Mentre andava verso la porta, Iero gli diede il disco:
-Tienilo. Ne ho una copia-
-Lo presenteremo un giorno-
Si scambiarono un tenero sguardo, poi Gerard uscì.

Sul pianerottolo trovò i pezzi della foto di Matt e li raccolse. Ancora una volta fu pervaso da un fulmine di gelosia: era nelle mai di Frank fino a pochi minuti prima, ma l'avrebbe strappata se non l'avesse mai vista? Ne dubitava: probabilmente provava ancora qualcosa per il suo ex, e questo stava diventando una convinzione.

Non voleva perdere Frank, così diventò ancora più possessivo, tanto da presentarsi tutti i giorni davanti all'edificio dove lavorava con un cappuccino per lui, che anche se sempre più sorpreso dal suo comportamento, accettava.

La situazione però degenerava ogni giorno di più, tanto che c'erano volte in cui Iero si sottraeva ai baci di Gerard, che mentre alcune volte non sembrava arrabbiarsi, bensì godeva del rifiuto; altre diventava aggressivo, attaccandolo alle volte verbalmente.

In una di quelle occasioni, Frank arrivò al punto di piangere:
-Perché ti comporti così-
-Perché tu ti comporti così!- rispose Gerard
-Stai diventando sempre più geloso e possessivo, non ce la faccio più-
-Non ci posso fare niente Frankino, tu mi fai impazzire-
-Sì ma... mettitelo bene in testa: io sono solo tuo-

Gerard abbassò la testa, rendendosi conto del suo animalesco comportamento.
-Ti amo Gee-
Non realizzò subito che Frank lo avesse detto, ma dopo qualche secondo rialzò lo sguardo di scatto.
-Ripetilo, ti prego- lo pregò
-Ti amo... tu?-

Gerard sorrise -Anche io ti amo-
Frank lo abbracciò per poi restituendogli quel bacio che poco prima gli aveva negato.

Dopo la dichiarazione Gerard iniziò a vedere gli unicorni (cosa che di solito fa Mikey...): tutto andava bene per lui, anche i suoi schifosissimi fumetti, anche i suoi testi ridicoli. Era sempre più superficiale e l'unico momento in cui mostrava segni di maturità era quando stava con Frank: ormai ne era diventato dipendente, la ragione per il quale vivere, ma se Frank dovesse per un lungo periodo allontanarsi?

-Gee, Rob mi ha trasferito temporaneamente nell'ufficio della signora Bryar-
-Ah, e dov'è?-
-A Morristown-
-MORRISTOWN!? STAI SCHERZANDO!-
-Non è il primo aprile-
-Frankino... questo vuol dire che non ci vedremo mai!-
-Sarà solo per poco, poi torneremo alla solita vita-

Il giorno successivo Frank iniziò il lavoro e Gerard cercò di rimanere calmo: era come se gli avessero levato l'ossigeno, non riusciva a fare niente.

La sera, alle 22 (Mikey già dormiva: ormai era diventato un ottimo casalinga!), era appuntamento fisso su Skype, ma un giorno la location in cui stava Frank non era casa sua, bensì l'ufficio.

-Fronk! Con chi stai parlando?- disse una voce pesante
-Chi è questo?-
-Il figlio del capo, Bob. Lavora anche lui con noi. Bob, saluta Gerard!
Frank inquadrò un uomo fulvo e piuttosto alto:
-Saluta Andonio!- blaterò
-Idiota!- disse Way sottovoce -ma sei costretto a lavorare con quel mammut?-
-Purtroppo sì, però fa ridere-

A Gerard non piacque quell'affermazione, ma si contenne e non fece capire al suo ragazzo di essere ancora rosso di gelosia. Però doveva placarsi, così ricominciò a passare più tempo con Mikey:
-Miks-
-Sì Gerard-
-Ma... la lingua è guarita dalla scottatura?-

E non solo con suo fratello, anche con Ray:
-Gerard! Quanto tempo! Dove sei stato? A passeggiare tutto il giorno con Frank Iero?-
Il tono ironico con cui lo disse lo rese insicuro: con il suo amico storico sentiva di essere ancora inferiore, così decise di mentirgli:
-No, l'ho lasciato... cioè, non ancora, vorrei farlo quando tornerà a Newark-
-E... le dimensioni?-
-Le dimensioni de che-
-Dai, Way, non fare la suora, mio piccolo amico gay!-
-Ah, il... beh, con tutta sincerità, ce l'ha piccolo-
E continuarono così per il resto della serata: Gerard gettava merda su Frank e Ray rideva a crepapelle tra un bicchiere di vino e un altro, fino ad ubriacarsi.

Rientrato a casa si rese conto che in lui vivevano due diversi Gerard, se non cento (ok no, Uno, Nessuno e Centomila è di Pirandello!), però era in qualche modo tranquillo, perché a Frank comunque non stava mentendo.

Tornato all'ufficio di Rob, Gerard e Frank ricominciarono a vedersi, ma il primo era sempre in ritardo ad ogni appuntamento, cosa anomala, che fece insospettire il secondo: era ancora geloso? Qualcosa durante le sue trasferte era cambiato.
Un giorno, in casa Iero, i due erano sul terrazzo ad ammirare il cielo, quando ad un certo punto Frank prese il braccio di Gerard e cominciò a piangere:
-Gee... sono una puttana-
-Cosa stai dicendo?-
-CHE SONO UNA PUTTANA!-
-Frank, cosa è successo?-
-Bob... e cosa ancora peggiore, mi hanno trasferito lì, a Morristown. Domani parto-

Prima di potersi alzare e lasciarlo, Gerard cercò di capire il perché Frank lo avesse tradito: sarà per il carattere irritante e geloso? Bob probabilmente era migliore di lui.
-Pensavo mi avresti ammazzato- disse ad un certo punto Iero dopo non aver ottenuto risposta
-Almeno... hai avuto il coraggio di dirmelo. Spero tu sia felice adesso-
Frank non aveva mai visto un Gerard sconfitto e si intenerì a tal punto da dargli un bacio.
-Questo è un bacio d'addio?-
-In realtà non è colpa mia: nessuno della mia famiglia lavora. Se sto con Bob ho più stabilità economica che stando con te-
-Non è per il mio carattere quindi?-
-Gee, se fosse solo per me, starei con te!-

C'era un solo modo per continuare la relazione tra i due:
-Allora diventerò il tuo amante, non mi importa! Io a te non rinuncio. Cercherò di rialzarmi, migliorerò come persona, ma ti prego, non fidanzarti con quel deficiente vichingo bufu!-

Frank rise e a quel punto gli animi si fecero bollenti da entrambi le parti:
-Frankino, fai il puttana per me!-
(Altra scena a luci rosse, spazio all'immaginazione, ciao)

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