Capitolo 2
Gerard diede appuntamento a Frank al parco in cui si erano scambiati il primo bacio. Erano passate tre settimane dall'ultima volta che si erano visti e conosciuti, ma già sia l'uno che l'altro sapeva riconoscersi anche solo guardando l'ombra.
-Ciao Frank-
-Ciao Gee- rispose Iero mettendo la testa sulla sua spalla e stringendogli la mano -scusa il ritardo-
-Scusa accettate. Ti porto in un posto speciale-
Gerard avrebbe tanto voluto baciarlo subito, ma sentirsi i suoi capelli sulla spalla lo rilassava talmente tanto che non avrebbe voluto fare alcun movimento brusco. Continuarono dunque a camminare, ma ad un certo punto Frank si mise davanti a lui:
-Dove mi porti?-
-Una sorpresa-
-Mi piacciono le sorprese- e lo baciò. Gerard fu preso alla sprovvista, non gli pareva il momento, ma comunque lo assecondò. Subito dopo quel bacio, il più grande prese la mano dell'altro e iniziò a correre.
-Gee, fermati! Soffro d'asma-
-Adesso lo dici?-
-Non sapevo corressi così veloce-
-Oh, scusami. Va beh, siamo arrivati comunque. La vedi quella fontana?-
E la indicò. Dietro ad essa c'era un ponte ricoperto di fiori rosso sangue.
-Non avevo mai visto questa parte del parco!- si eccitò Frank con occhi luccicanti.
Mano nella mano raggiunsero il ponte e ammirarono il paesaggio naturale che riservava quell'area della città, così lontana dalla vita che conducevano. Il momento era romantico, ma come un colpo di martello sulla testa, nell'inconscio di Gerard tornarono violente le parole che Matt Pellissier gli aveva riferito riguardo a Frank. Aveva promesso a sé stesso che non avrebbe dato molto peso a quella fonte, ma non riusciva a trattenersi:
-Frank, sai chi è Matt Pellissier?-
Frank sbiancò, ma rispose in maniera calma e decisa:
-Sì, è il mio ex, ma come fai a conoscerlo?-
-Mi ha seguito perché aveva notato che ci conoscevamo e... mi ha raccontato la vostra storia-
-Gerard, appartiene al passato, i miei sentimenti per te sono sinceri, e poi Matt mi ha abbandonato in mezzo a una strada quando non gli servivo più per calmare i suoi piaceri sessuali-
-Come abbandonato?-
-Sì, abbandonato. Sua madre mi cacciò di casa e lui non ebbe il coraggio di dirle che dovevo come minimo essere trattato con rispetto-
-Sì, mi raccontò più o meno questo-
-Adesso mi incolpa della sua povertà, ridicolo! Però gli volevo bene, davvero-
Gerard fu sollevato dalla sincerità di Frank, ma sospettava in lui una pesante fragilità:
-Senti, per me tu dovresti essere più deciso, più forte-
-Non è nel mio DNA-
-Ti aiuterò io Frank, ce la metterò tutta- lo abbracciò e Iero cominciò a singhiozzare -Non piangere, come hai detto tu quello è passato, ora pensiamo al presente- lo guardò negli occhi, quegli occhi che lo incantavano ogni volta che li fissava -Sei bellissimo- e dopo quel complimento Frank istintivamente lo baciò, di nuovo.
Ormai i due uscivano quasi tutti i giorni, come se fossero una coppia, anche se ufficialmente non lo erano ancora. Gerard però nonostante tutto non era pienamente convinto dei sentimenti di Frank, e come se non bastasse, più il tempo passava, e più diventava geloso: ogni volta che vedeva un ragazzo o una ragazza che guardava il suo Frank lo vedeva come una provocazione. Lui non era molto ricco, era anche disoccupato, come suo fratello, non aveva stabilità economica, mentre tutti quelli erano in tiro, con una carriera promettente. Fece diverse scenate di gelosia, che avevano lo stesso esito: Frank non le sopportava, cercava di calmare Gerard e di conseguenza cominciò a dubitare sempre di più dell'amore che provava per quel cantante/fumettista.
-Gee, invece di concentrarti sugli altri, perché non ti concentri su di me? Mi avevi promesso che mi avresti insegnato ad essere più forte-
Gerard non poteva di certo declinare quella richiesta, così sorrise e cominciò a raccontargli del suo amico Ray e di tutti i valori che aveva, certo, non si soffermò molto sul suo lato da sciupafemmine!
Mentre parlava, notò che Frank non gli distoglieva lo sguardo di dosso. Questo gli fece un certo effetto, sentì di essere potente. Poi cambiò drasticamente discorso:
-Hai un soprannome?-
-Io? No-
-Neanche un nome d'arte?- Gerard gli sollevò il mento con la punta di due dita e poggiò la fronte su quella di Frank -Sei così minuscolo-
-Me lo dicono in tanti-
-Frankino... Il mio Frankino-
Anche se come nomignolo gli pareva ridicolo non osò replicare, anzi, mascherò la sua disapprovazione baciandolo.
Passarono altri 3 mesi e arrivò l'autunno. Frank come aveva promesso trovò un nuovo capo per Gerard e insieme continuarono a comporre canzoni. Nel frattempo però la gelosia del più grande era aumentata al punto da fissare gli appuntamenti con Frank sempre in posti diversi, di modo da non incontrare sempre le stesse persone. Nonostante questo difetto, Gerard non smetteva di adorare il suo Frankino e per lui faceva veramente di tutto: voleva una sciarpa? Gli comprava una sciarpa; desiderava un cappuccino? In 5 secondi erano in un bar; voleva la Luna? Gerard gliela avrebbe portata. Non voleva perdere la sua fonte d'ispirazione costante, né rinunciare ai suoi baci.
Frank trovò strano il comportamento di Gee e questo lo fece riflettere molto sui sentimenti che provava e persino ripensare a Matt: gli voleva bene? Lo aveva dimenticato? Ovviamente testata la gelosia del suo compagno, con cui non si era ancora ufficialmente impegnato, non ne parlò.
-Sono tornato- salutò Gerard suo fratello
-Era ora! Ho preparato la cena- rispose Mikey scocciato -Eri con Frank?-
-Certo!-
-Sì giusto, una domanda ovvia!-
Mikey si sentiva trascurato: faceva la vita da casalinga, gli mancava solo il vestitino da serva di pizzo e la coroncina, e suo fratello maggiore era troppo impegnato a spendere i pochi soldi che guadagnava per un ragazzo a cui non aveva ancora detto "ti amo". Inizialmente era entusiasta di questo cambiamento da parte di Gerard, ma più la cosa andava avanti, più lui diventava ossessionato non solo da Frank, ma anche dal suo lavoro e dallo scrivere canzoni, non considerando quasi per nulla il povero Mikey, che arrivò ad odiare Iero per tutte le attenzioni che divorava da Gerard, che prima era lui a ricevere.
A tavola, davanti a una zuppa di pomodoro calda (Mikey, come ogni casalingo, aveva cominciato a guardare Gordon Ramsay's Ultimate Cookery Course, quindi sì, sapeva cucinare), Gerard cominciò a descrivere l'ultima serata passata con Frank al chiaro di luna.
-Sembrava che mentre gli baciassi le guance, baciassi la luna, cioè, Mikey, hai inteso?-
-Poetico!- esclamò. Nonostante quanto detto in precedenza, Mikey adorava ascoltare suo fratello, proprio per le sue frasi che lasciavano un non-so-che di magico nel suo cuore.
Scese il silenzio e il più piccolo cominciò a piangere: non aveva dubbi che Gerard gli volesse bene, ma gli mancava tanto il venticinquenne insicuro di una volta.
-Miks, tutto bene?-
-Mi sono bruciato la lingua con la zuppa- mentì
-In effetti è bollente. Spero possa passare in fretta-
Quella piccola attenzione gli fece tornare il sorriso.
-Gerard-
-Sì?-
-Ma tu... mi vuoi bene?-
Il più grande era stranito dalla domanda: perché suo fratello ne dubitava?
-Ma certo che ti voglio bene, basta fare il sentimentale!- disse con tono poco colorito.
Mikey si sentì offeso e piangendo andò a lavare i piatti.
-Miks, scusa, è che...-
-E che vuoi più bene a Frank e non mi dai nessuna attenzione!-
-Ecco perché sei sempre triste ultimamente-
-Ganga!-
-Eh? Tu queste parole non me le dici!-
-Non è una parolaccia!-
Gerard voleva rimediare a tutti i costi: era suo fratello in fondo, non poteva lasciarlo solo!
-Comunque, prometto che da domani in poi passerò più tempo con te-
-Anche Pinocchio lo diceva-
-Io non sono Pinocchio, sono Gerard Arthur Way, e le promesse le mantengo-
Mikey sorrise e continuò più allegramente a lavare le stoviglie, intonando un canto.
"Anche Frankino canta così" pensò Gerard
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