One-shot 3
Prossima uscita: martedì 13, la ruota della fortuna proprio vi vuole bene e male allo stesso tempo haha
Diciamo che questo è un mezzo AU, soprattutto su un pezzo del passato di Gen, non avendo mai avuto nessuna conferma e ho avuto questa teoria, ecco a voi questa One-shot!
-Ginrou-chan, Kinrou-chan, come sta andando l'allenamento?- i due ragazzi si girarono verso il mentalista con uno sguardo incuriosito.
Non era la prima volta che il maggiore veniva a chiederglielo, credevano che fosse per informare Senku dei loro progressi.
Però avevano dei dubbi su questo fatto e qualche giorno prima Kohaku glieli aveva confermati.
Era lei che riferiva a Senku i progressi, quindi non riuscivano a capire per quale motivo glielo chiedeva.
Non si fecero domande in più e gli risposero tranquillamente senza porgli i loro dubbi.
Non lo avrebbero ammesso, ma si sentivano confortati da quella semplice domanda.
Come se avessero trovato qualcuno che gli rivolgeva le sue preoccupazioni.
-Stiamo facendo fatica a migliorare.-
-Moriremo presto se continuiamo così.-
Risposero insieme, il più alto guardò male il biondo che con la sua risposta fece ridere il bicolore.
I due arrossirono al raro suono della risata sincera del maggiore, gli sorrise subito dopo con occhi dolci.
-Migliorerete presto, ne siete capaci, ma ricordatevi di riposare che sforzarsi troppo non fa bene.- rispose il mentalista avvicinandosi a loro e scuotendogli i capelli con le mani in un gesto infantile.
I due si sentirono un po' più caldi all'altezza del cuore mentre guardavano il viso sorridente del maggiore.
-Ora vado ad aiutare Kaseki-chan, voi continuate pure ad allenarvi, ma ricordatevi che tra poco c'è il pranzo.- le parole sussurrate del bicolore furono l'ultimo suono che sentirono fino all'ora di pranzo.
-Kaseki caro! Hai bisogno di una mano?- il vecchietto si girò osservando il suo preferito con curiosità.
Di solito evitava i compiti pesanti, quindi non capiva perché Gen era venuto proprio da lui a chiedere se aveva bisogno d'aiuto proprio quel giorno.
Il bicolore non lasciò sparire il suo sorriso mentre con la testa faceva segno di rispondere leggermente impaziente, il più anziano annuì velocemente rispondendo.
-No, non ce bisogno di due mani in più, ho quasi finito i cestini per l'inverno.- la voce roca di Kaseki fece corrugare le sopracciglia del più alto con leggera preoccupazione.
Guardò il viso arrossato dell'anziano intuendo che probabilmente aveva preso un raffreddore con quel freddo autunnale.
Uscì fuori dalla capanna dirigendosi nel punto in cui faceva di solito il tè, preparò una tisana calda in cui mise un po' di miele(Aveva avuto la fortuna di aver trovato un nido di api abbandonato ancora pieno dell'alimento).
Tornò da lui e gli sorrise dolcemente mentre gli porgeva la tazza con leggera preoccupazione.
Il vecchietto alzò le sopracciglia sorpreso mentre accettava quella deliziosa bevanda e lasciava il cestino da finire.
-Kaseki-chan, ora ci penso io a finirli, nel frattempo tu bevi il tè caldo che ti fa solo bene contro il raffreddore che ti sei preso!- la voce calma di Gen fece rilassare il mal di testa dell'anziano che sorrise confortato da quella genuina preoccupazione.
Parlarono molto mentre Gen finiva il lavoro e Kaseki la tisana.
Il più basso sorrise quando salutò il bicolore e lo osservava andare via camminando.
Gli ricordava proprio sua mamma, una donna così dolce e gentile da far sentire le persone confortate solo con un sorriso.
Sorrise ancora di più al pensiero che loro due si assomigliavano tanto, Gen sarebbe diventato un genitore fantastico.
Ruri sorrise teneramente al maggiore che le faceva compagnia con storie divertenti del passato.
Aveva capito che evitava quelle tristi appositamente per non farla rattristire ed era grata di quella cosa.
-Gen...Posso sapere una cosa?- chiese curiosa di sapere un modo per dichiararsi, arrossì leggermente porgendo la domanda dopo l'annuire del maggiore.
-Come posso dichiararmi, secondo te?- il più alto alzò le mani accarezzando le guance della bionda sorridendole con dolcezza e tenerezza.
I pollici facevano avanti e indietro in una danza calmante che riscaldava il cuore della minore.
-Tesoro, devi trovare il coraggio di farlo da sola perché sicuramente potrete mettervi insieme solo se lo trovate...Siete così teneri insieme che se no vi sposate voi, allora l'amore non esiste.- le rispose dandole un bacio sulla fronte con affetto, la strinse in un caldo abbraccio -E io ci sarò sempre per te, quando litigherete o devi essere perfetta per il vostro appuntamento...Io ti aiuterò se me lo chiederai, anche se è notte fonda, anche se sto dormendo, tu verrai sempre prima.-
La bionda si sentì meglio mentre ricambiava l'abbraccio confortata dalla sua codardia.
Gen assomigliava proprio alla sua mamma...
-Suika-chan...- mormorò Gen mentre dormiva con la mano stretta a quella della bambina che si era ammalata di una semplice febbre.
Si era preoccupato a morte quando l'aveva trovata tutta raggomitolata nel suo letto e così si era ritrovato in quella situazione.
Nella cabina dei malati e dei feriti, si trovavano loro due.
La bambina stava riposando con un leggero tremolio di freddo, l'adulto dormiva con la schiena ricurva nel letto e una delle due mani stretta a quella della minore con preoccupazione.
Tremava anche lui per l'ansia, le sopracciglia corrugate mentre sognava il momento di quella mattina.
Senku era entrato almeno un paio di volte per venire a trovare i due e a dare le medicine alla bambina mentre svegliava il maggiore per farlo mangiare.
Notò le sue borse sotto gli occhi decidendo di farlo dormire ancora un po' e con un sorriso tenero gli mise una coperta sopra le spalle.
-Suika, te lo lascio, non svegliarlo per nessun motivo e riposa ancora un po', domani dovresti tornare a saltellare nella foresta.- la bionda sorrise determinata mentre ritornava a dormire, si avvicinò di più al maggiore stringendo nuovamente le loro mani.
Amava particolarmente quella mano calda che la confortava in quella tremenda febbre, sorrise nel sonno mentre desiderava che Gen fosse la sua mamma.
-Un videogioco?- Chrome chiese curioso sentendo una delle storie di Gen, il maggiore gli sorrise dolcemente annuendo.
-Un tempo esistevano queste scatole piene di tecnologie avanzate in cui si inseriva un dischetto o qualcosa, queste erano collegato a uno schermo, oggetto in cui si può vedere di tutto grazie a mini quadrati colorati detti pixel, in cui ci mostravano mondi interi creati da esseri umani...Questi erano i videogiochi, in questi mondi si poteva vivere la vita di qualcun altro e sono usciti certi capolavori!- Chrome rimase meravigliato da quella scoperta, voleva sapere di più e interrogò a dovere il maggiore su tutto quello che sapeva di videogiochi.
Egli con molta pazienza rispose a tutto, sorridendogli teneramente alla genuina sorpresa e curiosità del minore.
Chrome rimase ad ascoltare tutto il tempo, mentre si rendeva conto di quale mondo fantastico fosse quello passato.
Era grato al maggiore che gli spiegava tutto ogni volta senza perdere la pazienza, sorrise timidamente alla rivelazione di quella gratitudine.
Si era accorto che Senku e Gen erano entrati nella sua vita in quel modo spontaneo portando un casino di guai, ma era contento che fosse successo perché si erano portati dietro anche informazione, idee, scoperte e risate.
Il maggiore finì di spiegare guardando il minore silenzioso, sorrise socchiudendo gli occhi e scompigliò i capelli castani del più giovane.
Si allontanò dirigendosi verso un punto della foresta in cui si vedevano le stelle lasciando solo il castano sorpreso da quel gesto.
Arrossì violentemente imbarazzato mentre si sentiva il cuore caldo come se fosse stato confortato dalla sua mamma.
-Ukyo-chan, non credevo ti trovarti qui.- disse la voce meabile del bicolore osservando il bianco davanti a lui, il ragazzo sorrise salutando il suo migliore amico.
-Gen, stasera guardi le stelle...?- gli chiese speranzoso di poter passare un po' di tempo solo loro due.
Erano sempre impegnati e si erano persi di vista da un bel po' di tempo.
Per questo fu felice della risposta affermativa del bicolore che scese dall'albero con un salto e si avvicinò all'amico sedendosi.
Il bianco si sedette anche lui appoggiando la sua testa sulla spalla del mentalista e chiudendo gli occhi rassicurato dalla voce canticchiante del suo migliore amico.
-Capretta, come stai in questi giorni?- chiese il bicolore usando il soprannome che gli aveva dato appena conosciuti.
Si ricordava ancora come il primo giorno lo aveva chiamato per sbaglio capretta e lui era scoppiato a ridere sorpreso dal soprannome.
Nessuno aveva mai avuto il coraggio di chiamarlo come un animale per via dei suoi capelli.
Sorrise rassicurato stringendo una sua mano con quella del bicolore, forse alla fine di quella storia poteva fargli quel discorso.
Quel discorso in cui lo ringraziava di esserci sempre stato fin dal primo momento, di avergli affibbiato quello stupido soprannome, di rassicurarlo anche con una sola domanda, di averlo accettato come amico e pure come parte della famiglia, di vederlo come un fratello e di essere come una mamma.
Ma per quel giorno poteva solo rispondere a quella domanda mentre si rannicchiava ancora di più nel caldo affetto del suo migliore amico.
-Bene, mi era mancato un po' di tempo per noi, ma per il resto bene.-
Per quel giorno avrebbe risposto solo a quella domanda.
Ryusui non si aspettava così tanta preoccupazione dalla stessa persona che stava fregando con la storia del capitalismo.
Durante una passeggiata nel bosco non aveva notato un piccolo dirupo e ci era proprio caduto dentro slogandosi minimo la caviglia.
Gen era venuto a cercarlo perché non era più in giro già da un po' ritrovandolo seduto che non riusciva a camminare con quel piede.
-Ryusui-chan, sei ferito gravemente?- chiese con tono preoccupato sedendosi davanti a lui e osservando la caviglia.
Il biondo non rispose ringhiando al dolore quando gli toccò il punto dolorante, il bicolore osservò il gonfiore mentre sospirava stanco.
-Ugh, ne succede sempre una nuova ai miei cuccioli...- borbottò senza rendersi conto di quello che diceva mentre con qualche foglia bagnata provava a diminuire il dolore del biondo che rimase sorpreso da quella affermazione.
I suoi cuccioli? E da quando lui ne faceva parte?
Arrossì imbarazzato mentre si sentiva scaldato al cuore.
Non credeva che sarebbe mai potuto succedere dalla stessa persona che stava fregando.
Gen era proprio come una mamma, non faceva distinzione tra i suoi bambini.
-Taiju-chan, dovresti idratarti di più.- Gen si avvicinò al castano con una borraccia piena d'acqua.
Il suo tono preoccupato non dava possibilità di controbattere e così il minore annuì grato prendendo la borraccia, bevette almeno metà del contenuto.
Non si era accorto di quando aveva sudato sotto il sole primaverile mentre piantava il grano, aveva proprio bisogno di bere per tenersi in forze.
Il bicolore gli sorrise riprendendo la borraccia e osservandolo esitante.
Voleva dire qualcosa, forse voleva chiedergli qualcosa, ma Taiju non seppe mai cosa perché il maggiore si incamminò verso gli altri due che piantavano per farli bere anche loro.
Il castano lo raggiunse la sera stessa davanti al falò mettendosi accanto al bicolore chiedendogli cosa fosse successo dopo che se ne era andato.
-In che senso, Taiju-chan?- chiese il mentalista con un leggero tremolio, il minore gli spiegò che prima che se ne andasse gli sembrava volesse chiedergli qualcosa anche se era esitante.
Il maggiore non rispose sorridendo con un pizzico di malinconia, si alzò prima di sussurargli quello che voleva sentire, mentre lentamente e stancamente si dirigeva verso il suo letto.
-Mi chiedevo se chiederti come fosse Senku-chan da bambino.-
Il castano sorrise rassicurato stringendo le sue mani, finalmente aveva trovato qualcuno che poteva stare accanto a Senku.
Ed era la persona migliore che potesse avere: la persona che ricordava più di tutte una mamma.
-Yuzuriha-chan, vuoi una mano?- chiese Gen raggiungendo la ragazza castana con un sorriso.
La minore sorrise enormemente accettando volentieri l'aiuto del bicolore che si sedette accanto a lei.
Iniziò a cucire in silenzio, con gli occhi calmi e pieni di pazienza incantando la ragazza che si chiedeva dove avesse imparato.
Si morse il labbro prima di porre la domanda legittima e notando come il sorriso malinconico del maggiore fosse nato.
-Ho imparato da mia nonna.- rispose continuando il suo lavoro mentre si sentiva bene ad aver liberato un pezzettino di sé.
Forse, forse con lei poteva essere sincero.
-E tua mamma, sapeva cucire?- il bicolore sorrise grato di poter raccontare il suo passato.
-In verità, da quello che mi raccontava mia nonna era una frana.- rise con un po' di tristezza per non aver conosciuto i suoi genitori, la castana rimase in silenzio intuendo che Gen dovesse liberare le parole per sentirsi meglio -Io non la conobbi mai, diciamo che non si sentiva pronta ad avere un figlio a 18 anni...Forse è una caratteristica di famiglia avere figli così presto.-
La minore alzò la testa di scatto confusa dall'ultima informazione.
-Non mi guardare così, Yuzuriha cara, diciamo che io e la mia ex eravamo stati bravi a nascondere l'identità di nostra figlia...- sussurò lui con un sorriso triste, rivoleva vedere sua figlia.
-Eh? E quando l'hai avuta?- chiese la ragazza sotto shock e l'altro rise sinceramente.
-A 16 anni, eravamo tutti e due star del mondo dello spettacolo, diventati la colonna l'uno dell'altro è facile fare cazzate come ubriacarsi e scordarsi il preservativo...Ma sono felice che sia successo, quello stress e quella notte ha portato a una delle mie gioie più grandi: Yasu.- la sua voce divenne sempre più sicura, felice di poter raccontare di sua figlia.
Era una bambina di 5 anni super dolce, dai capelli corti e neri, due occhi verdi speranza con sfumature di arancione come la madre.
Quel giorno era insieme proprio a lei e non sapeva dove potesse trovarsi.
-Perché non hai detto niente a Senku? Poteva annullare la sua pietrificazione...-
-Perché non so dove si trovi.-
Yuzuriha rimase in silenzio alzandosi e avvicinandosi all'amico, lo strinse a sé in modo confortante capendo finalmente perché aveva quel lato materno.
-Senku è fortunato ad essere amato da te, Gen- gli sussurò stringendolo ancora di più.
Kohaku si allontanò velocemente dalla porta con gli occhi al cielo e l'irritazione nel sangue.
Buddha, non lo sopportava più!
Odiava tutte quelle attenzioni da mamma preoccupata, le aveva sempre odiate anche con la sua vera madre!
-Smetti di comportarti da mamma preoccupata!- urlò la bionda a Gen prima di correre via scappando dallo sguardo sconvolto del bicolore.
-Eh?- da mamma preoccupata? Da quando? Forse aveva veramente sviluppato un lato leggermente iperprotettivo con sua figlia.
Ma era più da padre che da madre, quindi non capiva perché gli avesse dato della mamma.
Senku si avvicinò divertito dalla confusione del maggiore.
-Ha ragione, ti comporti come una mamma modello.- gli disse mentre si fermava accanto a lui, il bicolore si girò verso di lui guardandolo ancora più confuso.
-MA SONO UN MASCHIO! E anche padre di una bambina!- rispose come se fosse ovvio, Senku si sorprese a quella scoperta che aveva rivelato senza nemmeno accorgersi delle sue parole.
L'altro strabuzzò gli occhi prima di coprirsi la bocca facendo ridere sinceramente il minore.
-Quindi è per questo che sei così protettivo- rise il più alto mentre si avvicinava di più al viso del mentalista.
-Però sono offeso per non avermelo detto prima, ti avrei liberato la figlia.- sussurò con le sopracciglia aggrottate finalmente capendo i momenti silenziosi e tristi del bicolore, era per la mancanza della sua bambina...
-Non so dove si trovi, era insieme alla madre, cioè la mia ex...- loro si definivano ex, ma in verità erano ancora amici e non avevano avuto mai rapporti tranne quelli in cui erano ubriachi, soprattutto perché uno era gay, l'altra lesbica e non capivano come succedeva quello che succedeva.
E soprattutto Gen preferiva essere il bottom nei suoi rapporti sessuali, probabilmente era per quello che aveva sviluppato un lato materno.
-Quindi...Tu mi stai dicendo che sei bisex? Metà del villaggio ti ha sempre creduto attratto solo dagli uomini.- disse Senku con un'alzata di spalle facendo sbigottire l'altro, in che senso lo credevano gay?!
-Beh, sono gay ufficialmente, ho avuto solo 5 rapporti con il sesso opposto ed erano la stessa persona che definiscono mia ex quando siamo amici stretti e lei è lesbica, ma probabilmente questi casi sono stati causati dall'enorme alcool che c'era nei nostri corpi e dallo stress del mondo dello spettacolo.- rispose l'altro irritato non capendo come erano finiti in quella situazione.
No, veramente, come era finito a spiegare il suo orientamento sessuale a Senku? A SENKU?! LA PERSONA CHE AMAVA ANCORA PRIMA DI CONOSCERLA?? Era proprio disperato...
-Va bene, va bene, tralasciando questo fatto...Sai che ti comporti perfettamente con un istinto materno perfetto?- disse facendo sospirare l'altro -Sai anche che in giro è uscito il soprannome MamaGen? Soprattutto perché ti comporti come se fossi la mamma del villaggio? O come la moglie del capo villaggio?- continuò facendo arrosire l'altro all'ultima domanda.
Si comportava da moglie con Senku?! Questa cosa non ci voleva proprio...
-Ma sai, mentalista, ti si addice- disse con un sorriso tenero facendo arrosire il maggiore.
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