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                             Jasmine

La biblioteca non è molto lontana da casa mia. È il posto migliore per studiare e starsene un po' tranquilli. Ci vado poche volte, solitamente per le ricerche, in modo tale da usare i computer messi a disposizione per trovare le informazioni necessarie.

Entro e il profumo di carta mi travolge. Pietro deve passare molto tempo qui, perché ha lo stesso odore di libri. Questo pensiero mi rallegra, almeno oltre alla scuola abbiamo in comune anche l'amore per la lettura. Credo di essere arrivata per prima dato che ho una decina di minuti di anticipo, ma mi sbaglio.

Ad un tavolo trovo una testa bionda china su uno dei tanti libri aperti, so già di chi è. Gli vado incontro, lo saluto e mi siedo di fianco a lui. Scopro che è arrivato già da una mezzoretta per preparare tutto.

Mentre tiro fuori dallo zaino alcuni tomi di varie materie, gli dico: -Dato che sei arrivato alla fine dell'anno non conosci i metodi e le verifiche della prof di latino e di quello di matematica.-.

 Aspetto un suo cenno per continuare e quando annuisce proseguo: -Perciò vorrei poterti essere d'aiuto in qualche modo.- gli passo dei fogli –Queste sono le preparazioni ai test e gli appunti delle ultime lezioni. Non so se possono esserti utili.-.

Mi accorgo della sfrontatezza del mio gesto, come se lui avesse davvero bisogno di recuperare. Sto per scusarmi quando vedo i suoi occhi brillare di gratitudine, e le parole mi muoiono in gola.

Pietro mi chiede: -Facciamo qualche esercizio?-. Faccio un cenno di assenso con il capo e cominciamo. Mi accorgo quasi subito della sua bravura in matematica. Riesce a risolvere senza nessun errore, pagine intere di problemi in pochissimo tempo.

Li svolgiamo entrambi in fretta e decidiamo di passare a latino. È la mia materia preferita, perciò traduco le frasi velocemente. Quando mi sporgo a guardare a che punto è arrivata lo sorprendo a guardarmi da sotto le ciglia chiare. Il suo sguardo bellissimo è incatenato al mio. Vorrei passare così un'eternità, a volare in quel cielo senza nuvole che sono le sue iridi.

Noto che la pagina del suo quaderno è bianca. –Non hai capito qualcosa?- azzardo.

Lo vedo riscuotersi e balbetta: -In effetti il latino mi è sempre stato abbastanza difficile. Avrei preferito fare greco.-. È imbarazzato, gli si legge in faccia. Gli faccio capire che non ci sono problemi e gli rispiego la procedura.

Passiamo così il pomeriggio, uno vicino all'altra a correggerci a vicenda. Alla fine sembra aver capito. Sono sicura che nella verifica di questa settimana prenderà un bel voto.

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