Ventiduesimo testo.
Parlavamo dell'inverno e delle felpe larghe, quelle che mi prestavi tu quando ti accorgevi che stavo morendo dal freddo. Da quel momento ad ora è passato ormai molto tempo, ma continuo a ricordarlo come se fosse passato solamente un giorno.
È arrivata la primavera
Ma nel mio cuore
È ancora pieno inverno
E mi chiedo quando passerà
Questa bufera dentro me.
È la prima volta che mi capita
Che il cuore condizioni
Anche il mio cervello.
Quindi, ora come ora, anche con il caldo bestiale e con i fiori e la mia allergia al polline, dentro di me ho ancora bisogno della tua felpa o semplicemente delle tue braccia che mi abbracciano il cuore che, in questo periodo, sente molto freddo. Servirebbe ben poco per far riaffiorare dentro di me la nuova stagione.
Non riesco ad essere razionale,
Una persona al mio posto
Già avrebbe mollato tutto
E a volte mi passa
Anche per la mente
Questo desiderio,
Però,
Non ci riesco.
Ti metto sempre al primo posto
Ho dimenticato tutto
Per ricordati,
Ho perso molto
Per perdonarti,
Ho pianto tanto
Per vederti felice
E tu ti sei limitato
A guardare da lontano tutto
Come se non ti appartenesse.
È dannatamente sbagliato
Ma non riesco a dire no.
O forse non voglio.
Sono arrivata oggi al punto più cruciale della mia vita. Ti ho visto camminare mano nella mano con lei proprio diretto al nostro posto preferito. Questa volta però ho evitato i miei stupidi film mentali e ho deciso di alzare le gambe e seguirti per vedere dove andavi. Ed eri proprio lì. A volte vorresti proprio avere torto e speri fino all'ultimo che sia sbagliata anche la più ovvia delle cose. Pur di essere felice.
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