Diciassettesimo testo.
Alla fine è la tua immaginazione che ti spezza ancora di più. Perché ti aspetti sempre troppo dagli altri, ti aspetti sempre che siano disposti a darti ciò che tu riesci a dare a loro. Così ho fatto con te. Ti ho letteralmente dato la mia anima e il mio cuore su un piatto d'argento, un cuore spezzato e pieno di ferite ancora sanguinanti e mi sono fidata di te. Ti ho affidato la mia vita. E dopo ho continuato a scrivere di te agli altri, a scriverti.
<<Sai
Vorrei
Poterti abbracciare
Poterti parlare
Poter stare con te
Senza dover
Per forza
Immaginare.
Solo
Immaginare
Scene
Nella mia mente
Che alla fine
Non accadranno
Mai.
Vorrei
Poterti dire
Quello che
Al momento
Sto immaginando
E tutti i momenti,
Tutti gli attimi,
Tutto quello che
Abbiamo vissuto
Insieme
Nella mia testa.>>
E mentre parlo e ti scrivo mi rendo conto che la mia vita è piena di "Vorrei", di desideri irrealizzabili e complessi che pochi possono capire, gli altri li definiscono sbagliati perché è la via più breve e scontata da seguire.
<<Vorrei
Non dover
Per forza
Pensare a ciò
Che non è reale
E non lo è
Mai stato
Prima di
Andare a dormire.
Vorrei
Invece
Ridere,
Gioire,
Sorridere
Della mia
Unica
E vera
Realtà
Che mi circonda.
Addormentarmi
Ripensando
Alla mia giornata
Passata con te
E solo con te
Pensando a te
E solo a te.>>
La vita che vorrei è praticamente basata su idee che sono palesemente irreali e prive di fondamento, perché non mi hai mai dato una certezza futile nella mia vita. Mi sono semplicemente basata sul sentimento che provavo, anzi provo, nei tuoi confronti. E mi domando ancora il perché, perché non riesco a lasciarti stare. Dovrei odiarti per ciò che mi fai passare, per come mi tratti e come mi fai stare, ma con un meccanismo inverso e praticamente sbagliato continuo ad amarti ancora di più dopo ogni delusione aggiunta...
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