Three

Jean x Marco
Armin x Jean

Le parti in corsivo sono flashback

<< T-tu mi p>> il giovane ragazzo dai capelli corvini deglutì a vuoto  e si sentì diventare rosse anche le orecchie dato era  l'imbarazzo.
Per finire al più presto quella scena imbarazzante si fece mentalmente forza e tutto d'un fiato si liberó da quel peso che gli opprimeva il cuore << TumipiaciJean>>.
Dopo aver detto la fatidica frase abbasso la faccia e strinse i pugni vedendo di sottecchi il sorrisino, o ghigno, del ragazzo che gli piaceva svanire in una faccia più che stupita.
Jean stava ancora elaborando e rielaborando l'informazione e, per la goia del momento, si dimenticó di spiccicare un parola.
Interpretando quel silenzio come un rifiuto, quel metro e novanta, minimo, di dolcezza si giró sussurando delle scuse che furono interrotte da una stranza pressione sulle labbra " O Mio Dio O.Mio.Dio omiodioomiodioomiodioomiodioomiodioomiodioomiodioomiodioomiodio".
Quella, a questo lo paragonavano, faccia di cavallo stava baciando il " ragazzone" tutto lentiggini, davanti a tutti, Marco stava impazzendo, un po' dall'imbarazzo dovuto alla sua indole timida e un po' per l'immensa gioia di avere premuto addosso la sua prima cotta, il suo primo amore.
<< sei così mio >> Marco sorrise a quella piccola dichiarazionr da parte di quella zazzera bionda.

<<Jean, t-tu... I-io>> Armin lo stava guardando dal basso con i suoi enormi occhioni azzurri
<< tu cosa, muoviti mi devo allenare>> non aveva proprio voglia di ascoltare le lamentele  sugli allenamento troppo duri o sui giganti troppo spaventosi.
Lo vide stringere gli prepotentemente gli occhi, così come i pugni, e in sussuro gridato uscirono delle parole che non si aspettava proprio <<mipiaci>>.
Jean si ritrovo a guardarlo con un accenno di malinconia per i vecchi ricordi che quella dichiarazione gli aveva portato alla mente.
Si focalizzo di nuovo sul biondino con ancora gli occhi serrati e si avvicino di un passo sfiorando con una mano la sua guancia ma si ritrasse velocemente, non voleva rimanere scottato di nuovo e quell'imbecille, debole com'era si sarebbe fatto uccidere. Ma lui doveva proteggerlo. A questo pensiero fece un altro passo in avanti quando peró ripensó alla morte di Marco, no, non sarebbe riuscito a proteggero, << mi dispiace>>
Armin riapri gli occhi velati e con un sorrisino dolce e amaro allo stesso tempo che stupì ancora di più il maggiore << io no-n - lo vide stringere di più i pugni e scuotere lefgermente la testa- io volevo solo dirtelo, mi sembrava giusto, non si perché>> Era così dolce pensó.
Intorno a loro due aleggiava un aura di imbarazzo così Jean tentó di smorzarla con il suo solito ghigno << Arlet che non sa qualcosa, sta davvero cadendo il mondo>> poi si giró leggermente e vide arrivare il loro istruttore << allora ,be... Ci si vede Armin>> diede una pacca sulla spalla al minore, che lo fece barcollare un po', e si allontanó per continuare i suoi esercizi



Il biondo, quasi castano, sentì la porta aprirsi e vide lultima persona, penultima, Levi era l'ultima, entrare e guardarlo torvo <<Jeager cazzo vuoi? >> lo faceva incazzare anche solo vederlo.
<< Taci faccia di cavallo, adesso parlo io. Hai rifiutato Armin, eh? Perché stronzo? >> mentre parlava il ragazzo con i fari negli occhi si era avvicinato pericolosamente alla sua faccia piegando il suo baricentro in avanti ma ,anche se intimorito, quella stupida, se mi permettete, faccia di cavallo rispose a tono << Mi hai detto di tacere, cosa sei bipolare?!>>
Il castano era furente, punto il dito indice al centro del petto in modo leggermente doloroso << tu, lurido sporco bastardo... No aspetta, codardo - a quelle parole Jean lo spintono indietro e avanzando con aria prepotente facendo poi scontrare i loro petti- lo so io stronzo, hai paura, codardo codardo codardo, solo perché hai perso Marco, tu, tu -la voce di Eren si affievolì - non puoi far soffrire Armin così, lui... Lui é sensibile e... Oddio se sa che te lo ho detto mi uccide... Lui ti ama>>
Finito il discorso Jean si buttó seduto sul letto massaggiandosi le tempie e con voce irregolare si confidó anche lui << A me piace peró io... Si ho paura, se lui morisse ... Lui non é forte, morirà subito>> le tempie iniziarono a farli molto male e a mala pena si accorse che il materasso di fianco a lui si abbasso leggermente e la voce del ragazzo castano non proveniva più da davanti a lui ma bensì a pochi centimetri dal suo orecchio << lo proteggerai tu, mi sembra ovvio e lo so che ogni notte rivedi Marco tagliato a metà, non pensare che io non ci soffra, che io non soffra per tutte le persone che ho perso, che abbiamo perso, ma questo é un motivo in più per annientarli tutti, io non voglio che nessuno muoio benché meno Armin, e per questo te lo affido perché, porca puttana non lo ripeteró mai più ma, io mo fido di te>>
Si stavano guardando negli occhi  e Jean si sentiva rincuorato, gli amici servivano a questo e ,si, Jaeger era suo amico, ma anche un pochino umiliato perché  quel pszzo suicida era come sempre migliore di lui.
Fece una leggera risata per smorzare la tensione << sei un coglione, un fottutissimo coglione ma grazie... Eren >> detto questo uscì dalla stanza dirigendosì verso quella del biondino.

Jean appoggió la faccia sul legno scuro e fece un profondo respiro prima di entrare e trovare la persona interessata senza maglietta e dormiente.
Si sedette sul materasso sdraiandosi poi su un lato accarezzando la schiena del ragazzino facendolo peró svegliare e girare verso la fonte di quel "disturbo" e quando capí chi lo aveva risvegliato arrossí al pari di un peperone e si spintonó indietro.
Jean allora allungo le braccia posizionandole sullo stacco tra la schiena e il sedere e se lo avvicinó al petto sussurandogli dolci scuse << hey hey, cucciolo ... Scusa scusa, io ... Avevo paura ma adesso io... - il castano chiaro esitó un attimo portando le mani al viso del biondo - sii mio >>.
Armin arossì e inizió a balbettare parole sconesse << io-nso - p-paur-rq n-no>> ma Jean lo strinse più vicino a se << ti prego voglio amarti, non voglio perdere altro tempo>>
Il biondino a quel punto si fece forza e salì seduto sul bacino del maggiore, che strabuzzó gli occhi ,apoggiando poi le mani sul suo petto con sguardo deciso.
A quel punto la faccia di cavallo capì che se voleva toppare doveva ribaltare la situazione, e così fece, con una spinta di reni spinse il Armin sotto di se, aprendogli poi le gambe che si posizionarono sui suoi fianchi. Inizió lentamente a svestirsi mentre lasciava caldi baci sulla bocca, sul collo e sul petto del biondo, ormai, ansimante.
Tolse anche gli ultimi indumenti al minore e sorrise, era di nuovo felice, vivo.
Fissó quelle iridi azzurre e, per tutta la notte, diede tutto l'amore di cui fu capace.




Il collo del corvino gli parve molto saporito e inizió quindi a succhiarlo mentre si trovava dentro di lui per la prima volta.
Sentì un ansito di dolore che lo fece scattare a baciare quelle labbra rosse dai morsi.
Il tutto duró quasi una notte intera, ma ai due amanti parvero solo pochi istanti. I loro istanti
Sdraiati entrambi su un fianco, faccia a faccia, si godevano quegli attimi , uno coccolato da tenere carezze e l'altro concentrato a salvare nella sua testa ogni minimo particolare del volto che aveva davanti, a partire dalle molteplici lentiggini, trentadue, trentatre, trentaquattro e così via, fino ad accorgersi che il compagno era ormai dormiente e, addolcito da quella visione, gli accarezzó il volto sussurando il suo nome << Marco ..>>
<<Polo>> Arrivó in risposta dal, finto, addormentato che spalancó gli occhi puntandoli divertito sulla faccia stupita del minore, almeno per altezza, che, dopo attimi di incredulità si lasció scappare una risatina e, stringendosi più vicino al compagno, affondó la faccia nei morbidi capelli corvini addormentandosi poco dopo.





<<Non provare a lasciarmi anche tu biondino eh >>

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