Capitolo 28

« I-io.... Lo so che era Ren, non mi sono sbagliato. L'ho visto Sean » mormorò la voce persa di Neil,
guardando con speranza gli occhi del compagno persi nei suoi, con la mano messa sul bancone tra quelle fredde del più grande.

« Era proprio lui ».
Neil guardò assorto il compagno, spostando poi lo sguardo oltre al loro bancone. Notando di lí a poco il ragazzino che doveva essere Iris, insieme ad una ragazza alta, entrare nel loro stesso bar e dirigersi nel bancone vuoto vicino a loro. Lo guardó senza accorgersene stranamente e Neil seguí la traiettoria dello sguardo del fidanzato. Lasciando al momento cadere la questione ' Ren '

Ma facendo ciò, rimase sorpreso nel vedere Iris. Se ne stava lí, totalmente rapito nel parlare con la ragazza. Che poi oltrettutto sembrava a tutti gli effetti essere la stessa ragazza che avevano visto lavorare nello stesso bar. Che fosse la fidanzata ? No. Era impossibile. Insomma bastava solo guardarlo per capire e di certo a Neil non gli era passato inosservato come li aveva guardati. Era più che sicuro che gli piacessero i ragazzi.

« Sean ? Non ti sembra strano che ora dove andiamo c'è lo troviamo sempre davanti ? É come se il destino, vuole a tutti i costi farci unire la strade » poi accorgendosi della sciocchezza che gli era appena uscita dalla bocca, scosse la testa in senso di diniego.

« No, tesoro. L'ho notato anche io ».
Rispose intuendo perfettamente ciò che l'altro voleva fargli intendere.

« Non lo se Jane, oggi ho provato a chiedere un poco in giro, ma sono tutti con la stessa risposta. E cioé mi spiace, ma i posti sono tutti occupati. Dove devo cercare » sentirono dire da un Iris estenuato, incrociando le braccia al petto. La ragazza che nel frattempo gli sorrideva affettuosamente.

I due ragazzi restarono del tutto in ascolto di quel discorso.
E così cerca lavoro, pensarono il duo, facendo finta di niente e riprendendo così a bere il loro caffè oramai quasi del tutto freddo .

« Hei. Dai che prima o poi un posto uscirá e nel frattempo ti aiuterò a cercare e anche Maddie, lo sai » le rispose lei, facendolo sorridere appena.

Sean e Neil si guardarono.
« Perché non lo aiutiamo ? »
Chiese il più piccolo.
« Possiamo pur sempre farlo venire lavorare da noi. Cioè col poco tempo che ci rimane ci servirebbe qualcuno che riordina a casa. É pur sempre un lavoro e lo pagheremo come si deve ».
Aggiunse.

Sean si alzò molto lentamente, facendogli segno di seguirlo. Non gli chiese per dove, perché sapeva che Neil lo aveva ascoltato.

Si diressero verso il tavolo dei due ultimi arrivati e Iris, Jane, per via della ombreggiatura che aveva incupito la luce, dubbiosi furono costretti ad alzare lo sguardo per vedere dunque chi era.

« V-voi due ? C-cosa ci fate qui ? »
Chiese euforico, e balbuziente un Iris adesso del tutto in piedi.

Di certo non si sarebbe più aspettato di rivederli di nuovo. Non di sicuro.

I due ragazzi sorrisero sotto anche lo sguardo dubbioso della ragazza.

« Siamo qui per proporti un posto per lavoro. Per via del lavoro che svolgiamo non riusciamo sempre a tenere casa a posto. E da tempo che cerchiamo qualcuno che ci venga a fare pulizie. Di certo ti pagheremo e i soldi di certo non mancano . Ma se ti serve tempo prenditene pure il giusto neccessario. Non vogliamo metterti fretta, ma ci farebbe piacere se accettasti » annunciò Sean, recuperando dalla tasca il biglietto con il suo numero di telefono.

Lo fece passare al tavolo vicino al più piccolo, che timidamente prese tra le mani quel piccolo pezzetto di carta.

« Perché no. Tu hai bisogno di quel posto » proruppe la ragazza, con i gomiti appoggiati sulla superfice in vetro e con le mani incrociate sotto al mento.

« Mh. Mi farò sentire senz'altro. Grazie mille per l'offerta ».
Ringraziò sorridendogli con generosità.

Un sorriso che fu senza ombra di dubbio ricambiato.

« No. Anzi, grazie a te per aver accettato. Ci rivedremo presto.
Questa volta a rispondere fu Neil, incrociando la mano a quella libera di Sean, che rinforzò un poco di più la stretta.

***

N/ A : per chi non vuole leggere salti pure la parte cruenta e dolorosa.

Non passò poi dal molto, che una chiamata appena ricevuta fece scattare di corsa Sean, dicendo solo a Neil che sarebbe tornato più tardi.

Corse sino ad arrivare alle porti scorrevoli di quell'immenso ospedale che si aprirono per lasciarlo andare.

Un passo e un respiro profondo, un altro passo e tentò di scacciare quelle lacrime impertinenti solo per non mostrarsi debole.

Prese presto l'ascensore fermandosi all'ultimo piano, attraversò il corridoio d'attesa gremito di gente e si fermò all'ultima stanza del fondo del corridoio.

Non era letteralmente pronto per rivederla e ne tantomeno era sicuro di volere sapere cosa una volta aperta la porta lo avrebbe potuto attendere.

Ma lo voleva. Sapeva che voleva dargli almeno un addio.

Così aprì la porta, ma la prima cosa che vide era sua madre conciata davvero male. Piccole flebo impiantate sotto pelle, un macchinario che emetteva bip ad ogni suo debole respiro. Era quasi del tutto bendata così come il viso, solo gli occhi chiusi si vedevano.

Faceva uno strano effetto vedere chi ti ha messo al mondo, ridotta così. Lí, distesa così, in una stanza vuota e grande sembrava una piccola bambina. Era come vedere la propria vita finire, scollegarsi al sangue del tuo sangue.

Era brutto e doloroso sí.

Si avvicinò pian piano e si fermò vicino alla madre.

Gli prese una mano e chinandosi baciò la fronte bendata. Un tubo conficcato tra le labbra a scendere giù in gola.

« Sono qui mamma e ti perdono ».
Le sussurrò lasciando andare le lacrime che non era più riuscito a trattenere.

Cosa ti ha fatto quel bastardo ? Dov'è ora ? Spero che sia morto, perché davvero credo che farei un omicidio e non mi importa se questo mi porterà nelle luride galere. Solo così riuscirò a farti riposare in pace.
L'unico peccato che ho é quello di non essere mai riuscito a perdonarti. A perdonare la tua debolezza. A non essere riuscito a perdonarti per il fatto che non hai mai chiesto aiuto, negando l'aiuto di chi ci teneva salvarti. Perché non lo hai mai denunciato ? Perché quel giorno non sei venuta via da me.
Da quel che mi é stato riferito oggi, ho saputo che il tuo corpo non ha più avuto la forza di lottare ancora. Ti é ceduto, ti sei lasciata andare sotto alla sua violenza con calci e pugni. E vorrei poter essere stato un figlio migliore. Vorrei esserti stato accanto, evitando il ciò. Ma ho fallito miserabilmente in tutto. E mi dispiace.

E mentre pensó a ciò in lacrime , lei invece esalò l'ultimo respiro.

Nota Autrice : io dico che chi é vittima di violenza di ogni tipo di lasciarsi aiutare. Non aver paura di denunciarlo, fallo e basta.

Non siamo soli, ci sarà sempre qualcuno con noi. Pronto a tenderci una mano. Dobbiamo solo lasciarlo fare.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top