Capitolo 20
Lasciò vagare lo sguardo tra quella calca di persone indemoniate. Lasciò che ancora per una volta la sua mente lo richiamasse a sé, ritrovandosi a stringere un poco più fortemente il piccolo bicchierino che in mano aveva.
Ancora una volta il nome di Blake risuonava nei suoi pensieri, oscurati da quell'alone che continuava a perseguitarlo.
In realtà aveva ben perso il conto degli anni in cui non aveva fatto altro che inseguirlo. Ma ora ciò dove lo aveva portato? Ne aveva per caso ricavato qualcosa? Assolutamente no e adesso per colpa di quel piccolo e grande segreto che l'altro gli aveva tenuto nascosto, nemmeno riusciva a guardarlo in faccia per più di dieci secondi.
Un Blake bugiardo ecco cosa ne aveva ricavato da quella falsa e fottuta amicizia.
Presto un odore dolce e femminile innondò le sue narici. Un po' fastidioso lo trovò ma allo stesso tempo questo lo portò a voler capire a chi appartenesse a quell'odore che gli era molto ma molto vicino.
« E anche stanotte tutto solo, eh? »
Una voce profonda lo colpí al padiglione auricolare, riuscendo a farlo distogliere dai propri infiniti pensieri intrecciati.
« Buon per te, no? »
Chiese secco Jay, dopo aver mandato giù un po' di scotch e riposando il bicchierino poi sul bancone in vetro.
Ma ciò non bastò come risposta al nuovo arrivato. Voleva sapere di più sulla vita dello sconosciuto.
« Sai. Forse non te ne accorgi ma la sera quando vieni qui ti scruto attentamente. E dal che fin'ora ho capito è che sei un tipo abbastanza difficile da capire. La tua faccia rimane impassibile, anche se pensi. Proprio come minuti prima. Non riesco a decifrarti » rispose il rossiccio, con un sorriso impertinente a illuminargli il viso dai tratti orientali e dagli occhi quasi a mandorla.
« Questa sera sarai il centro delle mie attenzioni. É deciso » aggiunse guardandolo.
Notando lo sguardo indecifrabile dell'altro su di sè, avvicinò il suo viso un poco di più verso quello dell'altro. Ma facendolo la mano dell'altro lo attirò da un polso verso di sè. Le sue labbra vennero toccate da quelle del più grande.
Accettato quel gesto il più piccolo si ritrovò con una mano ad accarezzare i capelli del bel tormentato, spingendola un po' di più verso di sé. Giusto per rendere quel bacio più profondo.
« E.. Emil ».
Mormorò il proprio nome, fra un bacio e l'altro.
Il sapore di alcool che grazie alla bocca di Jay innondava la sua di bocca, non riuscì a fare riattivare il cervello. Oramai del tutto spento di fronte a quel salto erotico.
Posò una mano sul petto di Jay e facendola vagare al di sotto del maglioncino, tastò gli addominali scolpiti.
Così perfetto da fare girare la testa. Secondo Emil, Jay era quel piccante richiamo che ogni uomo o donna avesse voluto provare. E pensandoci bene, se erano lí e perché volevano solo un po' di svago e divertimento. Niente di troppo impegnativo. E quindi che male c'era ?
Il più piccolo portò la mano a scendere in una lenta carezza. Ma prima di arrivare al punto capí che sarebbe stato molto più esaltante dargli quell'assaggio, che se il più grande avesse accettato, lo avrebbe preso per intero quell'incentivo.
Tra un sospiro e l'altro Jay prese a stringergli il fondoschiena con una mano prepotente.
Sentendolo, Emil sussultò ma senza fare allontanare le loro labbra, ancora intente a divorarsi.
« Jay ? »
Chiese titubante una voce alle loro spalle.
Con un sospiro, Jay si allontanò da quella bocca peccaminosa, costringendosi a guardare in quella direzione.
« Blake ».
Una sola parola detta freddamente.
Blake ancora fermo sul posto, guardò i due ragazzi seduti, prendendo poi ad avvicinarsigli.
« Dobbiamo parlare Jay e adesso. Non ho intenzione di aspettare ancora per molto. Domani parto e se non chiariremo adesso, non so se c'è ne sarà mai più occasione » rispose velocemente, facendo il segno solo tra loro due.
« Bene . Il mio tempo é scaduto, alla prossima Jay » disse Emil alzandosi dallo sgabello. Ma ancora prima di fare un passo in più, Jay lo bloccò da un polso.
« E questo chi l'ha detto, scusa? »
Prese poi parola riportando lo sguardo su Emil.
« Questo. L'ho deciso io ».
Scandí bene, prendendo con l'altra mano la mano di Jay per poi toglierla da sé bruscamente.
Blake guardò il tutto in silenzio, mordendosi il labbro inferiore tra i denti.
« Non ti preoccupare. Non c'è il bisogno che te ne vada. Perciò se vuoi restare, puoi anche farlo » intervenne con sincerità.
Emil negò con la testa e se ne andò. Aveva capito che dove lasciare spazio a quei due. Ed era giusto così.
«Vuoi parlare? Bene ti ascolto ».
Sbottò rigirandosi verso il bancone, bevendo l'ultimo sorso dello scotch che gli era rimasto.
E solo in quel preciso istante, accorgendosi di non avere alcuna via di scampo, capí che se un punto poteva ripararsi adesso invece si sarebbe disintegrato del tutto, come cenere in un vulcano.
***
« Iris ? »
Lo chiamò con una nota di preoccupazione Jane.
Iris lasciò lo straccetto sul bancone, voltandosi verso l'amica tesa.
E fu lí che il ragazzino capí che c'era qualcosa che non andava. Lo sapeva che quel giorno sarebbe arrivato, ma ora ritrovandosi faccia a faccia con la realtà era del tutto un'altra cosa. Ma nonostante ciò non una sola parola disse, la guardò solamente con realizzazione negli occhi.
Ma vedendo ciò a Jane un dolore al petto la prese. Così non riuscendo a fare diversamente si avvicinò a lui, abbracciandolo fortemente.
« Andrá molto meglio vedrai ».
Lo rassicurò, accarezzandogli la schiena.
Iris la abbracciò a sua volta. Come se quell'abbraccio fosse stato l'ultimo che avrebbe avuto e che avrebbe dato a Jane e in quel momento capí che forse sarebbe anche stata l'ultima in cui l'avrebbe vista e la quale si sarebbe appoggiato a lei. Troppo consapevole che non esisteva un "per sempre " a tutto.
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