Capitolo 15

"Allora? Spara tutto, sono tutta orecchi"disse Jane, mettendosi a sedere sul divano, a fianco dell'amico ritrovato.

In quel momento, Iris, guardò il liquido aranciato nel bicchiere di cristallo che teneva tra le mani, cercando di mantenere la concentrazione sull'amica e un piccolo ma dolce sorriso, appena visibile, fece timidamente capolino sul suo viso, leggermente imporporato di in rosa tenue. Alzò il viso e incatenò i loro occhi, in cerca di qualche ombra di rimproveri. Ma non ne trovò.

L'unica cosa che invece sul volto di lei vi trovò, fu soltanto tanti dubbi su dubbi.

La sua mente ancora una volta non rinunciò a ripensare a quei due ragazzi di cui, un giorno e molto volentieri, gli avrebbe fatto piacere rincontrare. Ma chissà se sarebbe di nuovo successo.

"Allora, cosa?"
Chiese, fingendo di non capire cosa esattamente avesse dovuto raccontarle. Ancora insicuro se fosse stato un bene raccontarle di loro, oppure no.

Certo sapeva che non doveva mentirle, ma questa era una delle cose che lo imbarazzava e non poco.

"Tesoro mio, ti voglio bene. Ma questo con me non attacca. Hai molto da raccontarmi, ma a causa della tua insicurezza non riesci. Lo vedo da come questi due bei occhioni brillano".

Con un colpo arrivato d'improvviso all'altezza del petto, Iris, capí che ancora una volta Jane avesse capito molto di più. Nonostante i suoi silenzi e i modi. Lei lo aveva ancora una volta letto come un libro aperto e solo con poco.

Non sarebbe mai e poi riuscito a tenere un qualcosa per se, lei nonostante tutto l'avrebbe scoperto.

"Hai ragione Jane, ma non so da dove partire"le rispose dolcemente, con un piccola alzata di spalle.

"Prenditi tempo e inizia pure da dove te la senti. Se c'e qualcosa che non vuoi dirmi, non sentirti obbligato nel raccontarmerlo. Lo vedo come stai anche soffrendo e non voglio. Voglio solo che tu sia felice. Perché meriti molto Iris. Credimi."lo spronò, prendendo quel calice ancora tra le mani dell'altro, per poi poggiarlo sul tavolino basso e con un gesto pieno d'affetto gli prese entrambe le mani nelle proprie.
"Io sarò sempre qui con te, nel bene o nel male. Voglio che non lo dimentichi" aggiunse con gli occhi ora fattosi un poco liquidi.

A guardarla, Iris, non resistette dall'impulso di sciogliere le loro mani unite e di buttarle le braccia intorno al collo, poggiando la punta del naso freddo sul suo incavo del collo. Aveva un dannato bisogno di quell'abbraccio riparatore, dal dolce sapore di famiglia, di casa. E chi meglio della sua Jane, poteva regalarglielo? Esatto nessuno. Nessuno sarebbe mai stato in grado di sostituirla.

"Va tutto bene, non ti lascerò mai".
Gli sospirò vicino al collo.

"Grazie Jane. Per me vali più di chiunque altro e perderti sarebbe come perdere per sempre una parte di me" mormorò il più piccolo, per poi lasciarsi coccolare dalle sue mani che avevano preso ad accarezzargli teneramente la schiena.
"Sai... Quel giorno in cui sono rimasto solo con quel James, ho scoperto di che pasta fosse fatto. Ho dovuto Jane. Ho dovuto fare cosa mi diceva, non potevo mettere in cattiva luce il nostro bar, sai cosa sarebbe successo altrimenti, e io questo non potevo permetterlo... Per quanto ancora male mi fa a tiare fuori queste parole. Voglio essere sincero con te. Io l'ho seguito, finché poi non siamo finiti forse in quel vicolo cieco? Non ricordo esattamente, alcune cose sono ancora distanti e astratti. Ma ricordo che un certo punto mi ha molestato.... E i-io.... da lí non ho capito più nulla, era come se in quel momento fossi totalmente distante con la realtà. Finché poi non mi ha salvato uno di quei ragazzi che mi hanno riaccompagnato qui. Solo questo"sussurrò tirando su il naso gocciolante, gli occhi chiusi come per dimenticare quelle scene a frammenti che ancora ricordava e per quanto ancora faceva male, sentiva di essere in qualche modo al sicuro al momento.

"I-io giuro su Dio che se lo vedo lo faccio fuori con le mie mani. Oh sí, poco ma sicuro. Stanne certo. Quella fottuta bestia se la dovrà vedere con me. E spera che non mi incontri. Potrò essere più bassa di lui e una ragazza, ma quando dentro di me é a parlare la rabbia, non c'è nessuno che sa come tenermi testa. Cazzo! No, che lo faccio ancora una volta avvicinare a te. Piuttosto dovrà passare sul mio corpo" ringhiò Jane, lasciando che la sua immaginazione finisse su quel tipo spappolato a terra. E non per merito di qualcuno, ma solo a causa sua.

"Hm. Ragazzi? Vi ho portato il dolce".
Gli riportò alla realtà un Maddie, appena entrato in salotto, con un recipiente contenente una torta ala cioccolato. Facendogli così staccare all'improvviso.

Jane, lo guardò con un sopracciglio alzato, mentre Iris aveva preso a pulirsi in fretta il viso dai residui delle lacrime che un momento prima avevano preso a scendergli dagli occhi ancora lucidi.

"Tutto bene?"
Chiese titubante difatti, alternando lo sguardo primo su uno e poi sull'altra, in cerca di una fottuta risposta.

"Tutto bene, non preoccuparti. L'hai appena preparata?"chiese Iris, tentando di cambiare argomento. Non voleva farlo preoccupare. Aveva già fatto abbastanza.

"S-Sí. Ci ho messo un po'. Ma alla fine sono riuscito a trovare quei maledetti degli ingredienti"sorrise, fingendo di avere creduto alle parole del più piccolo. Sapeva che sotto c'era qualcosa. Ma non poteva di certo stare lí a tartassarlo.

"Maddie. Amore. Da dove hai preso quegli ingredienti?"

"Dal sacchettino di plastica che hai lasciato nel cestello vicino alla cucina. Perché?" chiese Maddie, sotto lo sguardo sgomentato della fidanzata.

"Perché quelli erano scaduti, ecco perché li ho separati dai nuovi ingredienti nella credenza"rispose, mordendosi il labbro inferiore, con lo sguardo rivolto verso alla torta al cioccolato.

"Scaduti? Cazzo Jane. Potevi dirmelo prima" sbottò guardando i due con faccia disgustata e un poco dispiaciuta.
"E ora é da buttare"aggiunse.

"Cazzo, un niente. Io te lo avevo detto ieri, ma non é colpa mia se hai una memoria come quella di un vecchietto"ribatté lei, ferita nell'orgoglio, incrociando le braccia sulle gambe.

"A parlato quella che già dalle otto di sera si é già addormentata. E poi chi è che mi dice ma come poco siamo riproduttivi" e grazie al cazzo, non mi lasci nemmeno il tempo di farmi provare le mie doti da perfetto seduttore"rispose, ritornandosene in cucina.

Iris, che sin da quel momento guardò la situazione tra i due in silenzio, non resistette dallo scoppiare al ridere. Era incredibile come la cosa tra i suoi due amici riuscisse a farlo sorridere sinceramente con poco. Ma era questo il bello, la spontaneità che tra loro c'era. E solo allora che spostando lo sguardo verso l'amica rimasta interdetta, le risate diventarono in due.

***

Ren, prima di preparare cena, preferì finire di sistemare le ultime cose del trasloco. Spostò anche l'ennesimo scatolone e lo riempí con varie cornici da fotografare e varie statuette, chiudendola poi con del nastro adesivo.

Ancora chinato, qualcuno lo cinse da dietro, regalandogli un bacio nell'incavo del collo. Proprio dove sentiva appena un solletichio causato da quel gesto.

Non aveva il bisogno di girarsi per sapere che quel colui, era un Blake voglioso di coccole. Ma a questo dovevano rimandare. Ne avevano ancora di cose da ultimare e sistemare. E i giorni che ogni volta passavano, sembravano sempre non bastare. Rimaneva sempre poco prima del loro totale trasferimento a Boston.

E questo, anche se in segretamente lo spaventava un po'.

"Perchè non lasci a me queste ultime cose e non ti vai un po' a riposare. Per la cena me ne occupo io"gli respirò sulla morbida pelle, per poi baciarne un lembo.

"Amore, non voglio che ti sforzi ulteriormente. Già lavori, almeno questo lascia che me ne occupi io. Vai a farti una doccia" rispose il più piccolo, rigirandosi totalmente tra quelle braccia forti, abbracciandolo in vita, a sua volta.

Occhi negli occhi, Ren, vide chiaramente tanta stanchezza in lui. Stanchezza, che sapeva per certo, che nonostante tutti quei sorrisi che il più grande gli regalasse, la celasse.
"Va. Non preoccuparti per me, ho quasi finito"aggiunse baciandogli delicatamente l'angolo delle labbra.

"Mmh. Ancora no. Prima ti aiuto e poi pensiamo alle cena"gli fece un occhiolino, in cerca di un nuovo contatto con le loro labbra.

Ma il tempo di dissuaderlo, Blake, cambiò traiettoria baciandogli la fronte. Un gesto che comunque gli fece piacere.

"Se non c'è proprio niente per farti cambiare idea, allora rinuncio" disse in un sospiro, lasciando che il più grande si allontanasse da lui, per prendere quei scatoloni e spostarli.

Ma nonostante ciò, non riuscì a stare tranquillo nel vederlo sforzarsi per aiutarlo. Voleva che almeno un poco staccasse le spine e si riposasse, come era giusto che fosse.

Ma sapeva che se glielo avesse detto, Blake, non lo avrebbe ascoltato comunque. Era testardo come pochi ma anche tanto dolce e questi punti erano cose che di lui mai avrebbe cambiato. Voleva e desiderava solo che continuasse ad essere il Blake di sempre.

Nota Autrice: volevo solo ringraziarvi per le letture, voti e commenti che state lasciando. Per me é un piacere sapere che ciò che scrivo viene apprezzato. Per me, é come una spinta in più. Quindi grazie ancora. Vi auguro una buona serata e ci risentiamo al prossimo aggiornamento ^_^

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