Capitolo Trenta

Giancarlo camminava tra i tavoli della mensa cercando con gli occhi quella dea dalla pelle perfetta e dai capelli di fuoco. Quando la vide, attratto da quella massa di capelli, stette a osservarla in silenzio per alcuni istanti, studiando da lontano i suoi gesti mentre mangiava e parlava con le sue amiche. Selvaggia alzò lo sguardo per guardarsi attorno, sicuramente in cerca di lui, e decise di avvicinarsi e rivelare la sua presenza. Quando lo vide i suoi occhi assunsero istantaneamente un colore più nitido, un'espressione più morbida, e quello sguardo meraviglioso mandò frecciate seducenti direttamente al suo cuore, e si sentì di colpo vulnerabile. Eppure era una bella sensazione.

Si avvicinò mantenendo il contatto visivo, osservando quella pelle dorata colorarsi deliziosamente di rosso ad ogni passo che faceva, finché non fu abbastanza vicino da sentirsi quattro paia di occhi addosso. Distolse lo sguardo da lei per rivolgerlo al resto della tavola.

"Buon giorno, ragazze, vi dispiace se mi siedo con voi al vostro tavolo?"

Le altre lo accolsero con frasi confuse, Daniela e Paola aspettandosi di vederlo sedersi vicino a Ludovica, mentre quest'ultima entrò nella più completa confusione.

Giancarlo si sedette al fianco di Selvaggia, guadagnandosi le occhiate perplesse delle due amiche sedute dall'altra parte del tavolo, che non sapendo cosa pensare, guardarono Ludovica incredule, senza però avere il coraggio di fare domande. La moretta se ne stette invece a testa bassa, consapevole di essere stata smascherata. Assunse un'espressione funerea e non riuscì più né a mangiare né ad alzare lo sguardo dal suo piatto.

A quel punto Selvaggia si pentì di aver fatto venire Giancarlo in mensa: vederla così amareggiata mentre di solito era sempre allegra e sorridente le diede una brutta sensazione. Guardò Giancarlo, che era rimasto in silenzio al suo fianco, e capì che in fondo era una situazione che l'amica si era cercata. Solo per un tornaconto personale aveva coinvolto una persona che nemmeno conosceva in una bugia, prendendo in giro tutti, e anche se in quel momento le dispiaceva per lei, si disse che non avrebbe dovuto comportarsi in quel modo. Ma prima di riuscire a dire o fare qualsiasi cosa Ludovica si alzò di scatto, afferrò il suo vassoio ancora in parte intatto, e se ne andò senza salutare nessuno.

Il silenzio che seguì il suo allontanamento si fece pesante per il resto del tavolo, facendo amaramente pentire Selvaggia di aver fatto venire Giancarlo. Forse avrebbe dovuto prima parlargliene in privato, o comunque affrontare la situazione in modo diverso, non mettendola in ridicolo.

"Non credo di aver capito bene cos'è successo." Daniela ruppe il silenzio.

"È successo che ci ha preso tutti in giro." Selvaggia tentò di spiegare la situazione. "Ha fatto credere che lei e Giancarlo uscivano insieme quando lui non la conosceva nemmeno."

Spiegò nel modo più chiaro possibile tutto quello che era successo e le due amiche ne rimasero sbalordite, nessuna delle due si aspettava un comportamento simile dalla dolce Ludovica.

"Ma per quale motivo, poi? Non capisco." Daniela tentò di capire l'amica. "Che senso ha fingersi fidanzata con qualcuno che nemmeno ti conosce?"

Paola diede la sua versione. "È molto probabile che essendosi innamorata e non vedendosi ricambiata abbia inscenato tutta questa manfrina per sentirsi in qualche modo importante, non so..."

"Sì, ma a che pro?" Insistette Daniela. "Avrebbe dovuto immaginarlo che se fosse stata scoperta sarebbe stato peggio." Guardò le amiche che le restituirono uno sguardo incredulo. "Forse si è sentita inferiore perché io mi sono fidanzata mentre lei, pur essendosi innamorata, non lo era..."

"Non credo." Selvaggia si sentì in dovere di dire la sua. "Secondo me la causa del suo comportamento è mia."

Giancarlo fu colto di sorpresa. "E tu che colpa ne hai?"

"Il fatto è che lei per prima si era innamorata di te, e per riuscire a parlarti e ad avere il coraggio di avvicinarti mi aveva chiesto di farle da supporto, per questo mi hai visto a quelle due lezioni di psicologia. Ma quando poi ha visto che tu continuavi a non vederla e che invece hai iniziato a interessarti a me credo che abbia covato rabbia... o verso di me o verso di te."

"Quindi adesso voi due state insieme?" Paola cambiò argomento, incuriosita dalla loro relazione

Non sapendo cosa rispondere Selvaggia arrossì violentemente, ma Giancarlo non si lasciò confondere, avvolse un braccio attorno alle sue esili spalle e la guardò.

"Diciamo che forse è ancora presto per dirlo ma ci stiamo lavorando."

Si guardarono intensamente per alcuni secondi. Tanto bastò perché tra loro corresse una sorta di tacita promessa, un accordo che li univa come due anime simili e indissolubili. Un'unione che prometteva di durare nel tempo...

***

Selvaggia uscì dall'università sentendosi incredibilmente leggera. Nonostante il pensiero di Ludovica che creava un'ombra scura sul suo cuore, come delle nuvole nere in un cielo terso, il sole splendeva forte sulla sua vita. Si recò nel luogo in cui aveva preso appuntamento con Giancarlo dopo che avevano finito di pranzare; nello stesso punto in cui si erano conosciuti e avevano parlato per la prima volta.

Lui era lì, ad attenderla con le mani in mano. Un forte sentimento di gioia la invase, non riusciva a credere alla fortuna che le era capitata.

Gli si avvicinò, sorridendogli timidamente.

"Da quant'è che mi stai aspettando?"

"Troppo!"

Di colpo l'afferrò per la vita, stringendola contro il suo petto, e si impossessò delle sue labbra, regalandole un bacio mozzafiato davanti a tutti gli altri ragazzi che camminavano loro accanto.

Fu un gesto che la fece sentire importante, orgogliosa. Era come se stesse urlando al mondo che era la sua ragazza e che tutti dovevano saperlo. Nessuna parola avrebbe potuto sostituire quel gesto.


Quando si staccarono la mantenne avvolta dalle sue braccia. Selvaggia era letteralmente estasiata.

"A cosa devo questo bacio?"


Giancarlo sorrise, con quel solito sorriso che la mandò letteralmente fuori di testa.

"Volevo fare vedere a tutti che adesso sei la mia ragazza."

Il pizzicore alle guance la costrinse a sorridere a sua volta.

"Direi che sono pienamente d'accordo."

Un altro bacio unì le loro labbra, sigillando quella sorta di promessa. Giancarlo la sciolse dal suo abbraccio di malavoglia e la prese per mano. Camminarono insieme verso il suo appartamento.

Il loro primo pomeriggio lo passarono sul letto di lei, desiderosi di conoscersi sempre di più e di passare sempre più tempo assieme.

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