CAPITOLO VENTITREESIMO: Un Circo Leggendario

Ogni folla ha un rivestimento d'argento.
P. T. Barnum

Newt era seduto a terra, con le ginocchia al petto e la testa appoggiata su di esse.
Melody gli aveva chiaramente ordinato di non muoversi o cercare di uscire, ma, come tutti ben sapevano e sanno, Newt Scamander non è il tipo di persona che rispetta le regole.
Una cosa era certa, però: si fidava totalmente di Melody. Forse era per questo che aveva deciso di dare retta alle sue parole.
Rimaneva il fatto che fosse già stanco di aspettare, sebbene fossero passati solo pochi minuti. Almeno, così era dentro il tunnel.
Cominciò a sentire un eccessivo caldo su tutto il viso. Alzò la testa e guardò Skender, con gli occhi gonfi per il sonno che, lentamente, stava prendendo il sopravvento su di lui.
«Comme are you, Señor Scamandér?» chiese l'omone, sorridendo come se fosse un padre che guardava il figlio dire la sua prima parola.
«Sto bene, grazie» mentì lui, sforzandosi di sorridere «E lei?».
«Non lo so, Monsieur» confessò Skender, avvicinandosi al corso d'acqua. Era così pericolosamente vicino alla corrente che Newt si dovette alzare per assicurarsi che non avesse intenzione di buttarcisi dentro.
Quando capì che stava soltanto guardando l'altra sponda come se ci trovasse qualcosa di interessante, tirò un sospiro di sollievo:
«Lo immagino. Non deve essere facile perdere quattro anni di vita» mormorò, puntando lo sguardo sulle punte dei suoi piedi.
«Non è pas per that, signor Scamandér» replicò l'altro. Newt non lo aveva mai visto così serio.
«Ne...ne vuole parlare?» chiese timidamente il Magizoologo.
Non era mai stato bravo ad interagire con le persone. Insomma, se Skender fosse stato un Demiguise lo avrebbe capito più facilmente.
"Gli umani sono tremendamente stupidi e pericolosi, ma erano anche le più misteriose delle Creature" si era ritrovato a pensare.
«Да. Mi farebbe un favore immenso» rispose l'ex-direttore del circo, allontanandosi di qualche passo.

Mise le mani dietro la schiena, intrecciando le dita, e si alzò sulle punte dei piedi, prendendo un respiro. Poi si girò di nuovo verso Newt e tornò con tutti e due i piedi spalmati a terra:
«Sa, señor Scamandér, il Circus Arcanus era leggendario. Tutti lo conoscevano, così come conoscevano il mio nome».
«Già» commentò semplicemente il Magizoologo, pregando che continuasse a parlare la stessa lingua.
«Non vedevo l'ora che arrivasse anche a Paris. Amavo quella città e pensavo che i parigini avrebbero apprezzato il mio lavoro. È stato allí che ho ritrovato il mio amour. Ero stato con lei scirca quindici anni prima, parce que... no, mi considererà un mostro e non mi parlerà più» disse Skender, liquidando l'argomento con un gesto della mano e girandosi di nuovo.
«Le prometto che non lo farò» giurò Newt, mettendo una mano sul cuore.
L'uomo tentennò, ma alla fine rilassò le spalle e continuò a raccontare:
«Avevo usato la Maledizione Imperius per farla stare con me. Era rimasta incinta, ma non volle mai tenere nostra figlia. Quando scoprirono il mio atto non mi imprigionarono, ma mi separarono da lei e dalla figlia che avrei voluto tenere.
«A Paris l'ho rivista. Ma era più che cattiva: era pazza. Non sembrava più lei. Ed era al servizio di Grindelwald».
Newt lo guardò, incredulo: che stesse parlando di Leta? Possibile che non gli avesse mai accennato ad una relazione con qualcuno? In fondo, non gli aveva nemmeno mai parlato di una sorella. No, era impossibile: Leta non avrebbe mai abbandonato una figlia. Vero?
Tornò a prestare attenzione alle parole di Skender:
«I seguaci vennero al circo e mi presero. Il mio amour mi disse che, se avessi dato retta a loro, sarebbe tornata con me. Altrimenti mi avrebbero ucciso. All'inizio le risposi di no. Poi aggiunse che la mia bambina era ancora viva. Fu per quello che cambiai idea.
«Alla fine andò tutto bene. Dissi ai miei colleghi di essere stato sotto Imperius per la vergogna. Qualche giorno dopo mi arrivò una lettera del mio amour: nostra figlia era morta, e il suo corpo era a Madrid» finì l'uomo, con la voce spezzata.
«Per questo voleva andarci» mormorò Newt.
Lui annuì:
«Sia il mio amour che la mia bambina sono morti» disse, con un filo di voce.
A questo punto, Newt ebbe la certezza che stesse parlando di Leta.
«E lei ama ancora sua figlia. Dopo tutto questo tempo» affermò il Magizoologo. Non aveva bisogno di chiedere: conosceva già la risposta
«Sempre» rispose Skender.

«A quanto pare abbiamo una prova. Tutti e tre» suggerì Phineas, guardando Credence, che ancora cingeva la vita di Gladys.
La ragazza annuì, senza staccare lo sguardo dal viso dell'Obscuriale.
«Quindi riposiamoci un attimo prima di continuare» terminò Phineas, sedendosi per terra «E magari cerchiamo di capire chi l'ha scritta».
Prese il biglietto che avevano trovato ai piedi della statua di Apollo come se cercasse qualcosa di strano in ogni lettera o nella carta. Facile, per una statua, firmarsi Paul. E se non fosse stata la statua ad essersi firmata? Magari qualcuno c'era, in quella stanza, sotto un Mantello dell'Invisibilità.
Credence e Gladys non sembravano interessati quanto lui.
«Ehm... beh...» balbettò l'Obscuriale, lasciando la ragazza e cercando di pensare a quanto fossero interessanti le sue scarpe.
«Sei stato carino» commentò lei, guardandogli gli zigomi.
«Tu di più» replicò lui, tornando a guardarla.
Ci furono alcuni istanti di silenzio, in cui Credence riuscì a formulare una frase di senso compiuto nella sua mente, che poi ripeté a parole:
«So che ci siamo appena conosciuti. Credimi, di solito non vado così velocemente. Cioè, non che io vada. Ho avuto appena una storia molto breve e... beh, complicata» raccontò.
«Con la bella Nagini» disse lei, annuendo «Lo so. Ma, sì, sono innamorata di te. E non mi importa se ci siamo appena conosciuti: non sappiamo quanto tempo ancora avremo a disposizione».
«Quindi... possiamo farlo di nuovo?» chiese lui, timidamente, mentre Phineas ridacchiava.
Lei rise e lo baciò di nuovo.

«Adrian!».
Il ragazzo si girò, e assunse un'espressione parecchio confusa quando vide Michael Darling correre verso di lui.
«Ciao, Michael. Mel sta benissimo» si affrettò a rispondere.
«È proprio a proposito di lei che ti voglio parlare...» mormorò l'altro.
«Non ti è bastato accompagnarla al Ballo per poi uscirtene con "Vado a prendere da bere" e...»
«Non è quello il punto» lo interruppe Michael «È arrivata questa».
Gli porse una lettera. La busta era aperta.
«L'hai letta» gli fece notare Adrian.
«Non ho resistito» confessò lui «Non è da parte di Melody, però. È dai tuoi. Ti dovrai sposare tra tre giorni, Adrian».

~My space~
TAN TAN TAAAAAANNNNN!
Oggi faccio un po' il Cattelan della situazione e vi ricordo di vot-cioè-di fare qualsiasi domanda sui personaggi, sulla trama o ogni tipo di curiosità che avete.
Intanto ho trovato la colonna sonora della mia ff😍😍 (fantasia pari a zero, ma mi piace troppo).

Camy❤🎶

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