CAPITOLO VENTIQUATTRESIMO-Timidezza
Dobbiamo prefiggerci come scopo, non di raggiungere la sicurezza, ma di riuscire a sopportare la mancanza di sicurezza.
Erich Fromm
Nessuno aveva voglia di andare avanti, ma sapevano di dover finire le prove al più presto.
Tina, in particolar modo, voleva farla finita. Se a Melody era apparso il suo Molliccio-non avrebbe mai osato chiederle quale fosse-anche a lei sarebbe stato mostrato il suo punto debole. E sapeva esattamente ciò che sarebbe successo.
La Lestrange era ancora turbata, anche se cercava di non darlo a vedere. Scrutava le statue una ad una, ma i suoi occhi erano ancora soltanto pieni di terrore.
La donna le mise una mano sulla spalla:
«Magari un giorno mi racconterai» mormorò.
La ragazza la guardò negli occhi e annuì. Strinse le labbra-forse per trattenere le lacrime?-e la abbracciò stretta.
«Sono in debito» sussurrò. La sua voce era strozzata «Da quattro anni».
L'Auror aggrottò la fronte, ripensando a Parigi e, all'improvviso, capì. La ragazza aveva sempre odiato essere in debito. Per questo Newt si era fidato di lei sin dall'inizio: lei sapeva dare. Lei voleva dare. Il Magizoologo aveva fatto tanto per lei.
«Mel, ascolta» disse Tina, mettendole entrambe le mani sulle spalle «Gli hai salvato la vita, ricordi? Davanti al circo, ti ho sentita, lo hai detto. Durante la Battaglia, te lo ricordi? “Giochiamo a Quidditch”. Geniale!».
Melody rise, rammentando quella frase:
«Dovevo trovare un modo per restare ambigua» spiegò.
«E fidati quando ti dico che l'hai cambiato» continuò la donna.
«Invece questo è merito tuo, cara Tina Scamander» la interruppe la ragazza.
L'Auror fece per replicare che lei non era una Scamander, ma un rumore la fermò.
Katie era davanti alla statua di una donna giovanissima, scolpita nell'atto di lanciare una freccia. Probabilmente l'aveva urtata per sbaglio:
«Ops» riuscì a commentare, alzando lo sguardo verso la donna, che Tina riconobbe come Artemide, la dea della Luna e della Caccia. Come previsto, la statua si ammorbidì e si mise in posizione eretta, puntando gli occhi in quelli di Katie.
«Buonasera, giovane guerriera» la salutò la statua, con sguardo gelido.
«Salve. Suppongo che lei abbia scelto la persona sbagliata. Tolgo il disturbo» replicò la ragazza, girandosi per andarsene.
«Ferma, Katie Moonlight!» tuonò la statua. L'eco risuonò in tutta la stanza.
La ragazza si girò di nuovo, con le spalle rigide.
«Vede, signorina, io non sono una guerriera» mormorò con un filo di voce.
La statua si limitò ad accennare un sorriso e continuò a parlare:
«Sai di dover affrontare una prova».
La ragazza annuì, ormai trasportata da quella voce.
«Ma non credo di essere disposta a tutto, sinceramente» la precedette Katie, portando in avanti le mani e agitandole.
«Non ti preoccupare, non sarà una normale prova» spiegò Artemide, con occhi gelidi.
«Non so se prenderlo come qualcosa di positivo o meno, signorina» mormorò l'altra.
«Dipende dai punti di vista» rispose la statua, accigliata: probabilmente non sopportava di essere interrotta così spesso.
«Non è molto rassicurante, ma grazie per l'impegno» commentò Katie.
«Ti sto offrendo la possibilità di scegliere, Katie» continuò la statua «Sai dell'Esercito, vero?».
La ragazza annuì, anche se quello di cui aveva sentito parlare raccontava che i sacerdoti e le sacerdotesse di Artemide dovessero vivere casti e puri. Beh, non era un vero e proprio esercito.
«Mi vuole chiedere di farne parte, vero?» domandò, abbassando lo sguardo sul piedistallo.
«Sì, Katie» replicò la statua.
La ragazza sentiva ancora la pelle d'oca quando la chiamava per nome.
«Io…non…» balbettò, mordendosi il labbro inferiore.
«Pensaci: la vita è stata troppo seria con te» la interruppe Artemide «Nessuno ti ha mai amato veramente. I tuoi genitori ti hanno abbandonata senza pensarci due volte, in un orfanotrofio in cui sei rimasta per così tanti anni…
«Ricordi quanto tutto fosse grigio e monotono in quel posto? Lentamente tutti i bambini furono adottati, finché l'orfanotrofio non fu quasi vuoto. Mancavi solo tu.
«E quando ti sei innamorata? Te lo ricordi? Tutti ti prendevano in giro perché stavi con un ragazzo più piccolo di due anni. Ti aveva persino invitata a ballare alla festa di Dippet, lasciando sola la ragazza che aveva invitato. E ti aveva baciata. Eri al sesto anno. Ma anche lui si era spinto troppo in avanti, e gli lasciasti fare di te il suo giocattolo.
«E, prima, quando ti adottarono nella famiglia Bennett, non vollero nemmeno darti il loro cognome. Ti lasciarono quello che la padrona di casa aveva da nubile.
«Il mondo è crudele. Nessuno è capace di amarti, Katie. E nessuno lo farà mai, credimi. Ma se farai parte dell'Esercito, verrai riconosciuta. E non avrai bisogno dell'amore».
Artemide aveva colpito nel segno. Katie non si era mai sentita amata. E quell'idiota della sua Casa l'aveva manipolata. Quella donna le stava offrendo una possibilità enorme.
«Katie!» la chiamò Melody «È un tranello!».
La statua fece un gesto con la mano e dalla bocca della Lestrange non uscì più alcun suono.
La ragazza si sistemò gli occhiali. Era quello il suo punto debole: scegliere.
Doveva rassegnarsi e vivere il resto della vita in pace o continuare a combattere e sperare? Insomma, non avrebbe mai pensato di diventare una sacerdotessa, per di più di una dea greca.
Un momento… si stava dimenticando qualcosa: quella poteva anche sembrare la dea Artemide, ma non lo era. Gli dei non esistevano. Quella che aveva davanti era solo una statua animata. All'improvviso capì: non le stava chiedendo di diventare sacerdotessa, ma di fare parte dell'Armata di Grindelwald! Come aveva fatto a non pensarci prima?
Rimaneva il fatto che la proposta fosse più che allettante.
«No» disse alla fine, secca.
Si aspettava un “Ah sì?” o un “Bene, allora muori” o ancora un “Adesso ti faccio vedere io come si spaventa una persona per benino”.
Invece, la statua tornò immobile, con arco e frecce pronti. Dalla punta di una di esse cadde un foglietto, piegato nello stesso modo di quello che aveva trovato Melody. Katie lo prese, tremante, e lesse:
L'insicurezza non è un difetto.
L'insicurezza indica saggezza, perché essere insicuri significa stare ragionando su quale opzione sia migliore.
Whoopi
«Cosa?!» esclamò Adrian.
«Abbassa la voce!» fu la risposta di Michael Darling.
Lui strinse i denti:
«Gladys è via con Melody!» ribatté «È impossibile celebrare il matrimonio!»
«Dove sono Mel e Gladys?» chiese Michael.
«Non ti interessa» replicò lui.
«Comunque, in caso non volessi leggere, i tuoi si aspettano già dei nipotini e dicono che sarà meglio per voi presentarvi il felice giorno, se non volete finire nei guai» recitò l'altro.
Adrian lo fulminò con lo sguardo, salì di corsa le scale e si rifugiò nella Sala Comune di Grifondoro. Si fermò a respirare, come se avesse il fiatone.
Si stava per sposare.
E la sposa non era Melody Lestrange.
~My space~
Sclero di odio verso Camy here 👉
Oggi vi metto il cast, signore e signori!
Gladys Elizabeth Bennett
Direi che, dopo varie selezioni, Shelley Henning is the best girl per interpretare la nostra sassy queen. Che ne dite?
Katie Moonlight (Moonlight?)
In compenso, di lei abbiamo il nome.
Ho pensato da subito a Michelle Trachtenberg con gli occhiali per la nostra piccola e insicura Katie.
E nada… perfetta.
Henry Travis Jr
Colin O'Donoghue. Non lasciatevi ingannare, da piccolo Travis non era così bello. Ed è sicuramente meno puccioso di Killian Jones nel carattere, sappiatelo.
Forse ci sarà la parte due con personaggi più “di contorno”. Sopra vedete l'aesthetic su Katie (made by Giuseppetritto9) (andate a leggere la sua storia Aesthetic Fandom, è bravissimo e gentilissimo) (ecco altri suoi lavori) (parentesiiiihhh)
Sebastian
Phineas
Gladys
Adrian
Credence
Credys❤
Adrelody
Complimenti e grazie mille!
Camy❤🎶
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