CAPITOLO TRENTACINQUESIMO-Il Corso dei Sospiri

«Qui dice: Il Corso dei Sospiri è un tunnel costruito nel 1916 da un gruppo di maghi che cercavano rifugio durante la Grande Guerra. È lungo e impenetrabile (🌚), a meno che non si usi la magia. È caratterizzato da due sponde, in mezzo alle quali scorre un corso di acqua nera e ghiacciata, nella quale è quasi impossibile nuotare. Collega l'Italia, la Germania, la Francia e l'Inghilterra. Fu chiamato così dallo stesso gruppo di rifugiati, dal momento che all'inizio trovarono incredibilmente difficile viverci. Ecco un estratto dallo scritto di Sophia Dal Passo:
«Era come trovarsi di fronte a un Dissennatore: tutta la felicità scivolava via dalle nostre dita, e con essa le avventure che non eravamo riusciti a compiere, lasciando spazio a una pesante sensazione di rimorso. Lo chiamammo Corso dei Sospiri proprio per questo: il peso che all'improvviso sentivamo sullo stomaco, non ci lasciava altra scelta se non sospirare.
Alcuni di noi erano tedeschi, altri francesi, altri ancora inglesi, e io ero l'unica italiana (leggi “La Comunità Magica Italiana” di Matilde Ricci). Il fatto divertente era che tutti avevamo dei nomi inglesi, e amavamo tutti la mitologia greca. Per questo ci chiamammo “La Mondiale Compagnia Inglese dei Libri Greci”. Una volta terminata la Grande Guerra, lasciammo il nostro rifugio. Sospirando».
Nessuno, ad oggi, però, sa che fine abbia fatto il Corso dei Sospiri. I membri della Mondiale Compagnia Inglese dei Libri Greci corrispondono a questi nomi:
Sophia Dal Passo
Meredith Lefèvre
Paul Dubois
Margaret Schmidt
Robert Hoffman
Whoopi Taylor
James Wilson».
«Nient'altro?» chiese ironicamente Adrian, dal dormitorio maschile.
Melody chiuse il libro e si tolse il fazzoletto di stoffa ormai non più bagnato dalla fronte:
«No. Solo una pianta del Corso… PER IL COSTUME DA BAGNO DI MERLINO, UNA PIANTA DEL CORSO!» esclamò, scattando in piedi dal soffice divano della vuota Sala Comune. La febbre sembrava averla abbandonata improvvisamente.
«Beh, ci siamo fatti anche una cultura sulla Globale Compagnia Inglese della Letteratura Greca…» commentò lui.
«È la Mondiale Compagnia Inglese dei Libri Greci, Adrian. E poi, chi sa?, magari torneranno utili. E penso di sapere già chi siano, a dire il vero» ribatté lei, senza staccare lo sguardo dalla pianta.
Adrian, intanto, uscì dal dormitorio. Era vestito con un ordinario smoking nero. La cravatta sopra la camicia bianca era slacciata. Aveva il volto imbronciato e agitato allo stesso tempo.
«Chissà? Magari Gladys cambierà idea, quando ti vedrà» cercò di sdrammatizzare Melody, lanciandogli un'occhiata fugace e tornando a tracciare un percorso con il dito indice sopra la pagina ruvida del libro che il ragazzo aveva trovato in biblioteca (dopo circa mezz'ora di inutile ricerca nel reparto Pozioni).
«Lasciamo perdere» borbottò lui, armeggiando tremante con la cravatta, senza ottenere risultati.
Lei scosse la testa cercando di nascondere quanto le facesse male sapere che Adrian Hills stesse per sposarsi con un'altra e socchiuse gli occhi, concentrandosi cone non mai sulla cartina dell'Inghilterra. Seguiva una linea scura, che indicava il passaggio del Corso.
Lì c'era Londra… poi il confine… e poi…
«C'È! OH MIO DIO, ADRIAN, C'È!» urlò al settimo cielo la ragazza, lasciando cadere il libro sul divano e correndo verso di lui. Gli mise le braccia sulle spalle e gli stampò un bacio sulla bocca.
«Beh» balbettò lui pochi istanti dopo «Potrei chiederti di farlo di nuovo o il perché di tutta questa emozione…».
La ragazza rise e tornò a prendere il libro. Tremava dall'emozione, il che le procurò qualche difficoltà nel girare le pagine:
«C'è. Il Corso passa da Hogwarts esattamente in questo punto del castello» spiegò, indicando il piccolo disegno della Scuola.
«Per Merlino… quello non è un muro qualsiasi. È quello della…»
«Stanza delle Necessità» dissero insieme.
«Il che significa che sei stato geniale al quadrato nel arruolarti in quel gruppo» confessò Melody.
Le brillavano gli occhi: non poteva crederci. Erano a un passo dal ritrovarlo, da ritrovare Newt.
Notò la cravatta di Adrian e si lasciò scappare una risatina:
«Ti do una mano».
Iniziò a sciogliere l'enorme nodo che il ragazzo aveva legato:
«Dovrai imparare, sai? Gladys non è il tipo di persona che ti allaccia la cravatta tutte le mattine» mormorò, sistemandola «Credo di dover tornare qui appena finirà la cerimonia, in questo caso. Devo trovare un modo per liberarlo».
«Sì, hai ragione» confermò lui, annuendo. Stava guardando lei, non la cravatta.
«Fatto. Sei pronto» sospirò Melody, allontanandosi di un passo.
«Non lo sarò mai» ribatté Adrian «Non voglio andarci. E non dirmi che sembro un bambino».
«Lo so. Persino io faccio fatica ad accettarlo. Ma è così. La vita è stata dura con noi: non era destino» disse lei, abbassando lo sguardo a terra.
Restarono in silenzio.
«Ti amo» sussurrò Adrian.
«Ti amo anch'io» sospirò lei, con una morsa dolorosa allo stomaco.

La chiesa era piuttosto piccola, al contrario di ciò che Melody si era immaginata per il matrimonio di due Purosangue. Era una chiesa rigorosamente non-Babbana, certo.
C'erano due colonne di panche di legno lucido. Ai lati di ciascuna vi era un mazzo di rose bianche. Persino l'altare era colmo di fiori bianchi.
La ragazza trovò incredibilmente crudele il fatto che avessero invitato anche loro al matrimonio: i genitori di entrambi gli sposi li disprezzavano, era ovvio. Li avevano chiamati a partecipare per sbattere loro in faccia la loro superiorità.
La ragazza si sedette di fianco a Tina, guardando Adrian che si tormentava le mani davanti all'altare.
La donna le aveva scritto una lettera in cui le aveva detto che erano tornati a casa e che Queenie e Jacob avevano entrambi recuperato la memoria.
«Come hai fatto a capirlo? A capire che Grindelwald non è a Berlino?» domandò.
Tina rispose, tutto d'un fiato:
«Combattendo, ho notato un lieve contorno rosso intorno al tatuaggio a forma dei Doni della Morte sul braccio della donna del Museo, troppo sottile e roseo per essere stato appena toccato. Risaliva probabilmente a un quarto d'ora prima. Inoltre, la giacca di pelle era bagnata, ma non stava piovendo, a Berlino. Ciò voleva dire che, avendo capito l'inganno, la donna si è Smaterializzata da Grindelwald, lui l'ha torturata e le ha ordinato di tornare a fermarci».
«Wow» commentò alla fine Melody, spiazzata «Molto Sherlock Holmes».
Tina fece un debole sorriso. Prese il foglio di giornale del mattino che aveva appoggiato alla sua sinistra e lo passò alla ragazza. La fotografia ritraeva Newt nel mezzo di un bacio molto passionale con la stessa donna della foto di qualche tempo prima.
«Che razza di perverso ipocrita!» si lasciò scappare Melody, senza parole.
«Sssh!» fecero gli invitati, girandosi verso di lei.
«E io che ero contenta di poterlo riportare indietro!» esclamò, più sottovoce.
«Puoi riportarlo indietro?!» fece Tina, sbarrando gli occhi.
«Sssh!» ripeterono gli invitati.
«Scusate!» sospirò l'Auror.
«Sì» replicò Melody «Ho trovato il punto esatto in cui si può arrivare al Corso di cui ti ho parlato. Tornerò a Hogwarts subito dopo la cerimonia».
Tina annuì.
«Vuoi…?».
L'Auror scosse la testa:
«Devi farlo tu. Non sopporterei di vederlo uscire da quel maledetto tunnel con quella stupenda ragazza» disse.
«Gli spezzerò il collo per te, allora» disse lei «Anzi, a entrambi. E a chiunque riesca a procurarsi queste foto…».
Non lo confessò, ma aveva un'idea. Una teoria stupenda, secondo la quale Newt non si era mai innamorato di un'altra.
Tornò a guardare Adrian. Sentì il braccio di Tina circondarle le spalle e si abbandonò all'abbraccio. Il destino era stato crudele con entrambe.

«Mel!» fece Katie, facendo capolino dal portone. Era vestita con un abito blu scuro parecchio raffinato e delicato, al contrario di quello giallo e semplice di Melody.
«Che c'è?» fece lei, alzandosi e raggiungendola correndo in punta di piedi.
La ragazza la tirò fuori per un braccio:
«Glad ha rinchiuso l'altra damigella in camera sua. Vuole che lo faccia tu» spiegò, agitata quanto Adrian.
«Io…»
«E non vuole che pensi che lo abbia fatto per cattiveria. Vuole soltanto dirti due parole e… ti vuole come supporto morale» si affrettò ad aggiungere «Ormai siamo un trio, sai…».
Melody fece una debole risata:
«D'accordo».
Gladys spuntò da dietro un angolo, stringendo un mazzo di fiori bianchi.
L'abito da sposa la rendeva persino più bella di quanto già non lo fosse: era color panna, senza spalle. La scollatura era a cuore e il corpetto stringeva sui fianchi. Era semplice, ma incredibilmente puro.
«Stai benis…»
«Senti, Mel» iniziò lei, piantando il mazzo di fiori in mano a Katie e prendendo la ragazza per le spalle «So che è difficile per te, ma devi farmi il favore di non provare dolore. Non meriti di farlo, davvero…».
Si interruppe, guardando Credence che entrava in chiesa. Si scambiarono un'occhiata tranquilla, seria, fredda.
«E poi…» sorrise, riprendendo i fiori e posando lo sguardo sul padre che la stava raggiungendo «Preoccupati e soffri due volte!».
La musica dell'organo risuonò dall'interno della chiesa. Katie prese la mano di Melody ed avanzarono entrambe verso l'entrata, lasciando la presa.
La Lestrange guardò Adrian negli occhi, fino a qualche passo prima di lui. Poi, come se ci fosse una barriera che li separava, fu il momento di tornare indietro e sedersi. Si mise di nuovo di fianco a Tina. Queenie, vicina alla sorella, le prese la mano.
«Fratelli e sorelle» iniziò il parroco «Siamo qui riuniti per celebrare le nozze tra gli eredi di queste due importanti famiglie di maghi, ognuna delle quali ha lasciato il suo segno nella Storia. Se c'è qualcuno che, per qualche ragione, si voglia opporre a questo matrimonio, parli ora o taccia per sempre».
Melody strinse la mano di Queenie e guardò Credence, il quale teneva lo sguardo puntato sull'altare, come se fosse esterno alla situazione. Silenzio assoluto. Nessuno osava contraddire la parola dei genitori degli sposi.
«Vuoi tu» proseguì allora il prete «Gladys Elizabeth Bennet prendere Adrian Hills come tuo legit-»
«Stupeficium!».

~My space~
HEHEHEHEHEHEHEHEHEHE SONO CATIFFAH!
Dunqueh
Vi volevo fare vedere questa perla della Pottah…

Parlando del fatto che il capitolo sarebbe stato lungo…
Vi chiedo scusa per l'orario, ma conoscete il CAMY TESOROOOO e non ho resistito 😂
Camy❤🎶

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