CAPITOLO SECONDO-I Kowalski
«È stata una vera fortuna essere qui» commentò Tina, camminando avanti e indietro per il corridoio fuori dall'Infermeria.
«Sì, lo è stata» confermò Newt, con il cuore a mille.
«Ehi, Teen» la raggiunse Melody e le prese la mano «Andrà tutto bene, te lo prometto. Queenie è forte, ce la farà senza problemi»
«Lo so. È che...insomma...io l'ho cresciuta. L'ho aiutata a prepararsi per il suo matrimonio e...sembrava che mi stesse sfuggendo tra le dita» confessò l'Auror abbassando lo sguardo «Era la mia sorellina».
Melody accennò un sorriso:
«Capisco. Me lo immagino» disse.
«Oh buon Lewis» imprecò Tina, facendo una carezza a Melody «Non volevo...»
«Sta' tranquilla. Lei era buona. Mi starà guardando da lassù e probabilmente assisterà alla mia vita...che vivrò da sola» concluse lei, sorridendo.
«Ma non dire sciocchezze! Di solito è Queenie l'esperta, ma sono più che sicura che qualcuno stia pensando di essere qualcosa di più che un semplice amico...».
L'Auror guardò in direzione di Adrian e Melody scoppiò a ridere:
«Bella battuta, Teen, davvero. Proprio una bella battuta» commentò.
Newt guardò Adrian alzando un sopracciglio.
Queenie lanciò un urlo. Era aggrappata con le mani ai braccioli del lettino ed era esausta.
Dietro di lei, Jacob le teneva la testa. La donna era molto rincuorata dal fatto che ci fossero le mani di suo marito a tenerla. Già: suo marito. Era stato tre anni prima, il giorno più bello della sua vita.
«Teen? Sei sicura che starò bene?» chiese Queenie, dal bagno di casa Goldstein.
«È ovvio, Queen. Tu sei sempre stupenda» commentò Tina, guardando l'abito che avrebbe dovuto indossare lei preoccupata.
«Sono pronta...» mormorò la Legilimens, abbassando la maniglia del bagno.
Tina rimase a bocca aperta: Queenie era sempre stata meravigliosa, ma quell'abito (che aveva insistito per non mostrarlo a nessuno fino a quel giorno) la rendeva semplicemente perfetta.
Innanzitutto era di un delicatissimo rosa tenue. Aveva una scollatura a cuore e, a coprire il resto del petto, c'era una specie di retina quasi trasparente. Le maniche erano corte e su di esse c'erano dei ricami d'argento molto simili a quelli che stavano sulla cintura. La gonna era in tulle e si allungava per un po'. Tra i capelli biondi c'erano dei piccoli fermagli a forma di rose.
«Buon Lewis, Queen...sei...sei uno spettacolo!» esclamò Tina, battendo le mani e abbracciando la sorella delicatamente, come se temesse di rovinarla.
«Grazie, Teen» disse lei, ricambiando l'abbraccio. Quando si lasciarono, entrambe avevano gli occhi rossi:
«Teen» mormorò Queenie «Non pensare così, dai! Qui in Inghilterra saremo più tranquilli e potremo tornare a New York ogni volta che vorremo! Non devi pensare che dopo oggi io non sia più tua sorella come prima. Io ti voglio bene e non smetterò mai di volertene» concluse, asciugando una lacrima della maggiore e abbracciandola di nuovo.
«Anche io ti voglio bene, Queen. Oggi sarà il giorno più bello della tua vita e nessuno lo rovinerà. Dovranno passare sul mio corpo» annunciò Tina con sicurezza.
«Non ci saranno problemi, me lo sento. E adesso indossa quel vestito!» la incitò la minore, indicando l'abito steso sul letto dell'Auror.
Lei sbuffò e lo prese. Si cambiò mordendosi il labbro: no, non sarebbe mai stata come sua sorella. A lei non piacevano quegli abiti eleganti, non si sentiva per nulla a suo agio.
«Teen? Sei viva?» chiese Queenie, dall'altra stanza.
«Arrivo» sospirò lei e uscì dal bagno.
«LO SAPEVO! Stai d'incanto!» esclamò Queenie, guardandola.
Tina non la pensava per nulla in quel modo: il suo abito aveva le maniche a tre quarti e parte del corpetto era di pizzo. La gonna era blu, come il resto dell'abito. Non era assolutamente il suo stile.
«Queen, io non sono tanto sicura di...»
«Non dire sciocchezze!» esclamò Queenie «Sei da mozzare il fiato! Vedrai che non avranno occhi che per te!»
«Fantastico. Esattamente il contrario di quello che voglio» commentò l'Auror «E comunque le persone che mi guarderanno scoppieranno a ridere» concluse.
«Non credo che Newt dirà così, alla fine della cerimonia» replicò Queenie, facendole l'occhiolino.
«Non ti tiro un cuscino addosso solo perché ti stai per sposare e non voglio rovinare il tuo abito» disse Tina, arrossendo, mentre la Legilimens si faceva una grassa risata.
«È ora, Teen» disse, lanciando un'occhiata all'orologio appeso alla parete. Inspirò profondamente, mentre il suo cuore batteva a mille.
«Sta' tranquilla» ripeté Tina, prendendole la mano.
La Legilimens annuì e uscirono di casa.
In chiesa tutti parlottavano sottovoce. Avevano deciso di celebrare lì il matrimonio, anche se la sposa era ebrea, per qualche strana ragione al momento ignota a tutti.
«Arriverà, vero?» fece Jacob, nervoso, rigirandosi le mani.
«Preoccupati e soffri due volte» replicò Newt.
«Non è molto rassicurante, in questo momento...» mormorò Jacob.
«Arriverà» disse il Magizoologo, sorridendo.
In quel momento Tina fece il suo ingresso dalla porta principale.
Newt restò a guardarla mentre si mordeva il labbro, fuori luogo. Era bellissima. Cioè, lei lo era sempre, per lui. Ma quella volta gli fece mozzare il fiato.
«Sai che se la guardi così la sciupi?» gli fece Credence sottovoce, seguito dalle risate di Phineas e Sebastian.
«Oh, andiamo!» esclamò lui, andando a sedersi in prima fila, di fianco a lei.
«Ehi» fece l'Auror.
«Ehi» replicò lui, senza riuscire a smettere di guardarla.
Sotto richiesta degli sposi, erano loro due i testimoni.
Ci fu qualche istante di silenzio:
«Sei bellissima» disse alla fine Newt.
Tina rise:
«E tu sei molto carino» commentò.
Non riuscirono a dire altro, perché dal fondo della chiesa arrivò Queenie. Era stupenda.
Dietro di lei c'era Melody, che teneva il velo. Newt non si era mai reso conto di quanto la sua sorellina adottiva fosse carina: i boccoli erano perfetti e indossava un bellissimo abito celeste (e probabilmente anche qui c'era lo zampino di Queenie).
Adrian, al suo fianco, stava portando le fedi, ma anziché guardare davanti a sé, aveva gli occhi puntati su di lei. Questo, dovette ammetterlo a se stesso, provocò un leggero timore in Newt.
«Buongiorno a tutti, miei cari!» iniziò il parroco, leggendo un foglio «Siamo qui riuniti per celebrare le nozze di questa meravigliosa coppia, che ha sfidato la Legge fino alla fine per poter stare inseme»
«Ma come…?» cominció Newt.
«Mel ha scritto il discorso per il prete No-Mag. Ha detto di non preoccuparsi, lo ha già rassicurato sul fatto che non ci sia nulla di strano» rispose Tina, anticipandolo.
«Ah, bene» concluse Newt.
Nel frattempo, era arrivato il momento dei giuramenti:
«Mia cara Queenie. Ti ho amata sin dal primo istante in cui ti ho vista. Ho amato sin da subito ogni particolare di te: i tuoi occhi, il tuo sorriso, la tua risata… tutto».
Jacob era visibilmente emozionato e stava cercando di non scoppiare in lacrime, perciò continuò:
«Ho avuto tanta paura di averti persa. Ma qualcosa mi diceva che no, tu non mi avevi mai abbandonato veramente. E so che se dovessi dire di “sì”, non lo farai mai. E giuro di rimanerti fedele sempre…»
Newt, mentre Jacob parlava, si girò verso i presenti: vide un paio di giornalisti, ma evitò di allontanarli. Non avrebbe rovinato un simile momento:
«Jacob. Potrei dire le stesse cose che hai detto tu. Non mi sono mai innamorata in questo modo di una persona, tranne che con te. E quando ho capito ciò che hai passato in guerra, ne ho avuto la certezza: ti amo. Allontanarmi è stata la scelta più difficile che io abbia mai fatto in vita mia, ma è vero: non ti ho mai abbandonato. E, se tu non lo farai, non lo farò nemmeno io».
Tina stava cercando in tutti i modi di trattenere le lacrime. Come al solito, non voleva farsi vedere mentre piangeva. Newt le prese la mano e lei gli si avvicinò di più.
«…e per questo vi dichiaro marito e moglie!»
I due sposi si baciarono e tutti iniziarono ad applaudire. Negli occhi di entrambi si vedeva tutta la felicità e la gioia nel poter dire:
“Ce l'abbiamo fatta”.
«Ma guardi! Sono bellissimi!» esclamò l'Infermiera, riportando Queenie alla realtà. Ripensare a quel momento così felice le aveva dato una forza immensa. E ora teneva due bambini tra le braccia, a sua volta tra le braccia di Jacob. Non era un solo figlio, bensì due gemelli: un maschio e una femmina.
«Tu lui e io lei» disse Queenie, meravigliata da quelle due creature.
«Altair»
«Diana»
~My space~
Oilà!
Ce l'abbiamo fatta veramente!
SPIEGAZIONI SUI NOMI:
Altair è una stella molto famosa. Esther-secondo nome di Tina-significa “Stella”.
Diana, invece, è la variazione romana della dea greca Artemis, la gemella di Apollo, dea, mi pare, della luna. E Artemis è il secondo nome di Newt.
Ok? Ok.
Camy❤
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