CAPITOLO QUARANTANOVESIMO - Scegliere
Melody uscì sulla terrazza del Paiolo Magico per lasciarsi alle spalle tutto il baccano che i compagni stavano facendo in onore del ritorno di Sebastian. Era felice, certo, ma Jacob continuava imperterrito ad offrire Acquallegra a tutti i presenti, e finire a ridere per giorni non era al primo posto delle sue priorità.
Non appena aprì la porta-finestra che portava all'aperto, il bellissimo suono del silenzio la fece respirare a pieni polmoni. Era viva. Grazie al Cielo era viva.
Scrutò il profilo dell'intera Diagon Alley che si poteva ammirare da quell'altezza e pensò per l'ennesima volta a quanto fosse incredibilmente fortunata. Ormai il sole stava sorgendo, e migliaia di colori dipingevano il firmamento, donando un'altra ondata di speranza all'animo della ragazza. Quegli anni di paura sarebbero finiti, se lo sentiva.
Solo abbassando lo sguardo si accorse di non essere sola: seduto per terra, con le gambe al petto, c'era Henry Travis. Aveva un'aria pensierosa e parecchio triste. E come biasimarlo? Credence aveva ucciso suo padre per vendicare la “morte” di Sebastian. Sapeva che quell'arrogante uomo era l'esempio supremo per il Serpeverde, tanto che era sempre stato fiero di portare il suo medesimo nome.
Si sedette vicino a lui, evitando il suo sguardo.
«Hai ancora la possibilità di scegliere» mormorò.
Solo allora il ragazzo sembrò notarla, dal momento che sobbalzò e si girò verso di lei con gli occhi sbarrati. Poi parve calmarsi e ricominciò a guardare davanti a sé:
«Non l'ho mai avuta» rispose, quasi in un sussurro strozzato.
«In realtà, sì, ma è stata la paura a fermarti. Ora come non mai puoi decidere da che parte stare» ribatté lei «E noi ti possiamo aiutare. Te e tua madre, intendo. E vi proteggeremo».
«Perché si così gentile con me?» chiese Travis, confuso «Ho cercato di rovinarti gli studi a Hogwarts e…»
«Non sono vendicativa. E poi lasciare una persona in balia del destino è decisamente poco umano» replicò lei, prima di aggiungere «Inoltre, sono in debito con te per quello che ho fatto a Nurmengard».
«Devi perdonarmi tu» disse lui, scuotendo la testa come per liquidare il discorso.
«Un attimo, vado a segnare questa data sul calendario!» esclamò Melody, fingendosi sorpresa, mentre Travis scoppiava in una risata amara.
All'improvviso, la porta sbatté. Sulla soglia c'era Katie, tutta rossa in volto dall'imbarazzo:
«Scusate il disturbo» sospirò «Adrian ti sta cercando, Mel».
La ragazza annuì e si alzò, sussurrando un «Pensaci» a Travis. Poi mise una mano sulla spalla di Katie ed entrò nel locale.
Katie fece per seguirla, ma la voce di Travis la fermò:
«Come ti chiami?».
Lei si girò e rispose, guardando per terra:
«Katie Moonlight. Henry Travis, vero?».
Lui annuì:
«Non penso che abbiano parlato molto bene di me» commentò, alzando le sopracciglia e accennando un sorriso.
«Mh? Ah, no, è solo che… eri molto popolare a Hogwarts…»
«Appunto. Le brutte voci corrono sempre più di quelle belle» replicò lui, guardando altrove.
Katie si morse il labbro, non sapendo bene cosa rispondere.
«Grazie, comunque» continuò lui, alzandosi in piedi.
«Come, scusa?» domandò la ragazza, per timore di non aver sentito bene.
«Grazie per avermi fatto scegliere da che parte schierarmi» specificò lui, guardandola «In battaglia».
«Ah, sì. Beh, di niente. Grazie a te per non avermi uccisa» disse, stringendosi nelle spalle.
Lui scoppiò a ridere:
«Tu stessa mi hai detto che non sono cattivo» le fece notare lui, avvicinandosi.
Lei fece un passo indietro, avvicinandosi alla porta-finestra:
«Hai ragione» commentò con una risatina nervosa «Beh, sei un ragazzo forte, se hai il fegato di cambiare consapevolmente».
«È semplicemente giusto così» ribatté lui, allargando le braccia e facendole ricadere lungo i fianchi.
Katie l'abbracciò. Non sapeva nemmeno lei bene perché, ma Travis le trasmetteva coraggio. Forse era per la sua veloce ripresa dopo la morte del padre, magari proprio per farlo sentire a casa. Rimaneva il fatto che lui stava ricambiando la stretta, al contrario di ciò che, in una frazione di secondo, la ragazza aveva immaginato.
Il colore rosso del cielo iniziava a sfumare nelle tinte del giorno.
«Adrian?» chiese Melody, raggiungendo il ragazzo «Va tutto bene?».
Lui la guardò sorridendo raggiante:
«Certo. Volevo solo sapere come andava tra Newt e Tina, ma non posso farlo, a meno che…» disse, indicando una donna seduta a un tavolino. I capelli quasi bianchi le ricadevano sulle spalle come spaghetti, e gli occhi azzurrissimi erano i più vispi che Melody avesse mai visto. Aveva davanti a sé una sfera trasparente, e la guardava come se ci volesse entrare dentro.
«Sei geniale» commentò la ragazza, ridacchiando e avvicinandosi alla donna «Scusi, signora, vorremmo…»
«Извините, я не говорю по-английски. Я русская» disse la Veggente, arricciando il naso e scuotendo la testa.
«Ah, è russa e non parla inglese» realizzò Melody e, sotto gli occhi stupiti di Adrian, chiese:
«Как вас зовут?».
«Мена зовут Полина Ивановна» rispose quella «Почему вы спрашиваете?».
«Потому что вы экстрасенс и мы хотим смотре́ть наш друг Нют и егó жена Тина, пожалуйста».
La donna annuì e fece un gesto con la mano destra intorno alla sfera. Poi esclamò:
«Вот они!».
«Спасибо, Полина Ивановна!» sorrise Melody, per poi girarsi verso Adrian «Che c'è? C'erano i libri di lingue, nella libreria di casa!».
Il ragazzo rise scuotendo la testa e si chinò con lei a guardare la sfera. In essa, al porto, spuntò l'immagine di Newt e Tina, intento ad abbracciarsi stretti per un tempo maggiore del solito secondo.
«Ce l'ha fatta! Grazie a Paracelso, ce l'ha fatta!» esclamò Melody, dando un veloce bacio sulle labbra ad Adrian e abbracciando la Veggente.
«Beh, era anche ora» commentò il ragazzo, guardando la sfera, ma soprattutto la ragazza davanti a lui.
~My space~
SEI VIVA, Una___potterhead? 😂
Camy ❤🎶
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