CAPITOLO OTTAVO-Iss
«Scusi…» cominciò Newt dopo qualche istante «Ha per caso una vaga idea sulla nostra posizione?» chiese.
«Well, ho found qualcosa that potrebbe help en la notre mission» rispose Skender.
Newt capì che non era il caso di porre altre domande. Qualche passo dopo, però, sentì un ottimo profumo di cibo e spalancò la bocca: a terra c'era un pezzo di stoffa grigia, e sopra di essa tantissimi generi di formaggi, bretzels e strudel.
«Signor Skender… dove ha preso questo cibo?» domandò il Magizoologo, con l'acquolina. Doveva subire l'effetto del tempo che passava fuori dal tunnel. Perciò non mangiava da giorni, anche se gli sembrava passata solo qualche ora.
«They've cadute da lì, Monsieur Salamander» disse lui.
Newt guardò il tubo che Skender stava indicando: era molto stretto, ma il cibo ci sarebbe passato tranquillamente. Notò anche dei sacchetti trasparenti vicino ai formaggi. Probabilmente il mittente aveva deciso di risparmiare tutto lo sporco che mandare il cibo attraverso il tubo senza protezione avrebbe procurato. Osservò di nuovo le pietanze:
«Beh, mi sembra ovvio che siamo in Germania…» commentò Newt.
«Really? Ero seguro che we were in Cina…» mormorò l'ex-direttore del circo, sedendosi su quella sottospecie di tovaglia che stava sotto il cibo e iniziando a mangiarlo con avidità. Newt lo guardò mordendosi il labbro. Poi spostò lo sguardo, cercando di trovare una via d'uscita.
«¿Señor Scamandér? You can comer» disse Skender, indicando le pietanze.
In altri casi, il Magizoologo avrebbe rifiutato, ma aveva bisogno di energie.
Fece per assaggiare un pezzo di formaggio, ma si fermò:
«Signor Skender… sa chi è il mittente, vero? Del cibo, intendo» mormorò.
L'uomo fece un'espressione concentrata, come se stesse con tutte le forze cercando di ricordare.
«I have trovato un papelito che said un nombre…» ragionò, prendendo un pezzo di carta dalla tasca e porgendoglielo.
Newt lo aprì:
“Iss. G.G.”
«Signor Skender? “Iss” significa “mangia”, vero?»
«Sì. It's un imperativo, señor Scamandér» replicò l'uomo, continuando a mangiare.
«E c'è solo una persona che potrebbe aver mandato del cibo…con quelle iniziali…» mormorò Newt.
«C'est buono, però. Le food» disse Skender.
«Contando che è qui da quattro anni… o comunque due settimane… e non è ancora morto… credo che il cibo sia veramente commestibile» commentò.
«I haven't assaggiato aquél fromage there» disse l'uomo, allungando la mano verso una fetta di formaggio particolarmente invitante.
Newt fissò la fetta: era triangolare, con vari buchi. Sembravano quasi fatti apposta: un buco piccolo era sempre vicino a uno grande. Gli ricordava tremendamente quelle due sfere che aveva visto durante la Battaglia di Parigi: lui e Melody avevano fatto in modo che perdessero la loro magia.
«Fermo!» urlò, prendendo la fetta dalle mani di Skender e buttandolo dall'altra parte del nero corso d'acqua. Non appena ebbe contatto con il suolo, la fetta di formaggio si sciolse, lasciando un liquido verde.
Il Magizoologo aveva visto chiaramente un pezzo di vetro in un buco grande, il che non poteva non essere un segno: era quel vetro leggermente argentato, quello della sfera che lui stesso aveva frantumato in mille pezzi quattro anni prima.
«Monsieur!» esclamò Skender «You me ha appena saved la vita…» mormorò, incredulo.
«Ehm… beh, detto così è veramente esag-»
Non riuscì più a dire altro, perché le enormi braccia di Skender lo stavano circondando con forza.
«Merci, merci, merci!» squittiva l'uomo, entusiasta.
Newt biascicò qualcosa che doveva suonare come “Ma le pare?”, tuttavia il risultato fu più o meno “Ma e ae?”, siccome l'abbraccio era veramente stretto e praticamente impossibile da ricambiare.
«Dobbiamo aller via de aquí. Пошли!» lo incitò lui, staccandosi e mettendosi in piedi.
Newt pensò di imitarlo, ma la sua gola gli chiedeva pietà. Prese un po' dell'acqua che c'era sulla tovaglia e la bevve, alzandosi. Posò il bicchiere a terra e la ingoiò. Mentre camminava, sentiva qualcosa ribollirgli dentro, come se avesse bevuto qualcosa di frizzante. Skender stava blaterando qualcosa, al suo fianco, e il Magizoologo cercava di seguire il discorso. Non ci riuscì a causa di quella strana sensazione. A un certo punto non riuscì più a resistere: scoppiò a ridere. Si batté una mano sulla fronte: era Acquallegra. Aveva fatto male a berne così tanta…
«L'ha capita, Monsieur Scamandér!» esclamò tutto contento Skender, come un bambino davanti al suo nuovo giocattolo «Erano years che no one capiva le mie battute!» spiegò, ridendo.
Newt non riusciva proprio a smettere, tanto che dovette sedersi a terra per evitare lo svenimento. L'enorme uomo si unì a lui.
Tina fissava il pavimento mordendosi il labbro: lì era comparso il Portale. Lì lui era sparito. Doveva pur accadere qualcosa! Era passata ormai quasi una settimana, e lei non era affatto migliorata: avrebbe potuto elencare tutti i possibili tipi di vortici, uragani, cicloni… ma non di Portali.
Melody non era da meno, certo, anzi, sembrava essere sempre più triste. Avevano tutti provato a dirle che non era assolutamente colpa sua, ma non c'era verso di farle cambiare idea.
Tina prese di nuovo il suo calzino: non lo sfiorò per farlo illuminare o suonare. Lo accostò semplicemente alla bocca:
«Un segno… per favore» lo implorò.
Si stupì di se stessa: era persino arrivata ad implorare un calzino.
Un boato. Uno scoppio. Tina tornò a guardare il pavimento e rimase a bocca aperta: c'era qualcosa. Un'immagine confusa… un luogo buio e visibilmente umido… poi un uomo seduto a terra, vicino a un altro individuo… quello a sinistra aveva un cappotto blu.
Tina si alzò dalla sedia lentamente, e avanzò verso il pavimento. Cadde in ginocchio:
«Sei vivo…» mormorò, con un filo di voce. Sorrise, la speranza ancora accesa in lei, posò le mani sul pavimento e cominciò ad urlare:
«NEWT! NEWT RISPONDIMI! NEWT, MI SENTI? SONO IO! STAI BENE?».
Non rispondeva. Non sembrava nemmeno sentirla. Davanti ai due c'era qualcosa, ma non si capiva esattamente di cosa si trattasse.
«NEWT!» provò di nuovo, ma un'azione del Magizoologo la fece cadere all'indietro: aveva preso il calzino dalle mani di quello che ormai aveva riconosciuto come Skender, l'ex direttore del circo, e lo aveva buttato via. Poi aveva bevuto dell'Acquallegra e si era messo a ridere con il suo compagno.
Tina rimase ferma, scuotendo la testa lentamente, gli occhi spalancati e la bocca aperta. Le immagini stavano diventando sfuocate:
«No! No, aspetta!» provò, ma era tutto sparito «NEWTON ARTEMIS FIDO SCAMANDER!» urlò di nuovo, mettendo le mani sul pavimento, cercando un passaggio per raggiungerlo. Nulla. Scoppiò a piangere, con le mani ancora sul punto esatto dove Newt era sparito.
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