Ode alla Chiave piegata
Ora vi racconto una storia che vi farà piangere.
Stavo montando il clarinetto, quando, ad un tratto, il pezzo superiore mi scivola di mano e cade sul pavimento.
Lo raccolgo, speranzosa che la meccanica si fosse salvata e noto che...
... SI È PIEGATA UNA CHIAVE.
Dovete sapere che questo strumento mi fu regalato due anni e mezzo fa, per il mio compleanno (prima ne avevo uno più economico, ma di qualità inferiore) . I miei non mi hanno mai voluto dire la cifra esatta, ma so che è abbastanza costoso. Ricordo come, i primi tempi, prestassi una cura quasi maniacale nella manutenzione: per esempio, una volta mi cadde perché non avevo chiuso bene la custodia e ne feci una tragedia, anche se era completamente intatto.
Mi rimane solo una speranza.
La nipote del gestore della fabbrica in cui ho comprato lo strumento frequenta la mia stessa scuola. Ho già contattato l'azienda e mi hanno detto che posso consegnarlo a lei per poi ritirarlo verso sera (la fabbrica dista una ventina di minuti da dove abito).
Sta di fatto che sono veramente demoralizzata. Non è il valore dell'oggetto in sé a che mi preme, ma il legame affettivo che mi lega ad esso. "Lo tratti come un animale domestico", diceva mia mamma le prime volte che mi vide pulire con cura le chiavi con un panno in microfibra o tenermi stretta la custodia durante i viaggi in auto.
Infatti, per esempio, quando quest'estate ruppi lo schermo del telefono non mi sentivo affatto così: quello è davvero un semplice oggetto, il cui valore è puramente economico (malgrado mi fosse stato regalato da appena un paio di mesi).
Se qualcuno di voi ha mai sperimentato qualcosa di simile a ciò che è successo oggi a me, capirà benissimo cosa sto provando: quella sensazione di sconforto totale, come se mi fossi ferita io stessa.
Perché i nostri strumenti sono parte di noi; e non semplicemente del nostro corpo, ma della nostra anima.
Ecco perché, quando si danneggiano, fa così male.
Grazie dell'ascolto. ❤️
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