Capitolo 20

La mattina alle 5:00 quando suonò la sveglia Oli si guardò intorno, gli sembrava di avere un macigno dentro la testa, aprì il cassetto del comodino e prese subito una pasticca per il mal di testa; il tempo di realizzare cosa era successo la sera prima che un sorriso comparve sulle sue labbra e si preparò per andare a lavoro.
<< Giorno! >> Disse entrando nel bar.
<< Hey!!! Allora??? >>
<< Mi dispiace tantissimo per Ale, ma non potevo fare diversamente >>
<< Non preoccuparti Oli, ha apprezzato la tua sincerità.... Ha detto che gli dispiace perchè ragazze così non ce ne sono, ma è tutto a posto. E con Emanuele? >>
<< Sembrerebbe tutto ok, almeno fino alla prossima crisi >>
<< Ciao principessa, ciao Elena >>
<< Ale! Senti ti devo delle scuse.....>>
<< Non mi devi proprio niente, ma se ti dovessi lasciare io sono qui >> Disse con un sorriso.
<< Grazie >>
Oli gli preparò il cappuccino e Elena gli diede la brioche, fecero un po' di conversazione e poi se ne andò.
Verso le 10:00 passò Emanuele dal bar.
<< Che ci fai qui? >> Chiese Oli preparandogli il caffè a lui e a Marco che era con lui.
Lo guardò, in divisa era di una bellezza stratosferica, lasciava senza fiato.
<< Sono passato a vedere come stavi dopo ieri sera >>
<< Una meraviglia, non si vede? >>
<< E come se si vede! >> Scherzò lui. << Passi da me dopo il lavoro? >> Continuò.
<< Vuoi parlare? >>
<< Se adesso si dice così sì, voglio parlare >>
La sua risposta l'aveva messa in imbarazzo, arrossì violentemente vedendo Elena e Marco che avevano assistito alla scena ridere di gusto.
<< Ci vediamo più tardi, il caffè ve lo pago io.... Andatevene! >> Gli rispose Oli  mettendo un finto broncio.
<< Come vuoi, ti aspetto dopo a casa! >> Disse strizzandogli l'occhio. << Ciao Elena! >>
<< Ciao ragazzi!! >> Rispose Elena divertita dal siparietto . << Vuole parlare...... >> Continuò prendendola in giro.
<< Ele basta!!! >> La rimproverò vedendo entrare dei clienti.
Alle 14:40 bussò alla porta di Emanuele.
<< Ciao piccolina....>> La guardò qualche secondo prima di baciarla e trascinarla in camera sua.
Emanuele si sdraiò sul letto aspettando che lo raggiungesse; Oli chiuse la porta alle sue spalle e fece qualche passo verso il letto.
<< Puoi lasciarla aperta, non c'è nessuno in casa >> Gli disse facendogli cenno con la mano di avvicinarsi.
<< So benissimo che non c'è nessuno, altrimenti non sarei qui adesso >>
<< Non voglio litigare Oli >>
<< Neanche io, stavo solo puntualizzando >>
<< Perché non hai la collanina che ti ho regalato? >>
<< Perché l'ho tolta domenica quando sono uscita da casa tua >>
<< E dov'è adesso? >>
<<A casa, nella scatola dei ricordi >>
Emanuele si sciolse i capelli che ricaddero sulle sue spalle.
<< Sono un ricordo io? >>
<< Lo sarai tra qualche giorno.... Quando i tuoi torneranno dal mare >>
<< Sei convinta di questo? >>
<< Ci metterei la mano sul fuoco >>
Emanuele sospirò, probabilmente era vero quello che diceva Oli; era combattuto, aveva provato a dirlo a suo padre, ma lui gli aveva detto di lasciarla stare, e sapeva che lo faceva per il suo bene e per quello di Oli.
<< Cosa cazzo dovrei fare Oli >> Si arrabbiò Emanuele << Venire da tuo padre e tua madre e dirgli che voglio stare con te? Ho 30 anni Oli, e tu 17! È una cosa improponibile!!! E lo sai bene anche tu >> Continuò.
<< Quindi perché mi hai fatto venire qui? Sei stato chiarissimo domenica Emanuele, non c'era bisogno di ribadire il concetto >>
<< Vuoi scappare di nuovo? >>
<< Perché continui a farmi del male? >>
<< Non voglio farti del male! >>
<< Ma lo stai facendo. Posso andare a casa adesso? >>
Emanuele rimase in silenzio, non sapeva cosa rispondere e non voleva dargli false speranze, la guardò uscire da camera sua e aspettò di sentire la porta di casa chiudersi.
Oli scese le scale di corsa, prese il cellulare dalla tasca e chiamò Ale.
<< Principessa! >> Rispose allegro,ma dall'altra parte sentì solo dei singhiozzi. << Oli! Tutto bene? Dimmi dove sei! >> Continuò.
Gli chiese se potevano trovarsi davanti al bar dove lavorava lei e si incamminò asciugandosi le lacrime.
Ale era già lì, appoggiato alla sua moto, gli andò incontro appena la vide e la strinse in un abbraccio aspettando che si calmasse.
<< Mettiti questo >> Gli disse porgendogli un casco che si era portato dietro. << Oggi non voglio farti pensare a niente. >> Oli gli fece un timido sorriso e si infilò il casco.

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