Capitolo 16
<< Ragazzi andate piano, mi raccomando >> Disse Giusy salutandoli sulla porta.
Gianna corse ad abbracciare l'amica che stava salendo in macchina. << Ci sentiamo domani Oli! >> Oli sorrise, salutò Giusy e Giancarlo con la mano e montò sui sedili di dietro.
Olimpia osservava Emanuele guidare, non aveva parlato molto durante il viaggio nonostante gli inutili tentativi di Marco di instaurare una conversazione. Alle 18:30 lasciarono Marco sotto casa sua, Oli non andò davanti, rimase dietro in silenzio ad osservare Emanuele che dopo qualche minuto parcheggiò sotto casa sua. Prese dal bagagliaio il suo zaino e quello di Oli e salirono in casa sedendosi in cucina. Emanuele prese una birra dal frigo e si accese una sigaretta passando il pacchetto a Oli che fece lo stesso. Tutto quel silenzio cominciava a urtare i nervi di Oli che fatti due tiri alla sigaretta sbottò.
<< Si può sapere cos'hai? >>
<< Stamani mi ha svegliato mio padre, stavamo dormendo sul divano >> Olimpia sospirò buttando fuori una boccata di fumo.
<< Ho capito, hai intenzione di finirla tra di noi. >> Disse cercando di nascondere il groppo che si stava formando in gola.
<< Oli..... Non lo so, non so più niente, vorrei tanto stare con te.... >> Diede una lunga sorsata alla birra e fece il giro del tavolo fino ad essergli davanti; la prese in braccio mettendola seduta sul tavolo.
<< Fammi sentire che mi vuoi Oli, non starmi lontano, non lo sopporterei.... >>
Olimpia fece un tiro dalla sigaretta buttando il fumo sul viso di Emanuele che continuava a guardarla. << Sarà la nostra ultima volta vero Ema? >> Disse seria.
Vide il volto di Emanuele contrarsi e non ci fu bisogno di risposte da parte sua; con un salto scese dal tavolo, afferrò lo zaino abbandonato sulla porta di cucina e se ne andò.
Cercò di mantenere la calma è la lucidità mentre camminava verso casa, in strada c'erano ancora tante persone e se l'avessero vista disperarsi avrebbero pensato che fosse pazza, per non parlare dei suoi che vedendola in lacrime gli avrebbero fatto il terzo grado.
Sentì vibrare il telefono nella tasca dei jeans, gli era arrivato un messaggio di Emanuele; lo aprì; " Piccolina ti prego, parliamone, non roviniamo tutto. " Scosse la testa; " Quando sarai pronto a prenderti le tue responsabilità fammelo sapere, non sono una bambola da usare a tuo piacimento, nel frattempo io farò la mia vita. Buona fortuna! "
Poi mandò un messaggio alla sua migliore amica. " Io e tuo fratello abbiamo chiuso..... Ti prego di non farmi domande e non chiedermi niente, ti dirò tutto quando mi sentirò pronta! Ti voglio bene! "
Si tolse la collana che gli aveva regalato Emanuele che si era rimessa solo dopo essere partita dal mare e la mise in tasca.
Emanuele corse in cucina dove aveva lasciato il cellulare che improvvisamente cominciò a suonare; sua sorella, sicuramente Oli gli aveva già detto tutto.
<< Pronto >> Disse sedendosi sulla sedia.
<< Cosa gli hai fatto Ema? >>
<< Niente Gianna, non so se riuscirò a stargli lontano, ma devo provarci >>
<< Non potevi pensarci prima? >>
<< Gianna, non potevo, non ci riuscivo! >>
<< E adesso invece ci riesci.... Sei un grandissimo stronzo Ema e ti dico una cosa. Se combinerà qualche cazzata il responsabile sarai soltanto tu! >>
Non ebbe il tempo di rispondere che sua sorella riattaccò lasciandolo solo con i suoi pensieri e le sue preoccupazioni. Provò a chiamare Oli ma niente, il suo cellulare suonava a vuoto, fino a che alla quarta chiamata lo trovò spento.
<< Merda! >> Imprecò battendo il pugno sul tavolo. Andò a farsi una doccia e una volta disteso sul letto provò a chiamarla altre 10 volte senza mai trovarlo acceso, fino a che la stanchezza ebbe il sopravvento e si addormentò con il cellulare in mano e un unico pensiero nella testa.
Oli si alzò alle 5:00 per affrontare una nuova giornata di lavoro, aprì le persiane e respirò un po' d'aria, gli sembrava di essere stata in apnea tutta la notte, si preparò e uscì di casa.
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