Capitolo 5 - Odio e Dolore

Una volta salito in auto, mi tolgo la cravatta. La piego e la infilo nella tasca della giacca.
Metto in moto e mi allontano da Hampstead.
Mi sento sull'orlo di un precipizio. Mi sento frustrato e l'urto di vomito è sempre più accelerato. Fisso la città e a poco a poco scorgo in lontananza, il traffico che si propaga su di essa. Concentro la mente su altro ma mal riuscendo nell'impresa. Abbasso il finestrino, cerco di lasciare andare le tensioni accumulate che partono dai muscoli fino a filtrare nelle ossa. Un brivido mi percorre. Ho freddo. Ma è soltanto la paura e la rabbia stessa a causare tutto questo mio malessere. Rivivo il giorno del suo risveglio, in ospedale. Il mio volto pieno di rammarico e il suo totale smarrimento attorno a sé. Scorgo il magnifico panorama della città, nonostante i soffitti alti delle case in lontananza. Ugualmente mi sento soffocare, quasi claustrofobico. Cerco di calmare l'ira e piano piano a piccoli respiri calmo la mia ansia. Cerco un sollievo, attraverso l'aria tiepida del primo pomeriggio che si posa lentamente su Londra. Sono riuscito ad impedirmi di chiamarla. Si sarà sentita sola e indifesa. Scoprire di avere una nuova vita dentro di sé e di cui non sa neppure che lo stesso padre in quel momento, era confuso ma felice nello scoprire quella folle pazzia di vita. Nonostante ciò, le parole di Robert attraversano la mia mente e non riesco più a frenare l'impulso. Devo sapere. Pochi istanti dopo sul monitor dell'auto compare il suo nome, ed attendo. Resto in attesa di sentire la sua dolce voce. Aspetto con il cuore a mille e ascolto gli squilli espandersi. Alla fine però, a rispondere non è lei, ma Xavi.
<< Ehi, Lucas... Ciao. >>
<< Ehilà, Xavi... Come va? >>
<< Tutto bene. Stiamo bene. Tu come te la passi?>>
<< Direi bene. >> " Bugiardo."
<< Allie ogni giorno migliora e fa enormi progressi. >>
<< Ottimo. >> Dico sollevato.
<< Vuoi parlare con lei? >> Rimango in silenzio e vorrei veramente sentire anche un semplice: "ciao." Ma lei non è più mia. Era partito tutto come un gioco. Ma alla fine, di fatto eravamo una coppia. Non lo fossimo mai stati, sarebbe andato ogni cosa in maniera diversa. Ma ormai dopo nove mesi dal nostro primo incontro, ogni cosa si è pienamente capovolta e bisogna fare i conti con gli errori. << Lucas? Ci sei? >>
<< Si... Scusa. Tranquillo. Non è necessario. La cosa che più importa è che stia bene. Solo questo. >>
<< Stanno entrambe bene. Per fortuna. >> Lo sento sereno e sollevato. E sorrido. << Ne sono felice, Xavi. Tienila d'occhio e proteggila. Farlo per me. >>
<< Lo farò Chef. È una promessa. >>
<< Bene. Allora a presto. >>
<< Ci vediamo Chef. >>
<< Sì. Ciao. >> Sorrido e riaggancio.
Chiusa la telefonata riporto la massima attenzione sulla strada davanti a me. Desidero veramente essere un padre?
Se la piccola che porta in grembo non fosse mia, cosa dovrei fare? Diverrei un genitore, per la terza volta con unica eccezione, una compagna diversa. Una persona che mi somiglia e che apprezza i miei gusti singolari e stravaganti. Beh, Allie è sempre stata la ragazza giusta per me. Sfortunatamente me ne sono reso conto, soltanto dopo averla quasi persa. E adesso è finita. È tutto finito. Resta soltanto da scoprire chi cavolo sia il padre.
Sono così furibondo ma allo stesso modo nonostante tutto quello che sta accadendo, io sono pazzo di lei. " Cristo!"

Quando arrivo al bistrot sono soltanto le tre passate. È presto. Nell'attesa mi sistemo nel salone principale dove avverrà la mia intervista. Colgo l'occasione per leggere le domande a cui dovrò prontamente sottopormi e rispondere. "Merda."

Un ora dopo controllo l'orario sul display del cellulare.
<< Mmmh ... Le quattro e dieci tra poco arriverà. >> Sospiro. Nel mentre Meg fa il suo ingresso e mi alzo accogliendola, affettuoso.
<< Ciao. >>
<< Ehi... Sei pronto? >>
<< Diciamo di sì. Sono nervoso. >>
<< Stai calmo. Vedrai che andrà bene. Questa volta il bastardo ha dovuto firmare un accordo prima, per poter permettersi l'articolo. Perciò, nessun magheggio o imbroglio. >> Dice risoluta. La guardo meravigliato ed esulto: << Sul serio? >>
<< Certamente. È stata una precauzione preventivata. Dobbiamo proteggere la tua immagine e quella del locale prima di ogni cosa. Inoltre, i dipendenti e soprattutto i tuoi figli e infine me. >>
<< Io vi proteggerò sempre. >> Le dico. Sbuffa. Ma non aggiunge nient'altro. <<Grazie Meg. >> Sorride e mi infilo la giacca. Mentre ri- indosso la cravatta senza più timore Meg enfatizza: << Idiota di un ex marito, facciamo il culo a quel beota di giornalista. Ci stai? >> Sorrido e annuisco. << Ci sto. Ah, sul serio... Grazie. Per aver fatto tutto questo. Non saprei come fare senza di te. >>
<< Nessun problema. >> Mi sistema la cravatta e poi ci sediamo assieme in attesa di Smith.

L'intervista è partita molto bene. Smith si è mostrato all'altezza e mi ha posto le domande come pattuito. Ma sul finale, è tornato ad essere lo stesso manipolatore di sempre e com'è di suo solito fare, ha iniziato ad indagare.
<< Signor Lucas, mi è stato riportato da alcune fonti che la sua attuale fidanzata è ricoverata in ospedale per un incidente? Giusto? >>

"Cazzo. Ecco. Ci siamo. Ma per la miseria."

<< Si. Esatto. >> Rispondo seccato.
<< Com'è successo? Da chi è stato causato? È stato voluto? >>

"Oddio... Cristo."
<< No assolutamente. >> Dico cercando di sistemarmi sulla sedia. Mi schiarisco la voce. Sono nervoso. Sudo.

" Cazzo. Devo mantenere la calma."

Riprende. << Voci hanno riportato che abbia a che fare con una delle tante "donne" avute in passato. È vero? >> Sulla parola donne mima il gesto delle virgolette e mi paralizzo.

"Maledizione. Lui sa qualcosa. Di ciò che faccio e di come mi piace vivere la mia vita. E adesso? "

Le mani tremano. Sono fottuto. In senso letterale e non so più cosa rispondere. Ma per mia fortuna, Meg interviene.

<< Signor Smith, la prego faccia il bravo giornalista. Eh? >>
<< Beh, Signora Peterson se posso ancora chiamarla così oppure ... >> Sorride e ad attende un contro attacco.
<< Lo sa, io sono e resterò a vita la Signora Peterson. Vede, anche se non sono più sposata con il qui presente, io rimango la madre dei suoi figli e sua socia in affari. Tengo al ristorante e ai guadagni che con sudore giorno per giorno abbiamo coltivato. Per questo lo sono. Quindi, se mi è permesso e concesso ora lei si alza, gira i tacchi, scrive un articolo degno di nota e non si fa più rivedere. Mi ha capito? >> Dice Meg risoluta e incazzata. Smith spaventato afferra le sue cose e conclude: << Mi dispiace. Bene. Allora con permesso io andrei. Grazie mille per il vostro tempo e la disponibilità datami. Le scriverò a breve per l'uscita dell'articolo. >>
<< Ma certo. Non vediamo l'ora. Poi si volta verso di me: Vero Lucas? >> Il suo volto è pieno di perfidia e al tempo stesso sicuro di sé. Se potesse lo farebbe in mille pezzi.
Annuisco e dico: << Si. Certo. >> Sorridiamo e alla fine concediamo Smith. La giornata che non ha fatto altro che peggiorare, si è quasi conclusa.

Lancio un'occhiata all'orologio Le 17.45. I primi clienti avrebbero fatto il loro ingresso a breve e dovevamo sbrigarci prima del loro arrivo. Sistemiamo la sala e gli ultimi tavoli che erano serviti poco prima per l'intervista.

Mi ricompongo e bevo un sorso di caffè, prima di indossare la mia uniforme. Infine indosso il mio grembiule e faccio un bel respiro profondo prima di iniziare.

Calmo la rabbia e tensioni avute nel corso della giornata. Mi concentro sul lavoro e focalizzo il tutto nei piatti serali. Non funziona molto. Ma in ogni caso faccio del mio meglio. A fine turno dopo sette ore quasi senza sosta, spengo tutto e mi avvio verso casa. Rifletto sulle domande di Smith. Alcune mi hanno lasciato l'amaro in bocca e devo riflettere.

" Volevano fare del male ad Allie, ma chi? "

Nonostante le molte sottomesse o donne avute, in questi ultimi anni sono stato molto attento e scrupoloso con ognuna di loro. Almeno, fino ad oggi.

Non ho mai fatto credere a nessuna, che ci potesse essere qualche tipo di relazione e non penso che qualcuna di esse, possa essere arrivata a tanto.

" Per cosa? Per me? Ma scherziamo? "

Sento la rabbia ribollire dentro. E non posso sfogarla, non come vorrei. Non posso fare altro, se non concentrare tutte le mie ansie e la mia rabbia sul lavoro.

" Dannazione."

Mentre i piatti scivolano fuori dalla cucina ordine dopo ordine, mi concentro sulla giornata folle e piena di scoperte appena trascorsa.
Cosa avrà voluto dirmi Smith?

Nella mente scorro tutta la mia vita dopo la rottura con Meg e cerco di collegare perché abbiamo cercato di fare del male ad Allie e il motivo; ma nessuna risposta che mi possa aiutare a colmare l' odio e il dolore che provo al petto. Non penso che sarò più quell'uomo che un tempo ero diventato. Avevo costruito attorno a me, un mondo. Avevo paura di ammettere le mie paure e miei timori perché in passato proprio quelli mi hanno fatto perdere chi amavo. Ma Allie non è Meg. In qualche modo Allie, ha accettato fin da subito com'ero. Senza pregiudizi. Mi ha fatto sentire uomo, amante e un padre, anche quando pensavo di essere un totale fallimento. Lei mi ha preso e travolto con sé, rendendo migliore l'uomo che piano piano veniva fuori dal suo guscio.

Però gli errori sono stati commessi e tornare indietro non è più possibile. Il dado ormai è tratto.

Finisco gli ultimi tavoli esausto. Poi, saluto Meg e i ragazzi e mi dirigo verso casa. Quando guardo il cellulare sono ormai le due passate. Noto un messaggio. È lei.

Il mio cuore perde un battito e il mio viso assume un mezzo sorriso. Sono agitato ed emozionato al tempo stesso. Con il pollice tremante lo apro ed inizio a scorrere.

Da: Allie Morgan
A: Lucas Peterson
Data: 8 Settembre 2021 00.52

Ciao Lucas,
Xavi mi ha detto della tua chiamata. Ti ringrazio per la premura. Sono ancora dolorante, ma un passo alla volta. Spero tu stia bene. Riguardati. A presto.

È tardi e sicuramente starà riposando. Ma sono ugualmente entusiasta e non riesco a frenare la gioia e l'attesa della tarda mattina. Così decido di risponderle. So benissimo che le sto rispondendo a questo messaggio non tanto per una risposta ma semplicemente perché attendo e cerco quel piccolo contatto e vicinanza con lei.

" Vivo di speranza."

Da: Lucas Peterson
A: Allie Morgan
Data: 8 Settembre 2021 02.33

Ciao Allie,
Per te ci sarò sempre. Sono felice che tu ti stia rimettendo. Come si dice: un passo alla volta. Mi piacerebbe venire a trovarvi, fammi sapere. Un bacio.

Da: Allie Morgan
A: Lucas Peterson
Data: 8 Settembre 2021 02.35

Ancora sveglio?
Si esattamente Chef, la frase motivazionale è quella. Farebbe piacere anche a me. E a Xavi.

Da: Lucas Peterson
A: Allie Morgan
Data: 8 Settembre 2021 02.37

Potrei dire la stessa cosa di lei, signorina... Comunque sono uscito poco fa. Ero rimasto a sistemare le ultime cose al locale. Comunque, non parlavo di Xavi... Ma del piccolo dentro di te.

Da: Allie Morgan
A: Lucas Peterson
Data: 8 Settembre 2021 02.45

Noi siamo qui. Grazie. Buona notte Chef.

Da: Lucas Peterson
A: Allie Morgan
Data: 8 Settembre 2021 02.37

Buona notte, bambolina. Riposatevi.

Se stanotte dopo settimane riuscirò a riposare, è solo grazie a questa piccola, amara ma anche dolce speranza.
La luce in fondo a questo terribile ed oscuro tunnel è veramente lontanissima e quasi invisibile, ma voglio lottare e raggiungerla. E alla fine, gioire della vittoria.

"Sognami, Allie. Senti la mia mancanza, come io sento la tua."

Torno a casa felice e appagato da quel piccolo passo verso la sua stessa direzione. E quando chiudo gli occhi ormai giunte le passate le tre, mi addormento con Allie nei miei sogni. Corre sul prato di una casa a me ignota. È felice. Ride mentre io la inseguo. Rido anch'io. La raggiungo e la prendo tra le mie braccia e poi la bacio. Ha le labbra morbide e il suo profumo pervade le mie narici e la mia mente. Ti prego resta con me. Non risponde. No. Non piangere. Ti prego, non piangere. Chiude gli occhi. Dorme tra le mie braccia. Non si sveglia. Allie! " Allie!" Rispondi. Immobile. Un ghiaccio freddo tra le mie braccia. Allie. Svegliati. "Allie!"

Mi sveglio annaspando e per un attimo mi sento disorientato. Guardo la luce che riflette in tutta la stanza. Il giorno è ormai giunto e del tutto visibile quando cerco di aprire gli occhi ancora assonnati.

Per la prima volta dopo quasi quattro settimane, sono riuscito a riposare e dormire più tranquillamente. Nonostante il sogno. Lei è viva. Grazie a Dio. Ed io, non mollo.
Starò al suo fianco e lotterò per amarla come ho detto. Non si scappa più. Basta paure. Basta stronzate.

Mi infilo in doccia e mi lascio cullare dalla tiepida acqua che si posa sul mio viso riposato.
Mi godo la sensazione di totale calma e serenità.

Voglio riprendermi Allie e voglio farmi perdonare. Perché è lei che amo. Adesso lo so. E non desidero altro se non il suo perdono.

Buona sera lettori... Scusate
l' attesa. Mi farò perdonare. Buona Lettura.

Gessica ❤️

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top