Capitolo 1 - Senza di te
Sono ormai sveglio da ore. La sveglia delle cinque questa mattina è insopportabile. Non sono riuscito a riposare nemmeno per qualche minuto. Il soffito bianco della mia stanza è solo un flash di ricordi. Il volto di Allie è dappertutto. La immagino in tutte le sue sfaccetature. Quando sorridere o mette il broncio. Quando assaggia ogni mio piatto deliziata oppure quando è sul mio letto ansimante e vogliosa di venire sotto i miei tocchi. Ma ormai è inutile è tutto finito. Lei è di nuovo fuori dal mio mondo. Quella strada che entrambi avevamo intrapreso ci ha separato e dentro di me si è insinuato nuovamente quel vuoto che mesi fa, sentivo nello stare assieme a Meg.
<< CAZZO! >> Impreco.
Mi prendo la testa tra le mani e mi rannicchio su me stesso. Cerco una risposta. Come è successo? Chi è lo stronzo o la stronza che l’ha portata via da me? Ripenso a tre settimane fa. La rivedo nella mia mente fredda e spenta, ed io che la tenevo a me stretta, tra le mie braccia. La cullavo nella mia testa, come stessi rivivendo quell’attimo. Ormai ho capito di averla perduta. Però l'idea che tutto quanto sia solo colpa mia, non mi fa più vivere. "Perché l’ho fatto? Perchè l’ho tradita, quando più aveva bisogno di me?" L’ho abbandonata a se stessa. Volevo poter essere l’uomo giusto per lei. Ma sfortunatamente non sono è riuscito a stare al suo fianco. Sono un bastardo ed un emerito egoista, proprio come il suo ex: Robert. Pensavo che sarei riuscito a darle tutto, il mio mondo doveva divenire anche il suo. Potevo darle tutto ciò che desiderava. Ma in fondo, lo so perfettamente perché sono arrivato a questo punto, perchè non la meritavo abbastanza. La paura di dirle semplicemente che ero e che tutt’ora sono innamorato perso di lei, mi spaventa. Mi sono scopato la mia ex sottomessa, per puro egoismo e totale pudore di poter fare di ognuna, ciò che desidero. Volevo che scoprisse ogni cosa, a tal punto da poter trovare soltanto nell’ennesima scusa o pretesto per giustificare che non potevo amarla. Invece sono solo un bastardo, impaurito dai suoi stessi sentimenti.
<< Allie.. Allie.. Allie… Torna da me. >>
Mi schiafeggio la faccia e grido tra le lacrime:
<< Sono soltanto un cretino. >> Un dominatore a cui piace sottomettere la propria donna.
<< Mi faccio schifo! >> Singhiozzo. Mi manca il respiro. Voglio che si svegli e che tutto torni a come era prima. Mi picchio la testa, come fossi un pazzo. Poi penso alle parole di Allie quella sera sul quel lago e in quella tenda che mi pareva il nostro angolo sicuro.
“ Sai Lucas, amo questo lato di te. Non hai paura di mostrare ciò che sei. Nessuno mai, mi ha fatto sentire così, viva. Il nostro rapporto potrà essere l'evoluzione di un qualcosa di unico e ciò che siamo, né è la prova. Non credi? “
Non le risposi. Ma lei sorrise, ed io mi resi conto soltanto di quanto fossi stato fortunato ad averla trovata. Ero grato per quanto fosse pienamente possibile, avere con qualcuno che a malapena conosci, quella giusta sintonia di doversi appartenere.
Xavi da dopo l’incidente, non mi ha più permesso di vederla e tanto meno di avvicinarmi. Chiedo notizie a Pedro ogni giorno e la sera quando tutti vengono via poco prima della chiusura del passo, vado a trovarla e la stringo a me. Per qualche minuto, m'inebrio del suo dolce e incantevole odore. Al posto del suo caro amico, anche io lo avrei fatto. Se adesso lotta tra la vita e la morte, la colpa è soltanto mia. Grazie a ciò che sono e al mio comportamento da folle e malato egoista che sono, lei è in un letto di ospedale. Pedro fortunatamente mi aggiorna ed io cerco di stare sereno e dedicare il resto del tempo al lavoro. Attendo l’ora in cui posso fuggire e rifugiarmi affianco a lei. In quei brevi momenti, le racconto di quanto mi manca e quanto vorrei averla con me. Le ripeto che mi dispiace per tutto il dolore che le sto causando e piango sommessamente e prego ogni secondo e minuto che si possa svegliare.
Rose da quella sera, non si è fatta più viva. E’ sparita. Non so se se la polizia indaghi anche su di lei, ma sta di fatto, che pensavo veramente che avrei chiuso il mio folle cerchio dopo di lei. Credevo che avrei potuto finalmente, vivere la mia vita felice. Assieme ad Allie. Ma non è stato così. Amie e Sam chiedono costantemente di lei. Soffrono per me. Le ho raccontato che per il momento ci siamo presi una pausa. Non so se hanno creduto alle mie parole, però non voglio che soffrono anche loro ulteriormente, io già basto ed avanzo.
Meg mi sta vicino. Cerca di confortarmi. Vede quanto soffro e soprattutto è stata l’unica a capire quello che provo veramente per Allie, dopo di lei. E’ l’unica donna, che forse mai possa tollerare nella mia briosa e pazzesca vita.
Il ristorante come ogni sera, pullula di gente. Preparo gli ultimi ordini e cerco di non pensare a niente. Incanalo ciò che provo e tutta la rabbia, nel mio lavoro cercando di soddisfare i miei clienti.
Pedro fa il suo ingresso in cucina e si avvicina allarmato.
<< Devo parlarti. >>
<< Cosa è successo? >>
<< Vieni. Usciamo sul retro. >>
<< Liv, ho bisogno di te hai fornelli. Subito! >>
<< Arrivo, Chef. >> Lascio la postazione e mi allontano. Prendo dalla giacca il tabacco ed esco. Mi accendo frustato la mia sigaretta elettronica e mi avvicino a Pedro, che guarda pensieroso il Tamigi.
<< Dovrà essere operata urgentemente. >>
<< Non l’hanno già fatto? >> Chiedo allarmato.
<< La dottoressa dice che le lesioni sono più gravi del previsto e inoltre c’è un’alta probabilità che possa non risvegliarsi. Mi dispiace, Lucas. >>
<< Cristo! Non può essere… >> Vengo sopraffatto da mille devastanti emozioni e mi sento svenire.
<< Lucas… >> Mi circonda con le braccia. Cerco di lottare con le lacrime, ma invano. Scoppio in singhiozzi e con voce strozzata dico: << E’ colpa mia. Io sono innamorato di lei. Veramente. >>
<< Lo so. Vedrai andrà bene. >>
“ La prima donna che è riuscita a comprendermi è stata lei. Sempre lo sarà.”
Mi raddrizzo e mi asciugo le lacrime.
<< Ti prometto che ti farò venire all’ospedale. Convincerò Xavi. E’ una promessa. >>
<< Va bene. Ma anche fosse il contrario. Io verrò. Quando ci sarà l’intervento? >>
<< Domani mattina presto. Alle sette dovrebbe entrare in sala. >>
<< Perfetto. Avverto Meg e lascio Liv come capo cuoco. >>
<< Se vuoi resto io? >> Dice preoccupato.
<< No, no… Tu stai con Xavi, ha bisogno di te. >>
<< Va bene. Torniamo dentro? >>
<< Si. >>
☙☙☙
La mattina seguente alle sei e trenta sono in sella alla mia moto, diretto all’ospedale. Entro e mentre sono in ascensore diretto alle sale operatorie, mi arriva un'email da Meg. Riguarda il mio servizio fotografico e l’intervista. La lascio in sospeso e mi dirigo al banco infermieristico. Alla reception, un'infermiera mi indirizza alla sala d’aspetto. Prendo un bel lungo respiro e cerco di trattenere l’ansia che ormai da settimane, mi attanaglia e mi trafigge dentro. Apro la porta e mi soffermo imbattendomi nelle persone che ad oggi, tranne Pedro; mi vogliono morto e sepolto. Xavi è furioso nel vedermi. Si alza indignato da una delle tante sedie di plastica cigolanti. E’ pallido e spaventato, indossa una t-shirt bianca con disegnato un arcobaleno e con su scritto: “Be Happy”. << Lucas! >> Escalama.
<< Lo so, mi dispiace… Sospiro. Non devo essere qui, ma… >> Mi Interrompe.
<< Non dovresti. Tu sei male per me in questo momento, e non solo per me… Per lei, soprattutto. >>
<< Lo so… Ma voglio comunque restare. Resterò in un angolo ad attendere. Ti prego! >> Sospira frustato. << Ok, va bene. Puoi restare, ma ti prego di non scocciarmi e angosciarsi ancor di più. Non ho più le forze Lucas. Tu e Robert scannatevi pure, ma io sono qui soltanto per lei. >>
“Il suo ex marito è qui? Cristo!”
<< Va bene. Tranquillo nessuna rissa o confusione. Sono qui, per Allie. >> Mi siedo nella sedia più lontana a loro e sorrido nella mia mente, sollevato di poter restare. Mi appoggio allo schienale e chiudo per qualche istante gli occhi. Provo a concentrare le mie paure nel suo confortevole e candido volto . Quando gli riapro, mi soffermo su Pedro. Tiene la mano di Xavi e subito dopo gliela lascia ed appoggia il suo giubbotto di pelle marrone sulle spalle del proprio uomo. “Sono così dolci e innamorati.” Se non fosse stato per me o Allie, forse sarebbero già fidanzati. Spero che un giorno, riusciranno a sposarsi e potranno coronare il loro amorevole sogno. Sono perfetti assieme e se lo meritano.
La porta si apre e un Robert esasperato fa il suo ingresso.
<<Ragazzi!>> Esclama. Si voltano entrambi e riesco a percepire sui loro volti stremati e pallidi l’immensa angoscia e paura dentro di loro.
<< Ah… Guarda chi c’è… >> Xavi prende le mie difese ed enfatizza: << Lui può. Sono stato io a chiamarlo. Adesso, mettiti a sedere. >> Sospira e torna a guardare la porta.
<< Ehm… Va bene. Volete un caffè oppure un thè? >>
<< No. Grazie. >> Rispondono all’unisono.
<< Tu? >> “Sul serio?”
<< No, grazie mille Robert. >> Attendiamo in silenzio e dopo due ore e mezzo le porte si aprono.
Una donna fa il suo ingresso, con un abbigliamento da sala operatoria: Capelli e scuri e raccolti dalla cuffietta fradicia di sudore. E’ una donna alta e con i giusti lineamenti; il suo viso è stanco e stressato, ha un'espressione grave.
“Oh, Cazzo!”
Ci alziamo in piedi. Gli occhi di tutti i presenti fissano la dottoressa.
<< Allie Morgan. >> Dice Robert a voce bassa.
<< Lei è un parente? >>
<< Il marito. Ehm… Ex marito. Ma il fiduciario attuale è lui. >> Xavi le porge delle carte e la dottoressa annuisce.
<< Va bene. >> Farfuglia la dottoressa.
<< Sono la Dottoressa Louise, le condizioni della sua amica sono stabili, ma critiche. >> Xavi si accascia contro Pedro mentre la dottoressa parla delle condizioni di Allie. << Ha una lesione cerebrale quindi non sappiamo ancora cosa accadrà al risveglio. Ma speriamo in una ripresa. Inoltre, siamo riusciti a sistemare la milza che è salva per fortuna, ma lei e la bambina stanno più che bene. >> Sorride infine la donna.
<< Bambina? >> Esclamiamo in coro.
“Cosa? Oh, merda!”
<< Si. Tuttavia… Continua la dottoressa Louise, la cosa che mi preoccupa è il grave trauma cranico. Abbiamo fatto la risonanza magnetica, che ha evidenziato questo edema cerebrale. Gli abbiamo indotto il coma farmacologico per tenerla ferma e tranquilla; mentre la monitoriamo la situazione di entrambe. >> Xavi sussulta, aggrappandosi a Pedro che lo sorregge.
<< E’ la procedura standard, signori. Ora dobbiamo solo aspettare e sperare di vedere cosa accade al suo risveglio. >> Mi avvicino alla dottoressa deciso: << Per quanto tempo la terrete in coma? >>
<< Dipende come il cervello risponde alle cure. Normalmente, tra le settantadue e le novantasei ore. >>
<< Possiamo vederla. >> Chiede Xavi angosciato.
<< Certo. Nel giro di mezz’ora sarà possibile. La stanno portando nel reparto di terapia intensiva, al quinto piano. >>
<< Grazie mille dottoressa. >>
La Dott. Louise, fa un cenno con la testa e sorride lievemente. Ma prima di andare, riprende: << Scusate… Capisco il momento, ma sapete se la Signorina Morgan sapesse della propria gravidanza e che qualcuno o il padre stesso, potesse esserne a conoscenza? >> Xavi si volta verso di me e poi sospira.
<< Sinceramente no. Allie aveva una relazione, ma non penso che il padre lo sapesse. In ogni caso, si potrebbe fare un test di paternità, in merito a questo? >>
<< Certamente. Essendo il fiduciario, basti che compili dei moduli e poi appena sa chi contattare per eseguire le analisi, può tranquillamente fissare un appuntamento, giù al primo piano, presso il centro analisi e referti. >>
<< Perfetto. Grazie Mille. >>
<< Si figuri. Se sapete già chi possa essere, potete recarvi anche subito. >>
<< Sicuramente sono io. >> Enfatizzo. La Dottoressa Louise si volta e risponde: << Ok, va bene. Primo piano. Segue la linea gialla e in fondo a destra, troverà il Dottor Brown. >>
<< Grazie dottoressa. >> Fa un cenno con la testa si gira e se ne va.
Rimaniamo lì. In silenzio. Tutti insieme. Ognuno immerso nei propri pensieri.
Cosa posso dire? Sinceramente, non ne ho idea. Sono impotente, una cosa che detesto.
“Allie è una donna forte. Ce la farà. Deve… Io ho bisogno di lei. “
<< Lucas… >>
<< Si? Dimmi, Xavi… >>
<< Se la figlia fosse tua, sposerai Allie!>>
<< Cosa? >> Rispondiamo all’unisono. Sorride isterico e poi riprende: << Ti prenderai la sacrosanta responsabilità di entrambe, mi hai capito? >>
<< Si va bene. >>
<< Ed, io?!>>
<< Robert, spero che non sia tuo. Perchè se fosse così, tuo figlio verrà adottato da me e Pedro col cazzo, che lo lascio ad un pazzo e folle come te. >>
<< Scusa al dominatore si, ed io sono il pazzo? Ragazzino, chi pensi di essere? >>
<< Non ti azzardare… SE vuoi restare in libertà e continuare a trombare le segretarie, farai come dico io. Lucas non ha mai fatto del male ad Allie volontariamente, tu sì. Pezzo di merda. Sì, è colpa in parte sua, se siamo quì. Ma lui l’ ha fatta sorridere. Dopo anni al tuo fianco, lei era veramente rinata. Forse, confusa, ma veramente felice. Tu, invece… Che cazzo hai fatto? Sospira e non aggiunge nient’altro. >> Prende il giubbotto e assieme a Pedro sparisce oltre la porta e se ne va.
Mi dirigo al primo piano e seguo le indicazioni date dalla dottoressa. Il Dottor Brown, mi riceve poco dopo, e mi preleva il sangue.
<< Allora … Signor Peterson tra nove settimane circa, dovrebbero esserci i risultati. >>
<< Così tanto? >>
<< Temo di sì. Se desidera una conferma quanto prima deve andare in una clinica privata. >>
<< Capisco. Se può darmi il nome, vorrei saperlo quanto prima. >>
<< Se vuole, noi possiamo fare da tramite. Le spese sono molto più costose però. >>
<< Di che cifra parliamo? >>
<< Allora in ospedale con lunga attesa sono centosettanta sterline. >>
<< Privatamente, la cifra sale non poco si aggiriamo tra le settecento e ottocento sterline. >>
<< Scelgo privatamente. Di quanto sono le tempistiche? Una settimana o anche meno. >>
<< Perfetto. Faccia ciò che deve, non voglio aspettare. >>
<< Ok, va bene. >>
Mezz’ora dopo le analisi, mi dirigo da Allie.
E’ nell’ultimo letto del reparto di terapia intensiva. Vederla in coma e attaccata ad una serie di macchinari medici è uno shock. Questa meravigliosa donna, mi ha reso migliore e più felice di chiunque altro abbia mai fatto, dopo Meg. In questo momento ha l’aria vulnerabile e sofferente. “Molto sofferente.” E’ in coma farmacologico e l’hanno attaccata al respiratore. Il petto è nascosto da un bendaggio chirurgico. Le parti intime sono nascoste da un sottile lenzuolo. “Cristo!” Xavi la guarda angosciato e scioccato. Batte le palpebre per ricacciare le lacrime. E’ straziante vederla così.
“Cosa dovrei fare? Cosa posso dirle per riaverla?”
Non posso fare molto, se non stare al suo fianco. Almeno questo.
Un’infermiera sta controllando i macchinari.
<< Posso toccarla? >> Chiede Xavi, che le prende la mano ancor prima della sua risposta.
<< Certo. >> Dice la donna in tono gentile.
Mi avvicino pure io. Mi sento dannatamente inutile e le metto una mano sulla guancia pallida e lievemente fredda, accarezzandola.
<< I parametri della vostra amica, sono stabili. >>
<< Grazie mille. >> Borbotto, noncurante.
<< Può sentirmi? >>
<< E’ in uno stato di sonno profondo, ma può provare. >>
<< Posso stare qui seduto. >> Chiedo.
<< Certo. >> L’infermiera mi rivolge un sorriso caloroso e se ne va. Xavi e Pedro prendono le altre due sedie all’angolo e raggiungono l’altro lato.
<< Allie tesoro mio… Svegliati. Xavi sospira e poi riprende. Mi dispiace tanto aver litigato con te. Non voglio che tu sparisca dalla mia vita. Perchè non mi hai detto della bambina? Perchè non mi hai detto, del divorzio? Perchè non mi hai detto niente di Lucas? Io sono tuo fratello. Quello che sempre ti proteggerà. Ti prego svegliati. >> Sospira.
Un ora dopo, Pedro implora Xavi di andare a mangiare e riposare un po’.
<< Resto io. Andate pure. >>
<< Avvertimi, se dovesse svegliarsi. >>
<< Senz’altro. >>
<< Chiamo Maria. >> borbotta.
<< Chi è? >>
<< Sua zia. E’ la sorella della madre. Vive in Italia. E’ l’unica parente che le è rimasta. >>
<< Ah, capisco. >>
Bacia una mano ad Allie, con gli occhi pieni di lacrime, ed io distolgo lo sguardo per non fare la stessa fine.
“Come si fa a non volerle bene?”
Le sfioro nuovamente la guancia morbida e pallida, trattenendo le lacrime. << Bambolina, svegliati presto. Ti supplico. Svegliati e arrabbiati di nuovo con me. Odiami… Qualunque cosa. Basta che possa rivedere i tuoi occhi. Per favore. Svegliati. >> Le bacio le nocche e appoggio la testa sulle braccia cadendo nel buio profondo. Spero che quando li riaprirò ci sarà anche lei al mio fianco.
Eccomi! Con il capitolo intero. Spero vi piaccia ❤
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antonellabenedetto80
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StefaniaChiera
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