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"Grazie per avermi ospitato, Niall. Avevo proprio bisogno di dormire, adesso però è meglio se vada"
"Zayn ma dove vai? Il piccolo dorme ancora, si vede che era molto stanco" È mattina inoltrata ormai, quasi ora di pranzo e Zayn si è svegliato da poco. Niall lo ha ospitato a casa sua senza fare domande, soprattutto pensando al piccolo Justin che gli dormiva fra le braccia. I genitori dell'irlandese fortunatamente non hanno fatto problemi, sono persone tranquille, lavorano tanto e non si sono nemmeno accorti che il figlio è tornato all'alba.
"Non posso stare qui a vita, non voglio crearti problemi con i tuoi genitori. Andrò in un bed and breakfast finché non troverò una sistemazione"
"Zayn, scusa se ti faccio questa domanda ma.. non sei di qui tu, vero? Non ti avevamo mai visto al pub" C'è anche Louis qui che dopo una bella dormita si sta godendo il giorno libero.
"No, io non sono di Londra, sono originario del pakistan. Mio padre é pakistano ma io sono nato e cresciuto a Bradford, nel West Yorkshire, a circa 4 ore da qui. Ho lasciato la mia cittadina circa due settimane fa, ho trovato lavoro al pub e il proprietario mi ha affittato anche una stanza in uno dei suoi appartamenti, fino a ieri sera almeno.. mi ha licenziato e mi ha minacciato di buttare la mia roba per strada se non avessi subito lasciato libera la stanza"
"Perché ti ha licenziato?, se possiamo saperlo"
"Per via di Justin, al proprietario del pub non gli andava bene che portassi il bambino tutte le sere al locale, ma che dovevo fare? Sono solo, non ho nessuno e non mi posso permettere una babysitter, Justin sta sempre con me. Vi posso assicurare però, che è un bambino buonissimo e non dava fastidio al pub. Ieri si è addormentato mentre era nel magazzino, involontariamente ha fatto rovesciare una cassa con dentro dei preziosi alcolici e il proprietario è andato su tutte le furie e mi ha licenziato, senza preavviso e senza darmi i soldi della settimana. Naturalmente mi ha anche cacciato di casa e quindi non ho più un posto dove stare"
"Mi dispiace tanto, Zayn! É ingiusto tutto questo"
"Zayn, quanti anni hai?"
"19 e Justin ha quasi 3 anni" Niall e Louis vorrebbero fargli tante domande ma non sanno se possono o meno
"Chiedete pure ciò che volete" Zayn ha capito che i due ragazzi hanno ancora dubbi e per questo li rassicura con un sorriso.
"So cosa volete sapere e si, Just è mio figlio, l'ho partorito da solo a 16 anni, non mi giudicate, lo so che posso sembrare un poco di buono ma non è così. Pensate un po', ho fatto l'amore con un solo ragazzo e da quell'amore è nato il mio prezioso Justin e non mi vergogno a mostrarlo a tutti e a dire che è mio figlio, nonostante io abbia appena 19 anni"
"Infatti non devi vergognarti, Zayn! Sei una forza e a noi piacerebbe conoscerti meglio e aiutarti in qualche modo"
"Non ho molti amici, anzi direi nessuno, quindi conoscervi meglio mi piacerebbe davvero tanto" i tre ragazzi vengono attirati da passetti leggeri che corrono sul pavimento
"Papino, papino, papino!!" Una vocina dolcissima si aggira per la casa sconosciuta in cerca del suo papà
"Amore mio, eccomi qui" Zayn lo prende subito in braccio e gli bacia la testa piena di capelli scuri
"Ma quanto hai dormito, amore eh?"
"Tanttoo" Justin sorride baciando le labbra del padre
"Zayn, tuo figlio è bellissimo"
"É proprio un amore" Niall e Louis lo guardano quasi incantati e il piccolo si esibisce in un sorriso tutti dentini.
"Adesso che siamo tutti svegli direi di uscire e di andare a pranzo fuori, ho una certa fame" Louis che conosce benissimo Niall, alza gli occhi al cielo e ridacchia
"Zayn devi sapere che Niall mangia a tutte le ore del giorno e della notte, fattene una ragione" Zayn ride e annuisce
"Mi abitueró allora, però Niall ha ragione, in effetti anche io ho fame"
"Io ameee" urla Justin facendo ridere i tre ragazzi
"Il piccoletto ha ragione, andiamo a mangiare".

***

"Come sarebbe a dire che hai da fare?! Mamma! Non posso chiamare Louis adesso! Gli ho già detto che poteva prendersi la giornata libera"
"Infatti non devi chiamare Louis, quel povero ragazzo é andato via da casa tua all'alba e si è meritato questa giornata libera, anzi mi meraviglio che hai avuto un'idea così buona e generosa" Harry fa finta di non aver sentito e sbuffa camminando avanti ed indietro per la cucina
"E allora sposta il tuo impegno e rimani qui a casa con i bambini"
"Io non sposto un bel niente, non vedo perché debba rimanere qui a casa con voi visto che ci sei tu e puoi benissimo badare ai tuoi figli. Io sono solo passata per vedere come sta la mia piccola Honey, ma sta dormendo e passo forse stasera" Stamattina, Harry dopo aver detto a Louis che poteva prendersi la giornata libera e aver deciso che sarebbe rimasto anche lui a casa, ha chiamato sua madre e gli ha spiegato tutto, rassicurandola sulla salute di Honey e chiedendole se poteva passare a guardare i piccoli più tardi, poi è andato a riposarsi svegliandosi poco fa, ad ora di pranzo. I gemelli invece dormono ancora, erano davvero molto stanchi.
"Sei ingiusta mamma! Che nonna sei? Abbandoni così i tuoi nipoti e poi critichi me" Anne alza gli occhi al cielo
"Non fare il melodrammatico adesso perché ti riesce malissimo! I gemelli un padre ce l'hanno ed è giusto che inizi a prendersi cura di loro! Io devo andare, ci vediamo domani" Anne prende la borsa appoggiata sul divano e va via sorridendo trionfante.
"Ma si bene, vai pure via!! Non ho bisogno d'aiuto!" Harry urla di frustrazione e alla fine, vista l'ora decide di andare a prepararsi qualcosa per pranzo.
"Vediamo un po' cosa posso preparare di commestibile". Pochi istanti dopo, mentre Harry è ancora impegnato a contemplare il frigorifero, Honey e Noah arrivano in cucina mano nella mano
"Loulou?! Siamo svelli!!" Honey cerca subito il suo amato Louis e si zittisce quando in cucina vede suo padre al posto del loro babysitter
"Louis non c'è, era stanco ed è andato a casa, torna domani mattina" Noah annuisce iniziando a tremare e Honey si sforza di non piangere
"Nonna Anne?"
"Non c'è nemmeno lei, ci sono solo io, oggi starete con me" i due fratelli, sempre tenendosi per mano, si rifugiano in una delle loro camere e abbracciati l'uno all'altro scoppiano a piangere tremando per l'ansia e la paura, non gli piace stare da soli con il padre, lui urla sempre e non è per niente gentile con loro.

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