Capitolo 9 "La spiaggia"

Sono quasi le quattro del pomeriggio e sto tremando, presto arriverà Ian e per come ci siamo lasciati ieri, so che non sarà di buon umore «Meg mi stai ascoltando?» mi richiama Stacey ma proprio in quel momento vedo l'Audi nera parcheggiarsi davanti all'entrata dell'università «certo, ma scusa ora devo andare» dico lasciandogli un bacio sulla guancia e incamminandomi verso l'uscita della facoltà, e con il cuore frenetico raggiungo l'auto per poi infilarmi nell'abitacolo «ciao» sussurro ma lui nemmeno mi guarda e si infila nel traffico di Seattle. Con la coda dell'occhio lo osservo, ha i pugni serrati sul volante talmente tanto da far sbiancare le nocche e quando supera la via per casa gli poso una mano sulla spalla «Ian dove stiamo andando?» ma lui continua ad ignorarmi e a serrare i denti «Ian!» lo richiamo e finalmente i suoi occhi si fissano nei miei «esci con Marcus?!» chiede a denti stretti «si, devi capire che non sono tua Ian, devi capire che se io voglio andare a letto con qualcuno, ci vado» all'improvviso si ferma accanto a un marciapiedi facendomi sballottare in avanti per la frenata «cosa hai detto?» lo fulmino con gli occhi e serro i pugni «hai sentito benissimo!» borbotto e lui chiude gli occhi ad una fessura e si china su di me «e tu non ha sentito me, io ti voglio Meg e non intendo condividerti con nessuno» dice e io mi slaccio la cintura e scendo dall'auto «mi sono stancata di te» urlo per poi sbattere la porta, e guardandomi intorno per cercare di orientarmi, Ian abbassa il finestrino e mi guarda «Meg torna subito in auto, non obbligarmi a venire lì» dice e io gli faccio la linguaccia «non lo faresti, troppa gente che ci guarderebbe» ringhia e sbatte il pugno contro al volante «non sfidarmi Meghan, non mi hai ancora visto incazzato» sorrido «e tu non hai visto me» dico e gli volto le spalle andando verso la prima via che trovo, sarà meglio chiamare un taxi per tornare a casa, proprio mentre sto per digitare il numero sul telefono per chiamarlo, delle mani mi afferrano i fianchi e in un batter d'occhio mi ritrovo sulla spalla di Ian «non posso credere che tu lo stia facendo» dico picchiando freneticamente la sua schiena e guardandomi intorno scoprendo che nessuno ci sta guardando a parte qualche vecchietta che sta passeggiando «e io che tu sei scesa dall'auto!» ringhia. Mi rimette sul sedile e subito chiude le portiere con un sorriso strafottente, e ritornando al posto del guidatore sospira «ci possiamo calmare?» chiede per poi guardarmi con una strana dolcezza «finché continuerai a fare il tiranno te lo puoi scordare» sbotto facendolo ridere «un tiranno? Non sono così cattivo tesoro» dice per poi riaccendere l'auto «mi vuoi concedere una pomeriggio o vuoi tornare a casa? Non voglio obbligarti a fare quello che non vuoi» dice sorprendendomi...questo non è l'Ian di ieri, o ha problemi di personalità o non si fa capire «non voglio fare sesso con te» non ora almeno--. Lui sorride e si morde il labbro «okay, e cosa vuoi fare? Andare a prendere un caffè, una passeggiata o i spiaggia?» sorrido e sciolgo i capelli dalla coda «spiaggia» ricambia il sorriso e annuisce.

Quando si ferma davanti ad un cancello lo guardo stranito «questa non è la spiaggia» sorride diabolicamente «si invece, ma è la mia casa sulla spiaggia» dice per poi godersi tutto il mio stupore «Ian!» lo richiamo e lui ride di gusto per poi parcheggiare «scendi in spiaggia, arrivo subito» sussurro indicandomi la scalinata, e quando faccio l'ultimo gradino ecco la spiaggia, piccola ma intima e delimitata ai lati con grosse rocce «ecco qui» dice alle mie spalle mettendo all'ombra e sulla sabbia un telo azzurro «sei stato scorretto» sussurro sedendomi a terra «è perchè? Hai detto che volevi andare in spiaggia...eccoci» risponde tranquillamente «si ma non a casa tua! In questo modo sono nel tuo territorio e...» si siede accanto a me e mi afferra il viso obbligandomi a guardarmi «e cosa?» deglutisco «niente» borbotto interrompendo il nostro contatto. Lui sorride e mi prende fra le braccia facendomi appoggiare la testa sul suo petto «ti senti vulnerabile, lo so, ma io non voglio farti male, io voglio stare con te» dice e sollevo lo sguardo sul suo «Ian non è una cosa possibile, come faccio a fartelo capire?» gli chiedo e le sue mani passano fra i miei capelli «non puoi, e sai anche tu che c'è sempre stata un'intesa fra di noi» sussurra e non riesco a dargli torto «dimmi perchè! Ci deve essere qualcos'altro oltre al fatto che mi vuoi» sussurro guardandolo negli occhi e lui non svia lo sguardo «okay piccola curiosa» mi mette la mani sotto le cosce e mi obbliga ad abbracciarlo «sai che io e Cristal non andiamo mai d'accordo, non ricordo nemmeno quando io e lei stavamo insieme senza litigare, credo che già dall'inizio della nostra storia eravamo abbastanza incasinati» sussurra e posa il mento sulla mia spalla senza guardarmi «lei mi tradisce da tempo ormai, ma c'è Berry e io non ho mai avuto il coraggio di lasciarla per paura di perdere lui, ho sempre avuto paura che potesse portarmelo via, ma non posso continuare a vivere così, non quando amo un'altra donna» sussurra e gli predo il viso fra le mani accarezzandogli i capelli «lei sa che tu sai?» scuote la testa «è l'unico asso nella manica che possiedo» deglutisco e sfioro il suo naso con il mio e lasciandomi andare, lo bacio dolcemente ignorando la mia ragione che mi prega di smetterla. Lui esita a ricambiare come se non sapesse come affrontare il mio bacio e mi fa sdraiare continuando a baciarmi ma con più foga e io incrocio le gambe intorno al suo bacino «Meggy stai giocando col fuoco» mormora sulle mie labbra e io esito a staccarmi «credo...credo che sia ora di andare» dico cercando di alzarmi ma lui mi attira di nuovo a se imprigionandomi fra le sue braccia «okay non ti bacerò, ma stai un po' con me per favore» sussurra al mio orecchio e io sorrido sistemandomi contro la sua schiena. Il pomeriggio passò parlando e sfiorandoci ogni tanto senza nulla di più e io mi dimenticai della cena che avevo quella sera fino a quando...

Continua...

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top