Capitolo 33 Scatole


«E queste?» chiedo notando due grandi scatole sul tavolo della cucina, lui solleva lo sguardo scuote la testa «niente avevo organizzato una cosa per stasera, ma due settimane fa, prima che succedesse tutto» risponde grattandosi imbarazzato la testa, curiosa mi avvicino alle scatole e sollevo il coperchio della prima «una sorpresa per me?» chiedo e lui si avvicina a me circondandomi i fianchi con le sue braccia e appoggiandosi completamente a me «sei molto curiosa…» commenta scostandomi i capelli dal collo e iniziando a baciarlo dolcemente, mentre le mie mani tremano nel sollevare il coperchio della scatola «sì, dimmi cosa avevi programmato…» ma lui rimane in silenzio, con tutto il suo corpo contro al mio e la sua bocca calda sulla mia pelle. Sbuffo spazientita mentre dalla scatola, sotto a strati di carta, trovo un vestito nero, di una stoffa morbida come la seta. Mi stacco da lui e lo sollevo, noto che è abbastanza corto, ma ha un lungo strascico dietro che arriva quasi a terra, una scollatura non troppo pronunciata e delle pietruzze che circondano il corpetto come una cintura di diamanti «è bellissimo» mormoro per poi sollevare lo sguardo su di lui «cosa avevi programmato?» chiedo cercando di non saltare dall’emozione «ti volevo invitare ad un ballo» chiede e prendendomi la mano fa uno sgraziato inchino, che mi porta a sorridere come una stupida «un ballo?» chiedo cercando di fargli trapelare più informazioni «in realtà un ballo di beneficienza, io e tuo padre siamo stati invitati, e visto che ero sicuro che lui non ci sarebbe andato, volevo portarci te…» mi avvicino a lui e dolcemente gli accarezzo il viso «io e te in società Mr. Black non va un po’ contro alle nostre regole e all’indiscrezione?» chiedo e lui ridacchia per poi baciarmi dolcemente, lasciandomi un buffetto sulla guancia «per questo esiste l’altra scatola» curiosa lo guardo sorpresa per poi togliere la prima scatola facendo spazio all’altra. Sollevo il coperchio, e inizio a spostare la carta colorata che riempie la piccola scatola, per poi tirare fuori una maschera. E argentata, rigida, ma con le rifiniture in tessuto e con dei cristalli all’apice del naso, sistemate in crescendo verso la fronte. La accarezzo incantata, per poi spostare di nuovo lo sguardo sulla scatola, scoprendo una chioma nera. Sollevo la parrucca e mi volto a guardarlo, incuriosita e dubbiosa «vuoi spiegarmi?» lui sorride e mi attira a sé, avvinghiandosi ai miei fianchi. Afferra la parrucca dai lunghi capelli neri corvino e in modo imperfetto, me la posa sulla testa, cercando di nascondere i miei dorati «come diavolo fai, ad essere sempre bellissima?» e come ogni volta che mi fa un complimento, il mio stomaco sembra saltare, come se fosse continuamente sulle montagne russe. Sorrido e mi arrotolo una ciocca sul dito, guardandolo negli occhi, in attesa di una risposta «per evitare che qualcuno ti possa riconoscere, ma ormai la serata è saltata, a proposito dovrei avvisare gli organizzatori» mormora, ma io scuoto la testa, prendendogli il viso tra le mani «andiamoci…in fondo hai organizzato già tutto» mi studia e si passa la lingua fra le labbra, inumidendole «e almeno proverò a dimenticare questa orribile giornata» sussurro guardandolo dritto negli occhi, con tono supplichevole. Mi guarda attentamente, mentre le sue dita raggiungono le mie labbra, accarezzandole dolcemente. Sospira rumorosamente, appoggiando la fronte contro la mia «smettila di fare quell’espressione, o non rispondo di me» pronuncia, ma io non distolgo lo sguardo, imbronciando ancor di più le labbra. Sfidandolo senza alcun pudore. Ringhia a pochi centimetri dalle mie labbra, per poi afferrarmi dalle cosce, attirandomi a sé e facendomi incrociare le gambe, dietro alla sua schiena. «Mi sfidi?» chiede alzando un sopracciglio, come se ne fosse sorpreso. In risposta, gli afferro il viso e mi chino sulle sue labbra, sfiorandole «quindi qual è la tua risposta?». Corruga la fronte e poi sospira rumorosamente «se tu vuoi davvero andare, sarò lieto di accontentarti». Sorrido e gli stampo un bacio, sulle sue labbra calde «usciremo finalmente insieme? Senza aver paura di essere scoperti?» lui sorride e mi fa scendere, continuando però a stringermi «sì ragazzina, vuoi uscire allo scoperto con me?» sorrido e annuisco, senza smettere di fissare i suoi occhi scuri.

«Meghan ci sei?» urla Ian dal piano di sotto, sorrido e senza rispondergli, finisco di mettere il rossetto rosso. Mi osservo allo specchio e fatico a riconoscermi, al posto dei miei soliti capelli dorati, una lunga chioma ondulata mi circonda il viso, valorizzando i miei occhi chiari  e la mia carnagione. Il tutto viene accentuato in più dal trucco scuro e dal rossetto, non mi dispiace questa Meghan. Afferro la maschera e scendo le scale, fortuna che Ian ha pensato anche alle scarpe, altrimenti delle All Stars bianche, sarebbero state come un pugno nell'occhio con questo vestito.

«Ho cambiato idea» mormora Ian senza smettere di guardarmi «come?» chiedo, osservando il suo viso, sorpreso e sconcertato «non usciamo» dichiara e io sorrido, raggiungendolo «sì, che usciamo» scuote la testa e afferrandomi per i fianchi mi attira a sé facendomi appoggiare completamente su di lui «te lo scordi, non intendo condividere né il tuo corpo né la tua bellezza, tu resti qui con me» mormora fin troppo serio «amore mio, se tu mi porti, questa sera ti permetterò di sfilarmi questo vestito e di fare l'amore con me» mi guarda socchiudendo gli occhi «cosa mi impedirebbe di farlo proprio ora» lo fulmino con gli occhi «fidati, non ci riusciresti, non te lo permetterei» sussurro lasciandogli un buffetto sulla guancia «forza o facciamo tardi» lo incito prendendo il cappotto, mentre lui non smette di guardare ogni mio movimento «il discorso non finisce qui» borbotta cercando di guardarmi serio, mentre io mi trattengo dal ridergli in faccia «che paura» rispondo e lui mi lancia un'occhiataccia «dovresti averla piccola» sussurra sorpassandomi e lasciandomi con una strana sensazione.

Spegne il motore e  mi guarda, fortunatamente gli è tornato il sorriso «ti aiuto?» chiede indicando la maschera, annuisco e gliela cedo, voltandomi verso il finestrino. La appoggia dolcemente sul mio viso e poi la allaccia dietro alla mia nuca. Mi giro verso di lui «come sto?» chiedo e lui sorride facendo scorrere i denti sul labbro inferiore «ragazzina…che domanda fai?» In pochi secondi indossa anche lui una maschera nera ma dai contorni argentati, è bello da togliere il fiato. Mi sorride mi lascia una dolce carezza, prima di scendere per venire ad aprirmi la portiera.

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                     

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