Capitolo 26 Lo ami?!
Ian si gira verso di me, e i suoi occhi severi mi osservano mentre io mi richiudo in camera con il respiro molto affannato, che diavolo ho fatto? Mi rimetto la giacca frettolosamente, mentre il mio respiro continua ad essere pesante e agitato «MEGHAN!» urla Caleb e dei rumori forti e per niente pacifici accompagnano il mio nome «esci da questa stanza» urla a sua volta Ian «mi fai schifo, hai costretto Meghan a venire a letto con te...dannazione sei sposato è hai un figlio» gli urla contro e sento Ian ringhiare «tu non sai un cazzo...e ora vattene o ti butto fuori a calci» faccio un respiro profondo, assicurandomi di avere la giacca ben chiusa, apro la porta ed esco fuori dalla stanza. Quattro occhi si fissano su di me e all'improvviso mi sento così in imbarazzo che vorrei tornare in camera e non uscire più «cazzo Meghan che cosa ci fai qui!?» mi avvicino e guardo Ian «puoi lasciarci un attimo da soli?» gli chiedo «scordatelo» borbotta, socchiudo gli occhi e incrocio le braccia al petto «ho detto lasciaci un attimo da soli» ripeto, lui alza gli occhi al cielo e poi indietreggia senza prima osservarci attentamente. «Che cazzo stai facendo Meghan? Sapevo che stavi con qualcuno di nascosto ma mai...cazzo lui è sposato e ha un figlio!» ignoro le sue accuse e sospiro profondamente «primo tu non sai niente della nostra storia, di quello che stiamo affrontando e sinceramente non ti deve interessare, secondo io non ti devo spiegazioni Caleb, sei mio amico ma non hai nessuna voce in capitolo sulla mia vita privata» fa per parlare ma lo zittisco sollevando la mano «terzo questa storia non deve uscire di qui» scuote la testa esasperato «ti rendi conto in che situazione ti sei cacciata?» annuisco «ovviamente» lui mi guarda come se all'improvviso fossi impazzita «Meg...io non ti riconosco più» sbuffo «allora forse non mia hai mai conosciuta» borbotto infastidita «spero soltanto che ne sei innamorata...perché se ti stai rovinando la vita per qualcuno che nemmeno ami...sei pazza» si passa una mano fra i capelli sconvolto «ti rendi conto che ha dieci anni più di te? Che lui è il collega ti tuo padre...oddio non dirmi che questa storia malsana è iniziata prima della tua maggiore età» lo fulmino con gli occhi «stai scherzando vero?!» chiedo innervosita «ormai non mi sorprenderebbe più niente» mi avvicino alla porta «ora vattene per favore...e la cosa non deve venire fuori» sbatte la mano contro allo stipite «io non mento Megan» lo guardo dritta negli occhi «non ti sto chiedendo di mentire, ti chiedendo di non aprire bocca, tu non sai niente» esce dalla stanza senza smettere di guardarmi «io...non dirò nulla...ma comunque non mi hai risposto alla domanda...lo ami?» chiede ancora, ma prima che possa dire altro gli chiudo la porta in faccia, sospirando profondamente.
Ian rientra silenzioso osservandomi attentamente «hai sentito tutto vero?» annuisce debolmente «hai paura che vada a dirlo ai miei?» scuote la testa e si avvicina accarezzandomi dolcemente il viso «no perché in quel caso, ti rapirei portandoti via di qui, dove nessuno ci conosce, dove possiamo vivere insieme, dove non devo aver paura di baciarti ed essere scoperto» lo guardo negli occhi e poi lo bacio, le sue braccia mi stringono forte mentre la sua bocca dolcemente accompagna la mia «sì» sussurro, lui mi guarda confuso senza staccarsi da me «cosa?» chiede accarezzandomi il viso «sì io ti amo...da così tanto che non mi ricordo nemmeno da quando...anzi me lo ricordo» sussurro i suoi occhi brillano mentre le sue braccia mi stringono ancora di più «sto aspettando» scuoto la testa «non ho intenzione di dirtelo, è un mio ricordo» lui mi prende in braccio e mi appoggia contro al muro sfiorando il suo naso col mio in una dolce carezza «dimmelo piccola...dai almeno forse mi dimenticherò di quello che è successo poco fa» alzo gli occhi al cielo mordendomi il labbro, incrociando le gambe intorno ai suoi fianchi «quella sera...quando mi hai rubato il mio disegno, quella sera mi sono resa conto che tu tenevi a me» sorride lasciandomi un dolce bacio «intendi il mio disegno!» ribatte e io scuoto la testa «menomale che hai trovato solo quello» scoppio a ridere e lui mi prende il viso baciandomi dolcemente «ce ne sono altri? Voglio vederli» sussurra e io sorrido scuotendo la testa «scordatelo» tenendomi stretta mi porta verso al piccolo divano «ridillo» mi chiede accarezzandomi il viso per poi passarmi le mani fra i capelli «io ti amo» gli sussurro, prima di baciarlo di nuovo «ti amo» dice a sua volta «devo farti vedere una cosa» si alza dal divano e afferra il portafoglio, dal quale tira fuori una piccola busta di plastica con sopra scritta un lettera "M", me la cede e io esitante, tiro fuori dalla busta un foglio piegato. Lentamente lo apro lato per lato, per poi scoprire il ritratto che anni fa mi aveva rubato «l'ho sempre tenuto con me, era sempre stato nel portafoglio, sempre evidente, per ricordarmi sempre di te e di quel ritratto» sorrido di gioia e mi alzo in piedi ad abbracciarlo « non so cosa dire» lui sorride sulla mia fronte «dimmi che mi farai vedere gli altri» scoppio a ridere «scordatelo, soprattutto gli ultimi...resteresti scioccato» sussurro sarcastica, il suo sorriso si allarga malizioso «mi ritrai mentre dormo?» chiede confuso, mentre mi mordo il labbro colpevole «forse sì o forse no....» mi prende in braccio e mi riporta sul divano sovrastandomi «credo che meriti una punizione piccola artista pervertita» scoppio a ridere ancora prima di sentire le sue dita sulla mia pancia. Passammo il resto del tempo una tra le braccia dell'altro, solo noi, aspettando senza impazienza il ritorno alle rispettive case, alla realtà e al non sapere se Caleb, magari proprio ora, stia dicendo la verità hai miei genitori.
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