Capitolo 21 A Stasera
La luce del mattino che attraversa la finestra, si riversa sul mio viso svegliandomi. Strizzo gli occhi e faccio per stiracchiarmi quando sento le braccia di Ian stringermi contro di sé. Giro il volto e vedo il suo viso rilassato, le labbra leggermente imbronciate e i capelli scompigliati che gli ricadono sulla fronte…sembra quasi angelico il suo viso, ma so benissimo che se aprisse gli occhi, quella luce maliziosa e provocante mi convincerebbe del contrario. Con lentezza mi libero dalla sua presa e scivolo fuori dal letto afferrando la sua felpa che appena la indosso, noto con piacere che arriva a metà coscia. Sorrido e osservo un’ultima volta Ian per poi uscire dalla camera.
Fortunatamente ieri abbiamo fatto un po’ di spesa altrimenti sarei morta di fame, apro il frigo e prendo il latte, le uova e poi nel ripostiglio della farina. Inizio a mescolare gli ingredienti, mentre senza nemmeno accorgermene comincio a canticchiare una vecchia canzone di Beyoncé. Accendo i fornelli e metto l’impasto nella padella prendendo nel mentre il cioccolato da scioglierci sopra. Persa nei miei pensieri alzo lo sguardo e sobbalzo tirando un urletto, notando Ian appoggiato allo stipite della porta «continua a fare come se non ci fossi…mi piace la tua voce» sussurra osservandomi dalla testa ai piedi, soffermandosi però sulle mie gambe nude «buongiorno» mormoro, e mi avvicino a lui, alzandomi in punta di piedi per baciarlo «giorno piccola» mi accarezza i capelli e poi mi attira al suo petto «che buon profumo» mi allontano da lui e faccio scivolare la prima crepes nel piatto «spero ti piaccia…» si siede e mi obbliga a fare lo stesso sulle sue gambe «Ian…» sussurro e lui mi ignora tagliando un bordo del dolce e mangiandolo «assaggia, è veramente buona» inforca un altro pezzetto e lo appoggia alle mie labbra aspettando il mio assaggio.
«Quando ci rivedremo?» chiedo guardando da lontano la mia casa e senza ignorare il vuoto allo stomaco, il pensiero di rompere questa bolla mi fa stare male. Mi prende il viso tra le mani e mi obbliga a guardarlo negli occhi «presto tesoro, fammi organizzare tutto» annuisco e mi allungo solo un’istante per baciarlo «me lo dirai mai?» chiede all’ improvviso e subito capisco di che cosa parla «cosa?» mento, lui sogghigna e mi accarezza il viso «va bene, quando sarai pronta…aspetterò» mi bacia dolcemente…e poi scendo dall’auto.
«Come mai alla fine hai passato la notte con Stacey?» chiede mia madre accanto a me che sta cucinando, mentre io sto tagliando delle verdure, e all’improvviso la mia mano trema «me lo ha chiesto, in più almeno abbiamo finito la tesi» mi guarda per qualche secondo per poi sorridere convinta «allora una di queste sere potresti ricambiargli il favore, invitala pure quando vuoi» dice per poi prendere le verdure che ho tagliato per metterle nella padella. E’ stato più facile di quanto pensassi, credo che mia madre si sia ammorbidita.
«Mi manchi» sussurra la sua voce roca attraverso il telefono, sospiro e chiudo gli occhi appoggiando la testa sul cuscino «anche tu…un pochettino» sussurro mordendomi il labbro «un pochettino? Sicura?» chiede e come ogni volta il suo tono minaccioso con un pizzico di lussuria mi fa venire la pelle d’oca «si, proprio poco» un suo gemito mi raggiunge provocandomi un sorriso «e se ti dicessi che sono qui fuori da casa tua» improvvisamente mi alzo e mi avvicino alla finestra osservando il vialetto «che sono tentato di entrare dalla porta sul retro…salire le scale…aprire la tua porta… prenderti tra le braccia e farti sdraiare sul letto…per poi entrare dentro di te» il mio battito accelera mentre le immagini si fanno strada nella mia mente «non oseresti» sussurro senza vedere la sua auto e nemmeno lui «davvero? Non sfidarmi piccola…» sorrido e mi rilasso sedendomi «non sei davvero qui…mi stai prendendo in giro» lo sento sorridere «hai ragione…ma non sai quanto vorrei essere lì in questo momento…ma non vedo l’ora di vederti stasera…a dopo ragazzina» non mi lascia il tempo di rispondere che riattacca. Stasera?
Il mano ho il libro di diritto penale, ma incessantemente continuo a rileggere la prima frase incapace di continuare, perché nei miei pensieri c’è solo Ian…Ian che mi bacia…Ian che dice di amarmi…Ian che mi dice di vedermi stasera. Chiudo il libro frustata e vado verso la cucina, trovando mia madre intenta a cucinare per un esercito «mamma?» chiedo confusa «ah tesoro eccoti, dammi una mano per favore» mi chiede mettendomi in mano un mestolo «mamma che succede?» si ferma davanti a me e mi sorride «arrivano i Black e un’altra persona» sussurra eccitata per poi ignorarmi di nuovo «chi è l’altra persona?» sorride e non risponde, incitandomi a girare il contenuto nella pentola «perché tutto questo mistero?» ride e mi volta le spalle, mentre sentiamo papà entrare salutando a gran voce «Davis…tu in cucina? Vuoi farla saltare in aria?» quella voce, quella voce è fin troppo familiare. Scioccata mi giro lentamente per incrociare lo sguardo di Caleb, non è possibile che sia qui. Scoppio a ridere e gli vado incontro saltandogli addosso
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