Prologo

Margaret 

Chiudo gli occhi e mi lascio cullare dalla sensazione della sabbia sotto ai piedi, muovo le dita e le lascio sprofondare, sorrido mentre i ricordi della mia infanzia tornano prepotenti, il rumore delle onde è come un'antica litania che mi riporta indietro nel tempo, l'odore del mare mi entra nelle narici e mi accompagna per mano nella memoria . Sono ricordi belli e li lascio fare, mi invadono completamente , vedo due bambini che giocano insieme su questa spiaggia, uno ha gli occhi verdi identici ai miei, l'altro nocciola. Li sento ridere , chiamare il mio nome , ci vedo insieme , sento le loro mani prendere le mie... è una sensazione così dolce.

Sono da sola in questa spiaggia da ore, sto rimandando il momento in cui sarò costretta a guardare quegli occhi nocciola, ho paura di quello che mi diranno, o forse sono terrorizzata da quello che non mi diranno più.
Non volevo tornare qui, lasciare Milano, il mio lavoro, la calma apparente nella vita perfetta che faccio finta di avere. Sono consapevole che il mio strano equilibrio, creato con fatica e su cui ho lavorato per anni in un modo o nell'altro in queste settimana si romperà.

Ma non sono mai riuscita a dire no a mio padre, il timore è l'unico sentimento che è stato in grado di insegnarmi e trasferirmi, ho rifiutato quando mi ha ordinato di tornare, ho argomentato il mio diniego, per giorni ho cercato di far valere la mia volontà. Con lui però perdo sempre ancora prima di iniziare a dare battaglia. Così andando contro a tutto quello che so giusto per me sono stata costretta a prendere quel dannato aereo oggi e a ritornare qui.

Dopo aver passato su questa spiaggia un periodo di tempo che mi sembra infinito mi avvio verso l'albergo , oltrepasso il grande cancello in ferro e mi ritrovo a osservare quella costruzione che fa sempre da sfondo ai miei sogni e ai miei incubi.

Il Ruggeri's House è esattamente come lo ricordavo , una bellissima casa colonica in pietra bianca circondata da agrumeti , durante i dieci anni in cui sono stata lontana sono state apportate delle modifiche: sulla sinistra della costruzione principale un prato inglese perfettamente tenuto ospita una modernissima piscina a sfioro , molte sdraio e ombrelloni chiusi a quest'ora della sera, sulla destra invece la corte in cui giocavo sempre da bambina adesso è piena di lampade e pouff , nonostante l'ora tarda molti tavolini sono impegnati da ospiti dell'albergo che si godono la pace e la frescura della sera dopo una giornata caldissima, c'è una musica soffusa e un cocktail bar che mi attira come il canto di una sirena, forse, mi dico sarebbe più facile affrontare la reception dell'albergo dopo un paio di cocktail.

Ho prenotato una stanza qualche giorno fa, quando è stato chiaro a me stessa che nulla avrebbe fatto cambiare idea a Paolo Doris , del resto quando mai avevo disubbidito ad un suo ordine diretto, quando ho detto il mio nome alla receptionist per telefono due opposte sensazioni erano chiare dentro di me: la speranza che qualcuno mi interrompesse dopo aver sentito e riconosciuto il mio nome e il terrore che succedesse. Invece nulla, niente era mutato nel tono o nei modi della ragazza dall'altra parte del telefono che con estrema professionalità aveva semplicemente svolto il suo lavoro, lasciandomi in preda ad un tristissimo sollievo.
Mi faccio coraggio ed oltrepasso la porta a vetri scorrevole dove mi accoglie una hall moderna del tutto diversa da com'era l'ultima volta che sono stata qui dieci anni fa, a fare da protagonista un bancone in marmo bianco a V davanti ad una grande vetrata da cui si ammira l'agrumeto dietro la struttura principale, sulla destra poltrone e divani in pelle fanno da anticamera alla sala ristorante, sulla sinistra la maestosa scala in marmo nero e gli ascensori.
"Benvenuta al Ruggeri' s House , io sono Elli" .
Elli, quel nome mi inchioda sul posto e non sono più in grado di muovere un muscolo, ha gli occhi di quella perfetta sfumatura di nocciola che mi fa fermare il cuore, non avevo previsto di ritrovarmi davanti proprio lei, non l'avevo calcolato...mi manca il fiato.
" Ha una prenotazione signorina?" Elli alza lo sguardo su di me e mi fissa, vedo un milione di emozioni attraversarle lo sguardo ma non dice una parola.
"Ehm si...si si - la voce che esce dalla mia bocca non sembra neanche la mia talmente è sottile - certo ho una prenotazione a nome Margaret Doris. "
La vedo dilatare le pupille al suono del mio nome, poi mentre cerco di formulare dei pensieri coerenti Elli gira intorno al bancone ed improvvisamente mi ritrovo con le sue braccia intorno al collo, mi stringe forte ed io non riesco a reagire, sento un profumo familiare e mentre lo respiro il mio cuore si frantuma, o forse si ricompone.

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