Capitolo 3
Luca
Quando eravamo bambini, Franco ,mio padre, prendeva in giro Elisabetta dicendole che aveva rubato gli occhi ad un felino per metterli in faccia ai suoi figli , ed erano esattamente così gli occhi di Meg e Marco : luminosi come fossero accesi da dentro, del colore della giada, ed ero certo che avessero il potere di ipnotizzare chi si ritrovava a fissarli troppo a lungo.
Occhi che conoscevo da sempre, che dieci anni prima avevo visto spegnersi, perdere la luce, e insieme a loro si era spento il mio cuore.
Occhi che vedevo sempre nei miei sogni e nei miei incubi e che avrei riconosciuto in mezzo a mille.
Occhi che adesso erano lì, fissi sui miei.
Meg è in piedi davanti al corridoio , i capelli rossi sono più scuri , morbidi sulle spalle, le labbra sottili e ben delineate come le ha sempre avute, è bellissima.
Ero qui fermo a guardare il mare, devo essermi addormentato e la sto sognando, di nuovo, cazzo Luca davvero stai esagerando!
Forse bevo troppo...
"Meg?"
Lo dico a me stesso più che a lei, è un sogno così vivido!
L 'ho sognata tante volte , ma mai così donna , quando la sogno vedo una Meg più giovane, quella che avevo visto per l'ultima volta davanti al cancello di quest'albergo dieci anni fa con le valigie in mano , gli occhi pieni di odio e di lacrime, mentre la pregavo di restare, dopo mesi in cui l'avevo evitata in tutti i modi.
Ma davanti a me adesso ho una donna, non una ragazzina innamorata.
" Luca..." la sua voce è un sussurro mentre mi avvicino a lei piano , sembra vera , ma non può essere qui davvero.
Mi fermo davanti a lei e la guardo, ha il respiro accelerato, vedo chiaramente la vena del suo collo pulsare.
Allungo una mano e le sfioro il viso...sento il mio cuore battere più forte...
Cazzo Luca cosa ti prende?
Riprenditi lei non è qui davvero...
La sua guancia rosa è morbida e perfetta, le sfioro il naso piccolo e pieno di lentiggini, lei dischiude le labbra e reprimo il desiderio di colmare il vuoto e sentire quella labbra sulle mie, continuo a guardarla e a toccarla, mentre il suo profumo mi inonda le narici, mi sento un drogato che riceve la sua dose dopo una crisi d'astinenza infinita.
Lei ha gli occhi fissi sui miei, verde dentro nocciola, mi guarda come se fossi un ologramma creato dalla sua mente, poi mi afferra la mano con cui le sto sfiorando il collo e la mandibola e si ritrae come se il mio tocco l'avesse bruciata , riprendo il controllo...
Mi è chiaro solo in questo momento che Meg è davvero qui...davanti a me.
Vorrei dirle qualcosa...
Meg non so come ho fatto a vivere senza di te quando sei andata via, tu non hai nemmeno idea di quante volte ti ho sognata, di quante volte ho sperato di incontrarti per caso, di quante volte ho pregato che tornassi da me.
Dio quanto sei bella Meg , ma perché sei andata via da me, perché mi hai spezzato il cuore.
" Quando sei arrivata?"
Questa è l'unica cosa che riesco a dire invece.
Mi allontano e lei riprende a respirare, devo fare conversazione per riprendere il controllo di me, per dimenticare cosa ho sentito quando ho toccato la sua pelle.
" Qualche ora fa..." risponde quando mi allontano è ancora immobile davanti al corridoio, non muove un muscolo.
"Elli sapeva?..." mia sorella non può avermi nascosto una cosa simile , non può non avermi preparato.
" No! Non sapeva nulla." lo dice in un sussurro come scusandosi.
" Tuo padre sa che sei qui?" Quello stronzo!
Se fosse qui lo strangolerei con queste mani.
" È stato lui a mandarmi qui ..." Abbassa lo sguardo e i suoi occhi diventano scuri, cazzo le fa male! Lo conosco troppo bene per non intuire che per qualche motivo di suo unico interessa l'avrà costretta a tornare e devo stringere forte il bracciolo della poltrona per evitare di prendere a pugni qualsiasi cosa mi passi a tiro.
" Ho bisogno di bere qualcosa vieni, whisky?" la mia non è una richiesta è un ordine, la vedo muoversi verso di me e la guardo meglio, ha una camicia da notte nera di raso, è così bella che devo concentrarmi sulla bottiglia di whisky per evitare di fare la figura dell'adolescente arrapato.
" Veramente ero venuta per una camomilla, non riuscivo a dormire." si mordicchia le labbra con i denti, so che è nervosa.
" Ti assicuro che in questi casi il whisky funziona meglio, vieni siediti qui."
Le indico gli sgabelli della cucina, lei si siede senza ribattere e io le verso il whisky, la guardo seduta nella mia cucina e so già che non riuscirò più a pensare a questa stanza senza vederci l'immagine di lei seduta qui. Mi siedo davanti a lei con il mio bicchiere e bevo tutto in un sorso, spero di riuscire a calmarmi.
Poi Meg butta giù un sorso di liquore e vedo la sua smorfia di disgusto , sorrido perché mi ricorda la stessa smorfia che fece quando da piccola la costrinsi a mangiare una lumaca per scommessa.
" Ridi di me?" mi dice sorridendo, ed è il primo sorriso che mi fa, lo sento dritto nella pancia e anche più giù.
" Non hai la faccia di chi ha appena mandato giù uno dei whisky più costosi al mondo."
" Luca mi dispiace , proprio non riesco a berlo" il suono del mio nome che esce dalle sue labbra mi fa provare qualcosa di oscuro.
" Ok dallo a me! - le rispondo - Ti verso del vino bianco."
Mentre beviamo nessuno dice una parola, lei fissa il suo bicchiere come se ci stesse leggendo dentro, io fisso lei, non riesco a smettere di guardarla, ricordo la mia piccola ragazzina perfetta che adesso è una donna adulta, ancora così dannatamente perfetta!
Qualcosa dentro di me cambia, una strana sensazione mi cresce dentro, è rabbia, una rabbia cieca ed incontrollabile.
" Cazzo Margaret , dieci anni, dieci cazzo di anni, come hai fatto ad aspettare così tanto prima di tornare! "
Sbatto un pugno sul tavolo e lei sussulta, continua a mordersi il labbro ma non alza lo sguardo su di me, non mi guarda cazzo!
Mi aveva lasciato solo a passare i giorni in moto, vagando per la città e fumando una sigaretta dopo l'altra, tornando a casa quando in cielo spuntava l'alba, aspettando di vederla correre da me , ma lei non era tornata. Per dieci cazzo di anni...non era tornata.
" Io credevo che non sarei tornata mai più ." lo sussurra, ma io non la ascolto non voglio sapere cosa ha da dire, voglio solo placare il mostro che ho dentro!
" La tua vita era qui, la tua casa era qui!"le vomito addosso tutto il mio odio, la odio perché mi ero innamorato di lei, la odio perché lei si era innamorata di me, la odio perché ha gli occhi identici a quelli di suo fratello e la odio perché mi ha lasciato solo quando avevo più bisogno di lei!
La odio da dieci anni!
" No Luca! Io non avevo più niente qui!" alza la voce ma continua a non guardarmi.
" C'ero io qui Meg ! C'ero io cazzo!" E non so nemmeno come quelle parole siano uscite dalla mia bocca, non avrei dovuto dirlo, Meg finalmente alza lo sguardo e mi fissa, i suoi occhi verdi così pieni di tristezza fissi sui miei pieni di rabbia, poi chiude gli occhi e scuote la testa, il suo respiro diventa pesante , si alza e va alla vetrata, si ferma lì e guarda il mare...in silenzio.
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