Capitolo 10

Margaret

Alla fine sono riuscita a non piangere, dopo un tempo che mi è sembrato infinito ci siamo alzati da questa panchina e abbiamo continuato a camminare verso il molo, Luca non mi ha mai lasciato la mano e sono troppo concentrata a controllare le emozioni per pensare davvero a quello che mi ha appena detto.

Sara, sua madre, ha seguito la mia vita da lontano, ha voluto accertarsi che stessi bene, ha un video della mia laurea e mi vuole ancora bene.

Ho spezzato il cuore ad entrambi i suoi figli e quella donna mi vuole bene, che mistero infinito è l'animo umano.

Arriviamo al molo e mi ritrovo a fare dei gesti automatici che non credevo nemmeno di ricordare, mi tolgo le scarpe e mi siedo con le gambe verso l'acqua, come sempre, come se questi dieci anni non avessero cambiato le nostre vite, Luca mi segue e si siede vicino a me, il sole ha già assunto quel tono arancione che ha quando incontra il mare ogni sera.

Guardo il paesaggio per un pò, non sapevo neanche quanto mi fosse mancato, me ne accorgo solo adesso, e mi concedo un attimo di serenità, solo un attimo.

Mi giro a guardare Luca, anche lui guarda l'orizzonte, è talmente concentrato che posso quasi toccare i suoi pensieri, studio il suo profilo perfetto e mi ricordo esattamente cosa provavo per lui anni fa, capisco perché la ragazzina che ero si era totalmente innamorata di lui, Luca è bellissimo, le ciglia lunghe, le labbra piene , tra le sue braccia mi sono sempre sentita Margaret, non la figlia perfetta, la studentessa modello, solo me stessa, la vera me.

" Perché sei tornata adesso?"
Quella domanda interrompe i miei pensieri...era a questo che stava pensando?
" Per festeggiare il mio compleanno!"
Si gira e mi fissa, sorride e vorrei solo smettere di sentirmi una ragazzina vicino a lui.

" Il tuo compleanno... - ride - è una scusa così poco credibile che non posso neanche far finta di prenderla in considerazione - si acciglia per un attimo , poi un sorriso compare sul suo viso all'improvviso  , come un temporale d'estate - ti ricordi che dicevi che prima dei trent'anni saresti stata sposata con due figli? Dio mi veniva da vomitare quando lo dicevi."

Sorrido anche io mentre il ricordo di noi tre sotto al portico mi stringe il cuore.

Dieci anni fa ho pregato Dio per mesi di portarmi indietro nel tempo, se non voleva ridarmi la mia vita che me ne facesse rivivere solo un pezzo, un pezzo qualunque andava bene, quando poi ho capito che non sarebbe mai successo mi sono costretta a non ricordare nulla, a cercare di dimenticare questo posto, questi odori, qui dove tutto mi ricorda lui, dove tutto mi ricorda noi.

No! Non sarei mai potuta rimanere qui, non sarei mai riuscita ad andare avanti qui, del resto forse non ci sono riuscita lo stesso.

Luca mi prende la mano e se la porta in grembo stringendola, è un gesto intimo che ha fatto migliaia di volte ma mi sorprende che lo faccia adesso, adesso che siamo solo due adulti estranei da troppo tempo, quello che sento mi spaventa, il solo fatto che io senta qualcosa mi spaventa, sono sopravvissuta agli ultimi dieci anni sforzandomi di dimenticare tutto di lui, tutto quello che provavo guardandolo, vedendolo sorridere, quello che mi provocavano le sue mani, i suoi baci rubati, noi terrorizzati che qualcuno ci vedesse.

" Perché non sei venuto a prendermi? "
Non riesco a credere di averlo detto ad alta voce, è una cosa che non ho mai detto a nessuno, che non ho mai ammesso nemmeno con me stessa, è lui a farmi questo!
È lui a farmi sentire talmente vulnerabile da dire cose che non avrei mai dovuto nemmeno pensare.
Luca non mi guarda, continua a guardare l'orizzonte, ma non smette di stringermi la mano.
" All' inizio credevo che saresti tornata, ne ero talmente sicuro che a volte mi sembrava di vederti qui, o in spiaggia o sotto al portico, quando l'estate dopo non eri ancora tornata ero troppo incazzato con te per fare qualcosa, troppo incazzato perché eri andata via, e mi avevi lasciato qui a stare male da solo, così mi sono imposto di dimenticare. Quando poi mia mamma mi ha mostrato il video di te che discutevi la tesi, erano passati cinque anni e mentre guardavo quel video mi sono reso conto che ti amavo ancora, e questo mi ha fatto incazzare ancora di più.
Ma non credo sia per questo che non sono venuto, sapevo che una volta a Milano non sarei mai riuscito a tornare indietro senza di te, non sarei mai riuscito a lasciarti andare di nuovo, e io non posso lasciare questo posto Meg, non posso lasciare Marco da solo qui . "

Sta trattenendo le lacrime, è la prima volta che pronuncia il nome di mio fratello da quando sono qui, e mi fa così male che credo di impazzire.

Ci metto un pò per realizzare quello che ha detto, sono troppo concentrata sul suo non potermi lasciare andare di nuovo per capire quello che ha voluto intendere... una rabbia assoluta mi invade...
" Vuoi dire che l'ho abbandonato? È questo che stai dicendo?"
Gli lascio la mano e incrocio le braccia al petto, non so perché sono così incazzata, un minuto fa avrei solo voluto che mi stringesse e adesso vorrei annegarlo nell'acqua di fronte a noi.
" Si Margaret! È quello che sto dicendo! Ci hai abbandonati entrambi."

Non posso ascoltare una parola di più, non senza rischiare di farmi risucchiare nel buio della mia anima, devo andare via , devo andare via adesso.

Mi alzo e scappo...non so neanche dove sto andando, scappo via dal nome di mio fratello, scappo via quel posto malato in cui tutto me lo ricorda, scappo via da Luca che mi odia, mentre forse vorrei solo che mi amasse ancora e scappo via da me stessa perché di nuovo come dieci anni fa il mio cuore è diviso in due e non dovrebbe.
Non avrei mai dovuto permettere che Luca si insinuasse così dentro di me e ci rimasse per tutto questo tempo.

Lo sento dietro di me prima ancora di vederlo, il mio corpo avverte la sua presenza da sempre, mi afferra un braccio e mi costringe a girarmi, lo combatto, non voglio farlo, non voglio che mi veda.
" Meg perdonami! Scusami ti prego sono stato un idiota! Cazzo ti prego girati ho bisogno di vedere che stai bene, guardami ti prego."
Mi alza il mento e mi fa sollevare la testa, punto gli occhi suoi suoi, se è questo che vuole lo avrà!

Vedrà da solo quanto le sue parole mi hanno ferita.

Invece i suoi occhi mi calmano, e nel momento esatto in cui lo guardo tutto lo schifo che ho dentro si placa.
Mi tira verso di se e mi stringe.

Inizio a piangere senza riuscire a fermarmi, gli chiedo di lasciarmi andare e più impreco più lui mi stringe forte.

Annuso il suo odore e la terra smette di girare, il mio cuore si fonde con il suo, e la mia anima nera si ritira lasciando il posto alla luce.

Non posso crederci, non riesco a capire!
Ho fatto anni di terapia, ho assunto tranquillanti, ho provato qualunque cosa , e niente, niente mi ha mai calmata, niente ha mai fermato i miei pensieri malati e la mia anima buia.

E adesso tra le braccia di quest'uomo mi basta sentire il suo odore per tornare in me, per vedere la luce, per sentirmi intera.

Dovrei esserne felice, invece qualcosa di molto simile al puro terrore mi assale.

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