26
Yūri
Eravamo io e Victor quelli a dover fare una sorpresa, ma questa volta è stato proprio Yurio a mostrarci qualcosa di inaspettato. Victor ha iniziato a gironzolare per casa con la sedia a rotelle, sbandando contro i mobili ancora troppo inesperto alla guida del suo due ruote, mentre Yurio gli correva dietro, sbraitando imprecazioni sgradevoli e ordinandogli di cancellare una delle tante fotografie che il maggiore ha scattato quando ci siamo trovati davanti agli occhi una coppia di piccioncini a letto.
Otabek non ha proferito parola di nulla, e non lo biasimo perché il suo imbarazzo è così pesante da influenzare anche me. Doveva proprio essere una sorpresa la nostra, dato che il medico ha visitato Victor e ha detto che le sue fratture si sono così ben calcificate da poter persino iniziare la fisioterapia nel giro di pochi giorni. Victor nasconde la sofferenza dietro il suo viso pallido che ha finalmente cancellato abbastanza i suoi lividi, sperando di abbindolare anche me con questa farsa, come se non volesse rendersi conto di quanto io sappia dei suoi dolori. Vorrei tanto che si sfogasse con me, che non si tenesse tutto dentro, ma non posso far altro che rimanere paziente, in attesa che proprio lui si faccia avanti e si sfoghi di sua volontà con me. Assorto nei miei pensieri, sento le urla di Yurio più vicine a me, che mi riportano alla realtà.
«Non ho nemmeno sentito abbaiare quel sacco di pulci! Bel cane da guardia che abbiamo, complimenti! Avrebbe almeno potuto avvertirmi!»
«Yurio non te la prendere dai, dopo un brutto periodo come questo finalmente succede qualcosa di bello.» risponde Victor, avvicinandosi al divano in cui siamo seduti con movimenti instabili del suo mezzo di trasporto.
«Questo non significa che tu debba pubblicare su internet una mia foto completamente nudo!»
«Con un altro ragazzo...» aggiunge Victor con un ghigno compiaciuto.
«Fottiti! Ti spezzo le ossa!»
«Sei arrivato troppo tardi.»
La risposta di Victor fa diventare improvvisamente rosso il viso di Yurio, che invece di rispondere a parole si lascia scappare un verso di nervosismo che mi spaventa terribilmente.
«Otabek dì qualcosa! Dai una lezione al porcello!»
«Yurio ti prego calmati, ci dispiace tanto di non avervi avvisati del nostro ritorno...» rispondo con un sorriso nervoso, gesticolando lentamente.
«E per farci perdonare cancelleremo quella fotografia dal web.» aggiungo ad alta voce, rivolgendomi a Victor con le sopracciglia corrugate. Lui sbuffa seccatamente, alzando gli occhi al cielo, mentre con estrema svogliatezza si affretta ad eliminare l'immagine eclatante che ha già fatto il giro del mondo.
Quando pare che le acque si siano calmate, Yurio, con il viso nascosto dai suoi capelli chiari, si dirige a passo veloce verso la sua camera, sbattendo la porta con un sonoro rumore che quasi butta giù la casa.
Restiamo tutti immobili; Otabek silenzioso, palesemente sbiancato per l'imbarazzo in una vana posizione educata sul divano accanto a me, Victor con sguardo stranito rivolto verso il corridoio mentre accarezza con le mani fredde le ruote della sua carrozzella, Makkachin accucciato tra le mie gambe con l'attenzione sul russo fuggito via, ed io che con rammarico mi mordo il labbro.
Non voglio che Yurio se la prenda a causa nostra, non adesso che le cose sembrano apparentemente andare meglio. Non c'è bisogno di girarci intorno per capire quanto in verità possa essere fragile Yurio, e ciò me lo ricorda ogni volta che reagisce in questo modo, al pensiero della sera in cui è scoppiato in lacrime tra le mie braccia, alla notizia dell'incidente di Victor.
Mi alzo in piedi, dirigendomi verso la stanza di Yurio, lasciando da soli l'imbarazzato Otabek e l'infortunato Victor, anche se non sono molto sicuro che sia una buona idea. Busso lievemente alla porta, avvicinando il viso al legno bianco sperando di riuscire a percepire qualcosa dall'altra parte della stanza.
«Sono Yuuri, posso entrare?»
«Adesso lo chiedi?!» mormora ad alta voce in risposta.
Lo prendo come un sì, entrando nella stanza in penombra con un cigolio fastidioso della porta. Yurio è sdraiato a pancia in giù tra le coperte del suo letto, disfatte in maniera irritante. Tiene stretto al petto un cuscino sgualcito, nel quale ha immerso il viso che fatico a vedere.
Mi permetto di sedermi accanto a lui, con le mani giunte sul mio ventre e la fronte corrugata. Lui non si volta minimamente a guardarmi, probabilmente perché i suoi occhi pieni di lacrime stanno cercando di non annegarlo in singhiozzi.
«Siamo stati degli idioti, perdonaci...» dico, con tono basso e dispiaciuto.
«Idioti? Oh no, non dovete nemmeno pensarlo!» risponde lui con sarcasmo, facendomi intimidire ancora di più per via dei miei terribili sensi di colpa.
«Non avrei mai immaginato che tu e Otabek vi sareste riappacificati adesso...e in questo modo...»
Con uno scatto di ira Yurio si tira a sedere difronte a me, lanciando in aria le lenzuola gonfie che emettono un debole rumore nella stanza quando toccano terra. Resto fermo a guardarlo, attraverso le lenti appannate dei miei occhiali da vista, scorgendo il suo viso chiaro ed estremamente vulnerabile, brillare di frustrazione e timore davanti a me, come quella sera, e ricordarlo mi stringe lo stomaco.
«Per voi è stato facile, siete adulti, vi siete fatti vedere dal mondo intero con quel bacio disgustoso in pista, o quell'esibizione sdolcinata dopo il Grand prix, e non avete paura di continuare ad amarvi senza timore. Io invece non mi sento pronto, non tanto per gli altri, ma per me stesso.»
«Yuri...» dico, interrotto immediatamente dal suo filo di voce.
«Come faccio ad essere sicuro di quello che provo? Come faccio a non vergognarmene? Yuuri io mi sento diverso, diverso anche da te e Vicotr. Il mio corpo mi confonde, sono sbagliato ma a Otabek piaccio. Come posso essere certo che tutto questo durerà? Che sarà sincero?»
Sorrido, perché vederlo così preoccupato e aperto a me mi intenerisce, così gli domando: «Tu cos'hai provato quando avete fatto l'amore?»
Serra le labbra, incerto su cosa rispondere, colto sicuramente dall'imbarazzo e dall'orgoglio. Deglutisce, e poi risponde:
«È stato un po' diverso, ci siamo solo toccati...ma è stato, io non saprei come descriverlo. È stato appagante, surreale, ed estremante coinvolgente. Mi ha riempito il corpo di baci e carezze, mi ha stretto forte in un tipo di calore diverso, una presenza che non ho mai percepito addosso, e lo amavo. Io lo amo, a pensarci mi tremano le ossa, e sento il cuore schizzarmi in gola come se mi trovassi coinvolto in una velocissima giravolta. Ecco, è come quando provi a fare per la prima volta un toe loop e non hai la più pallida idea di come toccherai il ghiaccio, se con i pattini ben saldi a terra, o con una caduta che ti farà tanto male. Mi sento come se tutta la mia vita fosse da sempre stata affidata a lui, e io non lo sapevo.»
«Yurio sai già la risposta, non c'è bisogno di avere paura. Sarai tanto confuso, non ti biasimo perché io prima di te ci sono passato, ma se hai queste sensazioni, e Otabek ricambia ogni tuo gesto, allora significa che non hai nulla da temere.»
«Grazie Katsudon...» risponde Yurio; china il capo con imbarazzo, sussurrando quella breve frase con riservatezza. Sorrido, prendendo l'iniziativa di stringerlo forte tra le mie braccia, mentre lui finge di divincolarsi con fastidio, finendo succube del mio abbraccio tenero e soddisfatto.
«Perdonerò anche Vicotr, ma solo perché è malato.» mugugna irritato con la voce coatta tra i miei vestiti.
«Bravo! E cerca di mettere a suo agio anche Otabek, in fondo non ci siamo poi scandalizzati così tanto.» ammicco con entusiasmo, liberandolo dal mio caloroso affetto per ritornare in salotto, seguito dalla sua sagoma ancora un po' svogliata.
«E poi io credevo ancora che ti piacesse JJ, soprattutto quando ti sei creato così tanti problemi con Otabek.» commento con un leggero tono dispettoso.
«Sta zitto!»
Mettendo da parte il risultato disastroso della nostra sorpresa, ci sediamo intorno al tavolo, gustando una cena calda, che allieta me e Victor dopo un periodo di pasti ospedalieri insapori, tra il calore della nostra casa. Mi sento meglio, la mia speranza cresce sempre di più; Victor continua a sorridere, facendomi percepire un pizzico di dolcezza tra il veleno delle sue labbra insofferenti, mentre Yurio si avvicina sempre di più a me, facendomi sentire più sicuro, anche se dovrei supportarlo io, che sono un adulto maturo e responsabile...
Tra pochi giorni mia sorella Mari verrà a trovarmi, e questa inaspettata notizia mi ha riempito il cuore di gioia, perché averla accanto adesso è di fondamentale importanza per me. Non le do' colpa sul fatto che non sia potuta venire prima in Russia, il lavoro alle terme è importante per la mia famiglia, e per lei trovare del tempo per starmi vicino è più difficile di quanto io possa immaginare. Non mi importa di nulla, non voglio perdermi in pensieri simili, perché non sto più nella pelle al pensiero di poterla finalmente riabbracciare ed avere la sua presenza accanto.
«Proprio così, Yuuri non ricorda assolutamente nulla di quella sera!»
Alle parole divertire di Vicotr, rivolte a Yuirio e Otabek che si lasciando sfuggire una risata incontenibile sotto i baffi, sbotto il sorso d'acqua fresco che stava per andarmi di traverso.
«Ancora con questa storia?!» sbraito imbarazzato, non del tutto ripreso dal racconto rivelatomi da lui poche sere fa.
«Non ti ho ancora raccontato tutta la storia Yuuri...» sogghigna Victor con un sorriso provocatorio, tirandomi a lui dal colletto della mia felpa. Il suo respiro mi solletica l'orecchio, mentre mi immobilizzo nel timore del suo intento.
«Dopo hai preso il comando, sottomettendomi tra le tue braccia, ti sei morso il labbro e mi hai afferrato la cravatta, dicendomi "Se ti farò venire per primo dovrai essere il mio coach". Indovina chi ha vinto?»
Victor scoppia a ridere, gli sguardi confusi di Yurio e Otabek mi fissano senza capire perché il mio viso è improvvisamente diventato viola.
«Comunque, devi iniziare ad allenarti per il concorso, non c'è più tempo da perdere!» aggiunge Victor. Aggrotto la fronte, perché non so' davvero come fargli capire che non mi sento in vena di pattinare.
«Sarai la perfetta incarnazione della mia forza, così bello da farmi morire ancora.» mi guarda con un sorriso stanco, gli occhi chiari si fondono su di me, in quel maledetto incantesimo che mi rende succube di lui.
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